Giuochi di guerra


Un'amaca che dondola bimbe vocianti,
un pallone rincorso su un prato
da bimbi festanti,
sordi rimbombi con lampi accecanti
nel piatto orizzonte.
Un normale giorno di guerra a Baghdad.

Poi dal sole accecante di marzo
una saetta guizza nel limpido cielo
e s'abbatte sul prato
che s'empie di grida e di pianto.
Una strage normale e annunciata,
a Baghdad.

A lenire il dolore
anche a grappoli cadono i doni dall'alto
appesi a candide funi.
Zio Sam non ha cuore di pietra, si sa,
e allo sbaglio previsto
un dolce rimedio c'è già.

Come marchio perenne
il terrore
vivrà in quegli occhi sgranati
di bimbo su un campo di calcio

Federico Messana, Milano


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