L'aria della fava
Sutera dai tre volti
paese di emigranti
di piogge mai passanti
di venti a tramontana
di echi di campana
di echi ormai lontani
d'illustri valorosi
che Artemide Soteira
dall’ara di San Marco
guardava: il saraceno
straniero di passaggio
il romano e il bizantino
lo svevo ed il normanno.
Parea che questo tempo,
anche per lui lontano,
cantasse il contadino
nell’aria della fava
e che quel mulo stanco
sudato ed umiliato
cogliesse in quel momento
il fardello del passato.
Un giorno a tramontana
tra gli echi di campana
tra strade ormai deserte
financo di galline
partì quell’uomo stanco
sudato ed umiliato
con la valigia vuota
ma piena di una storia.
La storia di un paese
caldo e siciliano
che di monte San Paolino
ha fatto sempre il faro.
Giulio Amore
(Sutera, concorso estate 2003 “Calliope ispira Sutera”)
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