Un raro cantastorie a raccontar la Sicilia
Nonò Salamone fa spettacolo in Piemonte alla Scuola Media Garelli
L'agorà delle antiche piazze siciliane e greche è stata riprodotta nella scuola media "Paola Garelli". Nonò Salamone, il cantastorie, riesce a riportare le storie, le tradizioni, il dialetto, i sapori di un'antica Sicilia all'interno dei cuori e degli occhi degli alunni che lo guardano con commozione. L'artista ha iniziato il suo spettacolo lunedì mattina, un paio d'ore di ballate in originale dialetto siciliano con sfumature dal 1200 al 2000. Gli studenti hanno ascoltato attentamente Nonò senza difficoltà di comprensione applaudendolo e apprezzandone ogni sua storia.
Originario di Sutera, in provincia di Caltanissetta, e residente a Torino da più di trent'anni, Nonò è l'unico cantastorie che ha fatto di questo mestiere la propria ragione di vita. "Sono andato via dalla Sicilia per lavoro, cercando sbocchi nel teatro e nella musica, continuando il mestiere di mio padre - afferma Salamone- Sono riuscito in quello che desideravo. Il cantastorie non è un mestiere facile, chi lo è deve essere veramente innamorato di quello che fa".
Nonò canta e conta le storie di un modo di vivere lontano dal nostro tempo, come quella della "baronessa di Carini" o di "Marta di Elicona" musicata su testo di Melo Freni o, ancora, canzoni ispirate alle poesie di Ignazio Buttitta.
Un repertorio vasto, aggiornato fino ai giorni nostri, con vicissitudini che riguardano, anche, persone conosciute da Salamone, come ad esempio la "Storia di Rosa", la vicenda di una ragazza siciliana ripudiata dalla famiglia perché incinta, costretta a emigrare e morire poco dopo in pessime condizioni. Per il suo spettacolo Nonò utilizza strumenti semplici: la chitarra acustica, un tamburello, cartelloni che illustrano le storie e la sua potente voce che urla e canta con passione.
Un'antica tradizione che si integra perfettamente in questa scuola che da anni è all'avanguardia per la sua impronta tecnologica. "Questa antica usanza di incontrarsi ricorda la multimedialità -spiega il professore Salvatore Difrancesco- I computer usano molto le icone nell'interfaccia ed anche Nonò con i suoi cartelloni usa le immagini, paragonabili a dei pulsanti". La piazza antica viene vista come l'agorà telematica dove le persone si incontrano e si raccontano le storie ed è un susseguirsi di vicende, un tam tam in continuo movimento. " E' proprio ispirandoci a Salamone che abbiamo chiamato il sito della scuola www.e-tamtam.org, uno spazio dove modernità e tradizione si incontrano", ha concluso Difrancesco.
Marianna Di Riso
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