Verso il Congresso Eucaristico Diocesano

Dal 5 al 12 Maggio del 2002 sarà celebrato un congresso Eucaristico nella nostra diocesi di Caltanissetta, voglio premettere che un Congresso eucaristico è una manifestazione di fede del popolo di Dio nei con-fronti di Gesù Eucaristia.
La scoperta di Gesù attraverso la sua Parola e i suoi gesti ci porterà nella fase preparatoria ad una cono-scenza più approfondita della figura di Gesù.
Questo è lo scopo che mi propongo io con questi miei scritti su questo giornale: portare le tematiche dei cenacoli alla conoscenza di tutti quelli che leggono questo nostro giornale, con la speranza di rendere un servizio alla gloria di Dio attraverso la conoscenza di Gesù. Il Congresso eucaristico Diocesano ha questo tema: "Cristo pane spezzato per la vita del mondo", esso il Congresso, partendo da tre temi ispiratori si propone alcuni obiettivi che intende raggiungere con questa celebrazione. I temi ispiratori sono: la centra-lità di Cristo, la dimensione comunionale della comunità diocesana attorno a Gesù Eucaristia e un progetto di inculturazione della fede attraverso l'evangelizzazione della cultura, in modo da raggiungere l'obiettivo dell'adesione, personale e comunitaria, a Cristo riscoprendo nell'Eucaristia la fonte e il culmine dell'espe-rienza cristiana; di rifondare e rafforzare la comunione con Dio e con i fratelli a partire dal modello "euca-ristico" e confermare l'impegno personale e comunitario della testimonianza, dell'evangelizzazione e mis-sione con la traduzione dell'"Andate la messa è finita" in una presenza qualificata cristianamente nel so-ciale, nella solidarietà verso i poveri e i bisognosi, nella caritas parrocchiale e diocesana ed infine nelle nuove povertà.
Destinatari di questo Congresso sono tutti gli "uomini di buona volontà" ed anche a coloro che sono lonta-ni dalla pratica religiosa e vivono ai margini della chiesa.
I temi che verranno trattati in centri di ascolto parrocchiali da missionari preventivamente preparati saran-no 5, uno per mese, a partire da Gennaio 2002.
Noi li affronteremo nel nostro giornale che sarà come un centro di ascolto con destinatari tutti quelli che leggono il giornale e che avranno la pazienza e la carità di leggermi in questa occasione di evangelizzazio-ne attraverso questo mezzo.
I cinque temi che tratteremo sono:

1. OGNI EUCARISTIA E' UN BANCHETTO DI FESTA, rifletteremo sulle "Nozze di Cana".
2. OGNI EUCARISTIA E' NUTRIMENTO PER LA VITA, la riflessione sarà sulla "Moltiplicazione dei pani".
3. "FATE QUETO IN MEMORIA DI ME", la riflessione sull'ultima cena e sull'Esodo.
4. OGNI EUCARISTIA E' LIBERAZIONE E SALVEZZA, la riflessione sull'esodo (prima pasqua ebraica).
5. OGNI EUCARISTIA E' INCONTRO CON GESU' RISORTO E CONDIVISIONE CON I FRATELLI, rifletteremo sul brano dei discepoli di Emmaus.
Noi faremo cinque riflessioni come li faranno nei centri di ascolto solo che noi saremo legati a quando esce il giornale ma questo sicuramente non è un problema.Questa volta rifletteremo sul primo argomento cioè il brano del vangelo di Giovanni al cap. 2 versetti 1-11, le Nozze di Cana. Spezzeremo il brano evangelico partendo dall'individuazione del fatto narrato e dei personaggi che in es-so interagiscono.
Il fatto: c'è un matrimonio a Cana e vengono invitati sia Maria sia Gesù con i discepoli, è pensabile che gli sposi fossero parenti di Maria, la festa di matrimonio durava alcuni giorni e veniva offerto da mangiare agli invitati, un po' come avveniva, in qualche modo, anche da noi negli sposalizi di qualche tempo fa quando in casa degli sposi si teneva festa per tutta la settimana successiva al matrimonio con balli, liquori e dolci, ma torniamo al discorso iniziale, si mangiava e si beveva. Ora durante questo periodo di festa venne a mancare il vino, o perché gli invitati erano più del previsto, o perché avevano bevuto troppo o in-fine perché erano stati sbagliati i calcoli. Rimanere senza vino sarebbe stata una pessima figura per gli spo-si. Gli sposi sono preoccupati, gli invitati, non si accorgono di nulla, Maria si accorge del trambusto e ca-pisce che manca il vino e se ne preoccupa, infatti interviene a modo suo con discrezione, dicendo al figlio "non hanno più vino", presenta ha Gesù un bisogno reale e chiede il suo intervento, Gesù risponde: "che c'è fra me e te o donna, la mia ora non è ancora venuta", Maria chiede un miracolo a Gesù, e Gesù parla della sua ora; tra l'ora di Gesù e il vino c'è qualche relazione nascosta e Gesù con la madre parla di que-st'altra cosa, Maria dice: "fate quello che vi dirà", alla base di quest'atteggiamento, c'è la certezza che Ge-sù interverrà per risolvere il problema.
