In Tv la storia del carabiniere che arrestò Donato Bilancia. E'suterese di adozione
Un film su Filippo Ricciarelli, il cacciatore di serial killer
Il tenente colonnello Filippo Ricciarelli è suterese di adozione per avere sposato Paola Carruba Toscano, figlia di Alessandro. Ha due figli, rispettivamente di 14 e 12 anni: Pier Alberto e Benedetta. Risiede con la famiglia a Torino.
L'articolo è tratto da La Stampa, Torino, Mercoledì 3 aprile 2002.
"Cinquantasei proiettili, 17 delitti, 13 ergastoli. Sta in queste cifre l'orribile vicenda di Donato Bilancia, il serial killer dei treni, catturato a Genova quasi 3 anni fa. Un storia che in autunno tornerà sui teleschermi delle nostre case in un film per la tivù centrato sulla figura del maggiore dei carabinieri che arrestò l'omicida, dopo settimane di caccia estenuante.
Quel maggiore (che intanto è diventato tenente colonnello) si chiama Filippo Ricciarelli, e adesso comanda il Reparto operativo del Comando provinciale di Torino. Nel film verrà interpretato da Giulio Scarpati, il maestro Perboni di "Cuore" ed il dottor Martini de " Il medico in famiglia", attore misurato, pacato, legato alla famiglia, padre impegnato. In fondo davvero una copia del colonnello Ricciarelli, ufficiale che ha trovato la popolarità mandando in galera il più spietato dei serial killer italiani, ma personaggio umanamente ricchissimo anche nella vita e nel lavoro di ogni giorno.
Il primo ciak è previsto il 7 maggio a Cinecittà, poi la troupe si trasferirà ovviamente sotto la Lanterna, ed anche nel Basso Piemonte. Prodotto dalla Taodue di Pietro Valsecchi e Camilla Nesbitt per Mediatrade, "Omicidio a sei facce" è stato scritto da Cesarano, Marchesini, Rulli e Valsecchi che hanno tratto la sceneggiatura da migliaia di pagine di atti processuali. Il regista sarà Sergio Soavi, allievo di Dario Argento, che vede il film come "un mosaico messo insieme dall'investigatore che si ritrova a dover dare un volto e un nome a un fantasma che uccide con disinvoltura amici e sconosciuti".
La pellicola ha già pronto il suo tema: un maggiore dei carabinieri contro un imprevedibile assassino. Un investigatore che cerca la difficile strada per fermare, e per fermare in fretta, qualcuno che, armato di una Smith&Wesson, colpisce metronotte, amici, ragazze qualsiasi, prostitute. Con moventi che cambiano, si intrecciano, divergono ma con una costante, spietata, voglia di morte. Una caccia che pone le basi su risorse d'avanguardia con la spasmodica ricerca dei Dna da comparare con quello del maniaco assassino.
Al colonnello Filippo Ricciarelli, 40 anni, perugino, laureando in Scienze Strategiche, docente del corso di Chimica Forense, l'idea di questo film piace. Soprattutto perché ama il cinema (proprio l'altro ieri ha visto Gosford Park, un "giallo" che lo ha appassionato). Non ama, invece, la pubblicità: a Genova, quando aveva sul volto i riflettori di tutta Italia, chiese di non parlare di sé, ma solo dei suoi uomini. Nella vita privata è comunque un marito (la moglie si chiama Paola) ed un papà (i suoi ragazzi sono Benedetta e Pier Alberto) molto attento, capace di apprezzare le scampagnate con la famiglia anche quando le notti senza sonno trascorse in ufficio consiglierebbero una dormita. Parla spesso, e volentieri, del padre, che se ne è andato presto ma che ha fatto in tempo ad insegnargli da che parte stare. E' adorato, senza riserve, dai suoi uomini, assolutamente incapaci di dirgli di no.
Del resto, per lui la "squadra" è tutto. Lo ribadisce anche quando parla del film che sta per cominciare: "La vicenda Bilancia non è stato un confronto fra un investigatore ed un assassino, ma un'indagine che ha visto coinvolti centinaia di uomini. Ognuno impegnato a fare la sua parte, magari umile ma ugualmente importante. La nostra è stata davvero una vittoria di squadra, una vittoria dell'Arma che ha impegnato i marescialli del nucleo operativo accanto agli elicotteristi, gli infiltrati del Ros insieme ai biologi del Ris".
Come si è arrivati alle manette? " Abbiamo cercato di pensare come l'assassino, ad entrare nel suo cervello. A chiederci perché aveva ucciso quella determinata persona, in quel determinato posto, a quell'ora. Poi sono arrivati anche i suoi errori, ed i miracoli dei colleghi del Reparto Investigazioni Scientifiche di Parma"
Angelo Conti
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