Il Calcio giovanile nel Vallone
Intervista a Raimondo Raviotta
Raimondo Raviotta è un ex calciatore che ha militato nei vari campionati dilettanti e nell'allora campionato Nazionale Dilettanti (Serie D) , nel ruolo di portiere. Ex arbitro di calcio, ha avuto come istruttore il "fischietto" mondiale Paolo CASARIN, era iscritto presso la Sezioni Arbitri del C.A.R.
Lombardia, ha allenato per diverse stagioni l'A.S. Mussomeli e la Fortitudo Mussomeli, attualmente guida gli "Allievi" del Mussomeli e conduce, avendo il tesserino di allenatore di base, assieme ad altri colleghi una Scuola Calcio regolarmente affiliata alla F.I.G.C.
L'obiettivo principale di Raviotta è quello di educare i ragazzi alla pratica sportiva in un sano senso dell'agonismo e, contemporaneamente, cercare di instradare i ragazzi che più ritiene portati verso il calcio verso l'esperienza con società professionistiche.
Sappiamo che è un "vecchio" tifoso della Roma che, quando può, segue dal vivo e che ha un figlio che intende seguire le orme del padre giocando nel ruolo di portiere.
La prima domanda che le poniamo è la seguente: secondo lei a cosa e attribuibile la crisi del calcio nei comuni del Vallone?
R. I costi di gestione sempre più inaccessibili, il disamore che i ragazzi cominciano ad avere verso il calcio, con le prime esperienze in gare ufficiali, il disinteresse che si ha per il settore dilettantistico.
D. Non crede che vi sia anche la "responsabilità" delle pay per wy?
R. Certo la TV che "mostra le gare del campionato di Serie "A" E "B" porta via potenziali utenti al settore dilettantistico, ma sarebbe un problema risolvibile se questo fosse organizzato e strutturato in forma migliore e più "appetibile".
D. Le ristrettezze degli Enti Locali, che da qualche anno, hanno chiuso i cordoni della borsa, possono essere stati un problema per le Società di calcio dilettanti?
E. Anche qui si può affermare che la mancanza dei "contributi" si è fatta sentire e non poco, ma era impensabile che si potesse gestire una società di calcio esclusivamente con i contributi del Comune. Nel calcio, purtroppo, si investe a livello personale e non sono in molti, soprattutto da noi, che vogliono rischiare.
D. Cosa dovrebbe fare un giovane per emergere oggi ad alti livelli?
R. Nel calcio l'elemento essenziale per emergere è la capacità di sacrificarsi, di saper tenere duro nei momenti difficili. Se si hanno queste capacità sarà più facile fare emergere le qualità tecniche, ma se mancano spirito di sacrificio e di sopportazione, si potrà essere un novello "Maradona", sono certo che non si otterrà niente.
D. Lei ritiene che il Settore Giovanile sia gestito, nel nostro Comitato Provinciale, in maniera adeguata?
R. Il settore giovanile è per qualsiasi società calcistica, a tutti i livelli, il "sangue" per la vita stessa della Società. Di questo, devo dire, purtroppo, che gli organismi preposti alla diffusione di questo sport, forse non si rendono conto in maniera adeguata e succede sempre più spesso che molti ragazzi, "avvelenati" da quanto subiscono sul campo, abbandonino questa attività. Comprendo le difficoltà che hanno II Comitato Provinciale e l'Associazione Arbitri Provinciale, ma si deve far si che il gioco del calcio rimanga, a questi livelli, tale,e non diventi ogni gara uno spareggio per la sopravvivenza e a coloro che sono designati a dirigere le gare, oltre che prepararli nella migliore delle maniere per quanto riguarda le norme regolamentari, dare il consigli di dirigere le gare con la massima serenità, senza inviti di nessun genere.
Il ragazzo che perde una partita in maniera "pulita" continua ad amare lo sport ed il calcio in particolare. Il ragazzo che subisce una, due, tre , quattro volte e più dei torti, abbandona questo sport e se manca l'elemento vitale, che sono le nuove generazioni, i giovani, credo proprio che il futuro di questo sport sia rivolto verso il baratro, d'altronde basta vedere quante sono le società nissene iscritte al campionato di 3^ Categoria per rendersi conto di questo. Non si può pensare soltanto a "monetizzare" occorre anche impegnarsi in un giusto e corretto coinvolgimento, altrimenti tutti ci rimetteremmo molto.
Calogero Cirlincione
Ritorna alla Home Page