Sutera e Rivalta: due scuole, un gemellaggio e… un’amicizia


“Cari amici della Sicilia …
abbiamo aspettato con ansia questo giorno e dopo due anni di assiduo lavoro siamo qui, insieme, pronti a farvi conoscere il Piemonte, i suoi monumenti, le sue bellezze naturali, la nostra cultura con le tradizioni”.
E’ cominciato così, il 22 marzo, il nostro soggiorno in Piemonte, con una promessa che i nostri amici di Rivalta hanno mantenuto in pieno. Già all’aeroporto siamo stati circondati da un caldo abbraccio di ragazzi e proff ed un cartellone di benvenuto, con il logo “due scuole … un’amicizia”.
Siamo stati presi sotto tutela da genitori onnipresenti, attenti alle nostre esigenze, anche alla nostra stanchezza; soprattutto determinati a rimandarci in Sicilia, senza rimorsi, con qualche chilo di troppo (torte mattina e pomeriggio, qualche specialità piemontese, assaggio di polenta e bunet). E tanta disponibilità doveva fare i conti con una vita familiare e di lavoro che reclamava altre cadenze ed appuntamenti.
E mentre i ragazzi delle seconde hanno condiviso in massa la nostra settimana di escursioni ed esperienze, il resto della scuola e dei genitori ha ugualmente lavorato con noi e per noi, seppure in modo non sempre visibile. Ad essi possiamo dare soltanto un grazie e tenerci un ricordo che ci accompagnerà a lungo. Siamo stati in una scuola che ha accumulato un altissimo capitale di fiducia dei genitori, che l’hanno premiata portando le classi, in pochi anni, da sei a dieci.
Tutta la comunità rivaltese si è stretta intorno a noi fin dal primo giorno.
La sera del 22 marzo c’era il sindaco Neirotti, Noemi, il presidente del consiglio, il parroco don Paolo e il presidente del consiglio provinciale di Torino Luciano Albertin, oltre al dirigente scolastico Pasquale De Sandro. E tanti suteresi e siciliani, tra cui la segretaria Marilù Arnò, sopraffatta dall’emozione e dal profumo di Sicilia.
Le due culture piemontese e siciliana si sono prese per mano. La compagnia de L’Archetto di Orbassano ha rappresentato la nascita delle maschere del luogo, ‘l pulanté e la pulantera che, lavorando nei campi di mais e vedendo le acque del Sangone tracimare gli argini, vi posarono i sacchi di granturco uno sopra l’altro salvando la vita e gli averi degli abitanti. Poi il cantastorie Nonò Salamone ha preso la chitarra e si è esibito in un vasto repertorio di canzoni popolari siciliane.
Rivalta è città nata nel mille d. C. lungo una delle diramazioni della Val di Susa, la via di collegamento con la Francia utilizzata dai pellegrini che si recavano a Roma, ma anche dagli eserciti francesi o savoiardi che imponevano difficili equilibri fra Torino e i territori di oltralpe. Ad ogni buon conto i signori di Rivalta avevano permesso ai contadini di collegare le mura cittadine del “ricetto” a quelle del castello, raro esempio di alleanza e mutuo soccorso tra non eguali.
Nell’ultimo mezzo secolo Rivalta si è lasciata alle spalle la civiltà contadina aumentando di sei volte la sua popolazione ed assorbendo via via veneti e meridionali, extracomunitari e torinesi benestanti che rendono il tessuto sociale variamente articolato, ricco di benessere, sfide ed opportunità, in cui è attivamente inserita, accanto alle istituzioni ed alle associazioni, la nostra scuola gemella di Tetti Francesi (altre frazioni, oltre a Rivalta centro, sono Gerbole e Pasta).
L’amore dei piemontesi per le loro montagne l’abbiamo visto il terzo giorno allorché, per andare a Briançon, ci siamo diretti al Monginevro. Ci indicavano il Monviso da tutte le direzioni, quello che gli era successo mentre era in visita al Monte Rosa, come sarebbe stato il tempo se in testa aveva il cappello o se non lo aveva (una lunga storia per dire, in breve, che non c’era mai da fidarsi delle previsioni meteo!). Verdi vallate, cime innevate, ruscelli d’acqua e cornioli di ghiaccio in rapida successione; poi gli impianti sciistici del Sestriere e le altre località che ospiteranno le olimpiadi del 2006.
Ma il Piemonte non è soltanto questo. C’è anche la collina morenica dove i ghiacciai, ritirandosi, hanno dato origine ai laghi di Avigliana sulle cui rive, sorvegliate in lontananza dalle Alpi, abbiamo pranzato in compagnia delle anatre. I nostri compagni, infine, ci hanno condotti alla splendida abbazia di San Michele, sul monte Pirchiriano, e ad ammirare la “corona di delizie” formata dalle regge dei Savoia (Rivoli e Venaria Reale; anche Stupinigi, benché solo di passaggio), nonché il centro storico di Torino.
