La chiesa Madre di Milena
(Sul restauro ed altro)
Ripropongo lo stesso titolo del depliant della scuola elementare San Giovanni Bosco di Milena, dello scorso anno, soltanto per chiarezza nei confronti del tema discusso.
Lo scorso marzo su di un giornale provinciale e su La Sicilia è comparso l'articolo-denuncia dell'amico G. Licata, laureando in architettura, sul presunto restauro della facciata della chiesa Madre. Verissimo e deontologico che qualsivoglia restauro significa conservazione e non rifacimento, ma ricordo che sono proprio i tecnici ad essere mancanti della parte umanistica, rappresentando incultura ed allo stesso, al quale va tutta la mia solidarietà, rammento, nell'esprimere la mia personalissima opinione, e dunque opinabile, la nuova facciata essere più storica, al di là del semplice discorso estetico "mi piace o no".
In tutti i libri di storia locale, valga per tutti il passo di Arturo Petìx, "le donne e gli uomini stessi, la do-menica, prima della messa andavano in processione alla cava (Rocca della Mendola - Pili Mancarelli. RdR), con a capo il parroco stesso don G. Alessi, prendevano la propria pietra per portarla al posto della fabbrica",
Ora, quando guardo queste pietre, individuo idealmente, quelle che i miei avi pure portarono ad essi congiungendomi, sentendomi "parte" della storia. L'attuale visione, pare frutto d'una decisione maturata in corso al progetto originario di mantenimento, avendo constatato le buone condizioni del pietrame, di più vi era la volontà probabile di reprimere il loggiato di Piazza Garibaldi, unico nel suo genere a Milena. E ciò basta affinché sia storia.
Faccio notare a quegli stessi tecnici, dei quali l'amico diverrà collega, che i cosiddetti "archi" ed il campanile, risalenti al 1961, sono stati progettati in maniera pressoché perfetti, tenendo conto delle condizioni ambientali (la piazza). E che il motivo architettonico degli archi, si ripete nell'archetto in su l'orologio, a testimonianza della legge dell'analogia.
La presente, vuole essere una considerazione equilibrata, desiderando a termine della sicura lettura, ciò non venisse strumentalizzato a fini elettorali, identificando, come in uso nei piccoli comuni la politica col fare e con le opinioni proprie. Occorrerebbe, invece ricordarsi che il suddetto "restauro" è stato approntato nell'80° anniversario della elevazione a parrocchia (1922-2002) e la costruzione risale al periodo del Teatro Regina Margherita nella vicina Racalmuto, quando questa "la faceva da città" (Leonardo Sciascia).
Una disquisizione genuinamente culturale.
Vincenzo C. Ingrascì
Note
· Pietrame. O forse una teoria di progetti eguali, di lascito regionale, per semplice moda.
· Piazza. Come pure spazio esistente e futuribile.
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