Il forestiero
Vorrei riflettere assieme a voi su un brano del Vangelo tratto da Luca al cap. 24 versetti 13 e seguenti. Il brano ci narra come due discepoli di Gesù se ne tornavano a casa sfiduciati e delusi, per quello che era successo a Gerusalemme in quella festa di Pasqua, "come i sommi sacerdoti e i capi hanno consegnato Gesù per farlo condannare a morte e crocifiggerlo" (20). Tutto era stato vano, un profeta potente in opere e parole non era stato in grado di liberare il popolo dall'occupazione romana. Questi erano i sentimenti dei due discepoli mentre camminavano per tornare alla loro casa di Emmaus.
Cammin facendo un pellegrino si accostò a loro e domandò: " che discorsi sono questi che vi scambiate l'un l'altro, cammin facendo ?" Essi si fermarono tristi, e uno di loro di nome Cleopa gli disse: "Tu solo sei così straniero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni? Ed egli rispose: "Che cosa?". Cleopa gli spiegò cosa era successo dal venerdì alla Domenica, il fatto di Gesù, il nazareno, che era stato consegnato dai capi, che era stato condannato e poi crocifisso e morì sulla croce. Tutte le speranza andarono deluse, l'angoscia aveva preso il sopravvento assieme alla tristezza, sconsolati si avviavano al loro paese senza più nessuna prospettiva.
Non era bastato neanche l'annuncio delle donne che avevano detto, al ritorno della tomba trovata vuota, di avere avuto una visione di angeli e che Gesù era vivo. Lo straniero, il forestiero incalza subito con una provocazione: " O stolti e tardi di cuore a credere a quello che hanno detto i profeti! Non doveva forse il Cristo patire tutto questo ed entrare nella gloria? E cominciando da Mosé e da tutti i profeti, spiegò loro quanto lo riguardava in tutte le Scritture". I loro occhi che erano chiusi per lo stato d'animo che si ritrovavano cominciano a schiarirsi, ma sono ancora incapaci di riconoscerlo, soltanto il loro cuore cominciava ad avere il calore della sua parola che trasforma.
Mentre parlavano arrivano al villaggio e Gesù fa il gesto di voler continuare il cammino, adesso il loro cuore si apre all'accoglienza si fa sera ed è conveniente non proseguire ancora il viaggio perciò i discepoli invitano il forestiero a rimanere con loro per la notte.
L'ospitalità fra i giudei era molto sentita e Gesù accetta di buon grado di rimanere, ora avvenne che mentre era a tavola con loro prese il pane, pronunciò la benedizione, lo spezzo e lo distribuì loro. Chissà quante volte era capitato ai due discepoli di partecipare ad una banchetto con Gesù, questo doveva essere senza dubbio una caratteristica peculiare del modo di fare di Gesù se i loro occhi si aprono completamente allo spezzare il pane e lo riconoscono. Non vedono Gesù, egli sparisce dalla loro vista, i loro occhi adesso sono capaci di vedere oltre le apparenze e riconoscono il Signore. Un'energia nuova entra nei loro corpi, non possono trattenere la gioia dell'incontro, incuranti delle tradizioni che vietavano il cammino di notte essi tornano a Gerusalemme, nel cenacolo dove è riunita la Chiesa, e lì condividono con gli undici riuniti assieme ad altri discepoli quello che era loro successo.
Lo scambio di esperienze del risorto adesso è possibile, gli undici hanno la certezza della risurrezione del Signore poiché è apparso a Simone e anche i due tornati da Emmaus poiché l'avevano riconosciuto allo spezzare del pane.
E' all'interno della chiesa che si fa esperienza di Gesù, e si può incontrare attraverso i fratelli, nella loro testimonianza, nel rito, nei sacramenti, nell'Eucaristia.
Diac. Vincenzo Esposito
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