Un’esperienza istruttiva si è rivelata la visita al Centro Stile Bertone di Caprie, un’azienda di progettazione e sviluppo di prototipi automobilistici nata nel 1912. Nel museo abbiamo ammirato auto d’epoca, come la Lancia Stratos e la Lamborghini, o la Giulietta degli anni ’50 ed altre che sfidano il futuro. Nella sala virtuale ci hanno mostrato come lavorano, proiettando a grandezza naturale su uno schermo stereo le immagini tridimensionali delle auto, che vengono poi girate e controllate da tutte le angolazioni con un semplice tocco del mouse. Gli operatori apportano correzioni direttamente sullo schermo ed una fotocamera speciale trasferisce le modifiche in tempo reale al computer.
Lo sviluppo del progetto non procede per fasi successive ma in parallelo e l’azienda ha un doppio modello di gestione, piramidale e ad intersezione, a caccia di errori ed imperfezioni, che riduce i tempi.
Infine a Briançon i nostri ragazzi hanno potuto esercitare il loro francese a diretto contatto con i cittadini e commercianti d’oltralpe.
Crediamo, tuttavia, sia per noi che per i nostri compagni di Tetti, che il culmine di tutta l’esperienza sia stato l’incontro col Sindaco di Rivalta nell’aula consiliare. I ragazzi si sono seduti sugli scranni “come dei piccoli consiglieri”. Presiedeva al centro, in fascia tricolore, il nostro sindaco Gero Difrancesco, che ha ringraziato tutta la comunità rivaltese per la grande accoglienza riservataci.
Entrambi i comuni, ha detto il nostro, e lo ha sottolineato anche il loro presidente del consiglio, hanno dei problemi di natura diversa; ma la nostra presenza era considerata come un felice momento in cui si gettavano ponti di collaborazione tra due comunità distanti, a cui sarebbe seguito un consiglio comunale dedicato a gravi emergenze della comunità rivaltese. Il sindaco Amalia Neirotti è stata di grande affabilità ed ha accettato l’invito rivoltole dal nostro presidente del consiglio, Giuseppe Grizzanti, a visitare Sutera. Noi le dobbiamo molto.
All’incontro erano presenti molti suteresi, ma anche più di un siciliano, desideroso di estendere ad altre scuole le stesse esperienze. E siamo stati anche molto onorati dalla presenza del gruppo storico di Rivalta che da qualche anno, in costumi d’epoca, fa rivivere la storia dei conti di Rivalta, dei loro famigli e dei popolani.
Infine la sera del 26 marzo è stato il momento degli addii. Mentre noi eravamo festeggiati e coccolati dalla Pro Loco di Gerbole insieme ai genitori ed ai nostri compagni gemelli, i suteresi del Piemonte in almeno 170 hanno organizzato una cena in onore del Sindaco di Sutera e della delegazione.
Alla Pro Loco i nostri e i loro ragazzi hanno ballato, mangiato patatine e dolci vari, specialità piemontesi. Ancora una volta professori e genitori, il personale ATA e don Paolo, ci hanno onorato della loro presenza. I ragazzi si sono scatenati, finendo gli ultimi balli … sopra le sedie. Al presidente della Pro Loco abbiamo consegnato una targa ricordo ed un portacenere di vetro fatto a scuola, e quanto ci aveva affidato la Pro Loco suterese. Ci hanno trattati troppo bene, colmati di premure e di tante … magliette. Infine hanno staccato dalla parete il quadro simbolo della Pro Loco, la chiesa della Mercede, e ce lo hanno regalato (lo abbiamo appeso sopra la porta dei professori, ma all’esterno, praticamente visibile da chiunque entri nell’atrio). Abbiamo ringraziato anche il comitato genitori e non sappiamo proprio, con gli uni e con gli altri, come sdebitarci. I piemontesi hanno un cuore caldo.
Negli stessi momenti i suteresi hanno passato una serata indimenticabile con il nostro sindaco, il presidente del consiglio e il gruppo genitori. Due telecamere hanno filmato la cena, a cui hanno partecipato anche il sindaco Amalia Neirotti ed il loro presidente del consiglio. Onofrio Salamone ha rallegrato la serata con le sue canzoni dedicando anche una serenata ad Amalia Neirotti, che ha promesso di venire.
L’aspettiamo. Ormai i ragazzi la conoscono bene.
In mezzo a tanti che meritano di essere ringraziati per questa esperienza veramente unica, permetteteci di ricordare i nostri capi di istituto, Carolina Taibi e Pasquale De Sangro, che l’hanno promossa nonché l’architetto Vincenzo Giovino, artefice del nostro logo: due ragazzi che, l’uno sulla terraferma e l’altro sul mare, giocano con arcobaleni di speranza.

Mario Tona


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