Sete ... di acqua!

Spesso in TV vediamo immagini di paesi sottosviluppati dove la gente si affolla attorno ai pozzi per attingere quella poca acqua che le permetterà di sopravvivere un altro giorno, dissetare i propri figli, il proprio bestiame, se ne hanno, speranzosi che quelle esigue risorse idriche, inesorabilmente in esaurimento, vengano alimentate dalle piogge che gran parte dell'anno non ci sono.
La siccità è un fenomeno in continuo aumento che investe pian piano vaste zone del pianeta provocando desertificazione ed esodi di intere popolazioni povere che non hanno alcun mezzo per resistere.
Acqua - vita è un binomio sempre più attuale che nei prossimi decenni condizionerà inevitabilmente le nazioni e le politiche dei governi del pianeta: governi che da sempre fanno i conti con la siccità quelli poveri; e governi ricchi, industrializzati e con grandi risorse idriche, che fanno finta che il problema non esista.
E' innegabile che la temperatura globale del pianeta sia in costante aumento, i deserti avanzano e il quadro demografico che si va delineando vede zone completamente spopolate e aree invece superaffollate, quasi al collasso. Esperti, ambientalisti, studiosi del clima da anni lanciano il grido di allarme e finalmente pare che i governi si muovano, partecipano alla conferenza sul clima, promuovono iniziative e misure per ridurre i gas inquinanti, causa dell'effetto serra, principale accusato dell'aumento della temperatura.
La conferenza mondiale sul clima, svoltasi a Kyoto, Giappone, lasciava presagire un impegno serio e concreto, anche se insufficiente secondo gli ambientalisti, per mettere un freno al problema che se da un lato provoca siccità, nelle aree metropolitane rende l'aria irrespirabile e la vita impossibile.
Risultato: aree completamente desertificate ed aree completamente inquinate. Bisognerà emigrare in un altro pianeta.
Gli Stati Uniti d'America, padroni del mondo e maggiori responsabili dell'inquinamento atmosferico, che decidono se il sole dovrà restare rosso o nero, avevano aderito al trattato di Kyoto, ma purtroppo, con l'avvento di Bush, hanno pensato bene di fare marcia indietro anteponendo i loro interessi economici a quelli della salute del nostro pianeta. Frena, America, c'è un muro, anzi un deserto.
Ormai sono finiti i tempi che ci ricordano i nostri nonni, quando le stagioni erano quattro e piovendo per giorni e giorni "calava la china" nei fiumi.
Anche quest'anno, nella nostra zona, le piogge sono state quasi nulle e finora il problema si risolve solo con gli slogan elettorali. Godiamoci ancora per poco questo bel paesaggio verde. Tra poco tutto diventerà giallo e poi nero a causa dei soliti ignoti, pardon, incendi ….. e mancherà l'acqua.
Giulio Amore


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