La Samaritana

Prendo lo spunto dal brano del vangelo di Giovanni al cap. 4 versetti 5-42 per una riflessione. Innanzitutto vediamo chi sono i personaggi che animano il brano: Gesù, una donna samaritana, i discepoli, i samaritani.
Gesù è il personaggio principale assieme alla samaritana, con la quale s'intrattiene a discorrere. Siamo vicini al pozzo, che Giacobbe aveva dato al figlio Giuseppe, quel Giuseppe che era stato venduto dai fratelli agli ismaeliti di passaggio, come schiavo e che poi diventò il vice re d'Egitto salvando dalla fame sia l'Egitto sia i paesi circonvicini.
Il pozzo nel deserto è luogo di vita, d'incontro e di relazioni. Lì si ferma Gesù stanco, ma proteso all'incontro con ogni uomo. Il pozzo evoca la vita, ma anche la fatica della ricerca e dell'attingere ciò che nel deserto è vita. Anche l'ora è importante. E' mezzogiorno, l'ora più calda della giornata e a quel pozzo si reca una donna samaritana per attingere acqua, è l'ora in cui il sole illumina ogni angolo. Gesù chiede alla donna: "Dammi da bere".
Qui ha inizio il dialogo tra Gesù e la donna che è figura della chiesa. La risposta della donna è perentoria e non ammetterebbe repliche, "Come mai tu che sei un Giudeo, chiedi da bere a me che sono una donna samaritana?"
Emerge subito la separazione e l'inimicizia, che c'era tra i due popoli. Infatti, giudei e samaritani erano nemici. Gesù incalza: "Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice dammi da bere, tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva". Un' acqua diversa da quella dei pozzo, un'acqua sorgiva che toglie la sete non per breve tempo ma per sempre. Un'acqua che è segno dei dono dei doni, cioè dello Spirito Santo.
La donna non è che capisca gran che di quanto gli dice Gesù, rimane terra terra e vista l'opportunità di non andare più ad attingere acqua al pozzo gli chiede: "Dammi di quest'acqua, perché non abbia più sete e non continui a venire qua ad attingere acqua".
La donna pensa ad un'utilità immediata e non comprende ciò che gli viene offerto. Gesù continua: "Va a chiamare tuo marito e poi ritorna qui". Rispose la donna: "Non ho marito". E Gesù: "Hai detto bene 'non ho marito'. Infatti, hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo -marito. In questo hai detto il vero".
Gli replica la donna: "Signore, vedo che sei un profeta. I nostri padri hanno adorato Dio sopra questo monte e voi dite che è Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare." Gesù le dice: "Credimi, donna, è giunto il momento in cui né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate quello che non conoscete, noi adoriamo quello che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità, perché il Padre cerca tali adoratori. Dio è spirito e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità.
Gli risponde la donna: "So che deve venire il Messia; quando egli verrà, ci annunzierà ogni cosa". E Gesù: "Sono io, che ti parlo".
Torniamo un attimo indietro, l'interlocutore di Gesù è una donna. Nell'antichità il pozzo stesso è simbolo della donna, della sua fertilità, della sua femminilità e dei mistero della vita che sgorga dal suo seno. Ma questa donna è la femminilità tradita e degradata. Perché lei viene ad attingere acqua a mezzogiorno? Perché così può essere sola, poiché nessuno sceglie di portare pesi a -mezzogiorno con quel caldo. Lei lo sa. Deve evitare le altre donne, per evitare le chiacchiere di cui sarebbe stata oggetto e bersaglio. E' una donna di tutti e nessuno. Non è una donna che non sappia amare, ma ha amato male. Gesù che è verità di Dio e dell'uomo la conduce alla verità. E la verità la rende libera, capace di accogliere il dono di Dio. I discepoli di ritorno dal fare la spesa si meravigliano del fatto che Gesù stesse a parlare con una donna, però non sono capaci di fare domande.
La donna adesso che è stata intimamente toccata dal dialogo con Gesù si fa messaggera di una buona notizia, torna a casa non per chiamare il marito, che non aveva ma per annunciare ai suoi concittadini che ha incontrato il Messia, colui che doveva venire e che le ha rivelato la sua verità. I samaritani accorrono e trovano Gesù. Molti credettero il lui per le parole della samaritana; tanti credettero in Gesù per il suo insegnamento, poiché rimase con loro per due giorni. I samaritani fanno un salto di qualità, dall'incontro con il profeta, come aveva detto la donna, scoprono una verità più profonda. Infatti, dopo aver ascoltato dicono: "Non è per la tua parola che noi crediamo; ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è il salvatore dei mondo". L'incontro al pozzo, dunque, nei suoi simboli principali è un'autentica parabola dell'incontro fra Cristo e l'uomo. Gesù ha sete dell'amore della donna, dell'amore dell'umanità intera, come griderà dalla Croce. La sete del Figlio di Dio è sazietà per chiunque desidera abbeverarsi alla sorgente illimitata della sua misericordia.
Diac. Vincenzo Esposito


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