Infatti, Gesù dice ai servi "riempite queste giare di acqua", essi le riempirono fino all'orlo, sei giare, in tutto circa 800 litri. Adesso, disse Gesù, portatene ad assaggiare al capotavola, e così fecero i servi, convinti di portare acqua, il capotavola assaggiò ed esclamò: "tutti servono prima il vino buono e poi, quando si è già bevuto molto, servono il vino scadente. Tu invece hai conservato il vino buono fino a questo momento". Questo è il primo segno miracoloso che Gesù fece nella città di Cana, in Galilea.
Ma che rapporto c'è tra Cana e l'Eucaristia? Cercheremo, per capirlo un po' meglio, di fare un parallelo tra Cana e l'Eucaristia.
Cana, è il primo "segno" che Gesù compie; l'Eucaristia la Cena è l'ultimo "segno" della sua vita terrena. Cana, Gesù è circondato dai suoi discepoli: agisce per loro perché credano in lui. L' Eucaristia, Gesù è circondato dai suoi discepoli: agisce per loro, perché rimangano attaccati a lui e con-tinuino la sua opera.
Cana, il vino è offerto ai numerosi invitati alle nozze. L'Eucaristia, il vino dell'eucaristia è offerto a tutti gli uomini. Cana, il vino moltiplicato è la risposta alla tristezza umana (la festa rovinata). L'Eucaristia, il vino dell'eucaristia, sangue di Cristo, manifesta che Gesù è il vincitore della morte. Questo segno è così una ri-sposta alla più grande infelicità umana (la morte).
Cana, a Cana si celebra la festa di un'alleanza umana, le nozze. L'Eucaristia, nella Cena viene celebrata la " nuova ed eterna alleanza" tra Dio e l'umanità.
Cana, l'acqua diventa vino. L'Eucaristia, il vino diventa sangue di Cristo.
Cana, Gesù rivela per la prima volta l'amore onnipotente di Dio (prima manifestazione).
L'Eucaristia, il pane e il vino eucaristici preparano l'ultimo giorno, quando Cristo verrà a colmare l'univer-so con la sua presenza (ultima manifestazione).
Vorrei riprendere alcuni temi per approfondirli un po': il vino, la risposta di Gesù alla madre e la conclu-sione del brano, l'ultimo versetto.
IL vino Considerando l'esistenza umana possiamo notare come nella vita degli uomini ci sia tanta gioia e tanta sofferenza; il Vangelo è come la vita: un miscuglio di grandissima gioia e di profondissima pena, un miscuglio di ebbrezza e di morte. Il vino e segno sia di questa gioia sia di questa angoscia. Gesù sapeva di portare nel mondo la sorgente di tutte le gioie. Ma questa gioia sarebbe sgorgata quando il suo cuore tra-fitto avrebbe lasciato colare le ultime gocce del suo sangue versato completamente. Gesù porta la gioia in abbondanza a tutta la famiglia umana: cambia in vino, in ottimo vino sei recipienti d''acqua, Egli, non è venuto per ostacolare la gioia degli uomini ma per renderla più completa. Il vino di Cana di Galilea, anche se gli uomini non se ne rendono conto, è già il lieto messaggio: siamo amati da Dio, un Dio che vuole vi-vere con noi le nozze eterne.
La risposta di Gesù a Maria: sembra a prima vista che Gesù risponda male alla madre, forse Gesù non ri-teneva essere giunto il momento di cominciare i segni e chiede alla madre: che c'è fra me e te o donna? Non è giunta la mia ora!
Pur non essendo giunta l'ora che è quella della passione, il segno dei segni, Gesù acconsente a compiere il segno del Vino, vogliamo chiederci perché? Forse per non offendere la sua madre? Ad una prima lettura del brano si potrebbe avere questa impressione. Oggi si da un'altra interpretazione a quel "che c'è fra me e te". Maria è la Donna, che intuisce il momento nel quale è necessario che io nasca alla mia missione, che io appaia alla luce del sole nel mio paese… Cana è come una nuova nascita del Figlio di Dio, una nascita pubblica, il primo segno che egli non è soltanto il "figlio del carpentiere". E Maria è cosciente di essere là, tra l'angoscia umana ("non hanno più vino" sono tristi…) e la sorgente di tutte le gioie (suo figlio Gesù, Figlio dell'Altissimo). Maria esprime la sete degli uomini e sollecita il dono di Dio (fate tutto quello che vi dirà).
Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli ce-dettero in lui. Alla lettera possiamo tradurre: "Gesù fece questo inizio dei segni" Come ogni profeta anche Gesù doveva provare l'autenticità della sua missione attraverso dei "segni" o prodigi compiuti in nome di Dio. Ci si aspettava particolarmente dal Messia che rinnovasse i prodigi di Mosè. Gesù dunque compie dei segni per indurre gli uomini a credere nella sua missione divina, perché le sue "opere" testimoniano che l'ha inviato Dio, che il Padre è in lui con la potenza della sua gloria. Il Padre stesso compie queste opere. Molti tuttavia rifiutano di credere in lui e perciò rimangono nel loro peccato, a differenza dei discepoli che credono in lui, e sono liberati dai loro peccati, in altre parole entrano nella salvezza di cui Gesù è il portato-re.
Diac. Vincenzo Esposito