Qual è la virtù più necessaria?
Dio, che creando aveva dichiarato tutto molto buono, sembra ricredersi di fronte ad Adamo solo: "Non è bene che l'uomo sia solo" e ha creato Èva "compagna simile". Questo spiega come la solitudine ci pesi, ci faccia soffrire, a meno che si abbia una vocazione particolare. Amano la solitudine le anime profondamente contemplative, perché Dio riempie la loro solitudine.
Nel mondo, quante persone si sentono sole e tristi! Sì, è vero: ma è vero anche il contrario, come dice il proverbio: "Meglio soli che male accompagnati". È duro vivere da soli, ma è altrettanto duro vivere in compagnia di persone sbagliate.
Spesso ci sono urti, incomprensioni, malumori, maldicenze, silenzi pesanti come macigni. Il tutto è dovuto alla differenza di età, di educazione, di temperamenti, di istruzione... Ci sono persone invadenti, indisponenti in ogni settore della vita sociale. Diceva il padre Giraud, grande predicatore di esercizi spirituali, che in ogni nucleo famigliare o sociale "c'è sempre qualcuno che fa soffrire gli altri... come un osso spostato: soffre e fa soffrire". È il momento di ricordare e praticare la sesta Opera di misericordia spirituale: "Sopportare pazientemente le persone moleste".
Notare quel 'pazientemente' ! Il Beato card. Alfredo Schuster, in un'adunanza di clero chiese: "Qual è la virtù a noi più necessaria?". Ci furono molte risposte, infine disse: "La più necessaria è la pazienza" e faceva notare che l'apostolo S. Paolo, parlando della carità ed elencando le qualità, per prima cosa ricordava: "la carità è paziente, benevola...".
Da Papa Giovanni, n. 6.03
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