Testimonianza e vita eterna
Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita (poiché la vita si è fatta visibile, noi l'abbiamo veduta e di ciò rendiamo testimonianza e vi annunziamo la vita eterna, che era presso il Padre e si è resa visibile a noi), quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunziamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. La nostra comunione è col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia perfetta (1 Gv 1-4).
Essere nella gioia, è un fatto importantissimo, ma comunicare ad altri la stessa gioia è altrettanto importante, perché la gioia è tanto più grande, tanto più sono in tanti ad averla. Innanzi tutto vediamo qual è il contenuto di questa testimonianza fatta dall'evangelista Giovanni "Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita, quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunziamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi". Giovanni ha fatto l'esperienza di Gesù, lo ha seguito, ha udito
Le sue catechesi, ha visto ciò che egli compiva, lo ha visto morire e poi risorgere e ci vuole comunicare questa sua esperienza. Ciò per essere in comunione con lui e partecipare della sua gioia. Fare comunione con Giovanni equivale pertanto a fare comunione con Gesù e con il Padre. Fare comunione con Gesù significa entrare nel suo pensiero e operare con lo stesso spirito. Noi allora, saremo testimoni credibili di Gesù, solo quando lo avremo incontrato, ascoltato, visto, portato agli altri nel servizio e con la parola.
Sarà molto più credibile come testimone dell'amore di Gesù colui che parlerà di lui con le sue opere buone anziché con le parole. Tutto si gioca sull'annuncio di Giovanni, "vi annunziamo la vita eterna che era presso il Padre e che si è resa visibile", Gesù. Dunque, la vita eterna è Gesù, e solo in lui abbiamo la certezza che sarà una vita felice. Noi in ogni modo avremo una vita eterna, felice, nella gioia, o nel dolore e nel pianto. Sta a noi scegliere ora, adesso come deve essere per noi quest'eternità. Vivere questa vita terrena felici non è alla portata di tutti o in ogni caso non tutti la vivono, ma vivere l'eternità nella felicità e nella gioia senza fine è possibile a tutti. La risurrezione di Gesù è il pegno e la certezza che noi risorgeremo con lui e come lui. Risorgere, vincere la morte, era l'anelito di tutti gli uomini, ma nessuno era mai riuscito a vincere la morte. Se moriamo con lui, con lui risorgeremo a quella vita che lui è venuto a promettere e a realizzare."…Se moriamo con lui, vivremo anche con lui; se con lui perseveriamo, con lui anche regneremo; se lo rinneghiamo, anch'egli ci rinnegherà; se noi manchiamo di fede, egli però rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso." (Cfr. 2 Tm 2, 11-13). Sta a noi scegliere, perciò, che eternità vorremo vivere, se quella annunciata da Giovanni oppure quell'altra dove le tenebre la faranno da padrone in contrasto con il regno della luce annunciato e promesso da Gesù per tutti coloro che accoglieranno la sua parola e la vivranno con perseveranza fino alla fine.
Diac. Vincenzo Esposito
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