Milena, festa in onore di S. Antonio abate

Come ogni anno, la seconda domenica d'agosto si celebra la festa di S. Antonio corrispondente al clou di presenze dei nostri emigrati (quella liturgica ricorre il 17 di gennaio).
La messa solenne della domenica alle 11.30, celebrata dal vice parroco don Diego Trupìa, ha visto coinvolte le realtà parrocchiali (ambientale proclamazioni, canti, preghiera dei fedeli, offertorio ed i ministranti). L'omelia sintetizza il senso della ricorrenza indissolubilmente legata alla terra e trasponendoci la benedizione del parroco don Francesco Falletta, andato a ritemprarsi.
Al pomeriggio, la processione con don Onofrio Castelli, responsabile dell'Ufficio catechistico diocesano, e don Gino La Placa già vice parroco a Milena dal 1996 al 2000. Un appunto c'è da attuare, non esclusivo alla parrocchia, e concerne il culto, aspetto non secondario ma storico che nell'edizione corrente è stato in toto obliato.
Non c'erano "viasti parati" nè "prummisioni" e non c'era "lu purciduzzu", se non nel simulacro scolpito (Fr.sco Biangardi fecit 1896) "accovacciato in una posizione canina (...) mansueto(... data la presenza rassicurante del santo". Fuor di facile retorica: un segno dei tempi? "L'armàri" non ci sono più si potrebbero bensì benedire, il raccolto, siccità permettendo, oppure i mezzi in virtù della meccanizzazione e "Il deserto divenne città" (Vita di Antonio).
Vincenzo C. Ingrascì


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