Montedoro, processione del Corpus Domini

Ridotti a tre i giorni della processione di "Lu Signuri" degli otto dei decenni passati, resta immutato il modo di realizzare gli altari lungo le strade caratterizzati dal tronetto chiamato "tusellu" con veli e pizzi e decorati da collanine d'oro con gli immancabili simboli dell'eucaristia e cioè le spighe e i pampini della vite. E poi tappeti e piante le più varie fornite dal gruppo di fedeli che hanno preparato l'altare. Agli uomini è riservata la parte dell' illuminazione dell' altare e del trasporto degli attrezzi più pesanti. La sera, alla fine della processione, si recita il Rosario e ai partecipanti vengono offerti dei dolcini. Il top dell'altare è il momento della benedizione del Santissimo, quando, tutti quelli che si sono cooperati alla realizzazione, si schierano a corona dello stesso altare e magari qualcuno immortalizza il momento con qualche fotografia o con la videocamera.
Un altro momento importante, perché gratificante per il lavoro svolto, è quello dei complimenti dei visitatori. La processione si snoda dietro il sacerdote che porta l'ostensorio sotto l'ombrello e il baldacchino portato da cinque uomini, mentre nella memoria dei più anziani è vivo il ricordo del tempo in cui c'erano i "fratelli" della Confraternita, preceduti dai ragazzi delle varie associazioni cattoliche: le fiamme verdi, le fiamme bianche, le fiamme rosse, gli aspiranti con le fasce a tracolla e i ragazzi che avevano fatto la prima comunione.
Se molte tradizioni resistono a Montedoro il merito va alle donne, che con la loro tenacia tramandano quanto facevano le loro mamme e le loro nonne con impegno e devozione anche se incidono poco sul comportamento degli uomini. La processione dei Corpus Domini attraversa le strade del paese e le donne hanno la cura di stendere nei balconi le più belle coperte dei loro corredo suscitando l'ammirazione e i commenti di alcune persone, ma rimane una bella usanza da perpetuare nel tempo.
Lillo Paruzzo


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