Furto alla Chiesa del Carmine
Un grave colpo al patrimonio artistico suterese


E' il primo pomeriggio di un sabato 24 luglio, che sembra uguale ai tanti altri in cui le donne del Rabatello sogliono aprire la chiesa, pulire e preparare l'altare per la messa dell'indomani. Ma si accorgono subito che qualcosa non va, qualche pietra è caduta da un sarcofago della famiglia Salamone, ai fianchi della Madonna del Soccorso, altari laterali sono sguarniti, le pareti orfane di alcuni quadri. L'arciprete è immediatamente avvertito ed inizia una prima, dolorosa ricognizione, la segnalazione ai carabinieri, la soprintendenza, il comune. Ma in realtà non resta altro da fare che completare l'elenco di quanto manca e ricostruire le dinamica del furto, non difficile per chi conosce e frequenta abitualmente la chiesa del Carmine.
Approfittando dei lavori di ristrutturazione dell'attiguo convento dei carmelitani per trasformarlo in museo di paramenti ed argenteria religiosa, i ladri sono penetrati nella chiesa salendo su un ponteggio vicino al finestrino dei gabinetti della sacrestia ed hanno potuto indisturbati staccare i quadri e caricarli probabilmente su un automezzo parcheggiato in piazza. Richiusa poi la porta della chiesa, che non presenta segni di effrazione, devono essere ridiscesi da dove erano penetrati.
Gli oggetti mancanti sono regolarmente inventariati e fotografati e si spera che tale fatto possa rendere difficile la ricettazione ed il collocamento della “merce”.
Si tratta del Cristo Deriso e della Vergine Addolorata, due tele ad olio del Seicento di probabile scuola bolognese rispettivamente di cm 65 x 55 e cm 80 x 65.
In sacrestia, un po’ malridotto dal tempo, manca il quadro del beato Bernardo da Corleone, tela forse seicentesca di cm 120 x 95; ed infine due quadri di San Paolino e Sant'Onofrio di identica grandezza (cm 120 x 60). Infine manca un calice di grande valore storico ed artistico, composto da una base ottagonale stellata e fusto di epoca cinquecentesca con coppa aggiunta nel secolo XVIII; i ladri hanno infine trafugato un calice del 1996, otto candelieri di legno di 30 cm circa di altezza e due teste di legno.
Grande è lo sconcerto dei suteresi, per quello che non è neanche il primo dei furti subiti dal nostro patrimonio religioso. Purtroppo, in campo nazionale, chiese e luoghi sacri rappresentano quasi la metà dei luoghi in cui sono avvenuti i furti nel 2003, per un numero consistente (anche se in dimuizione). Ma non è il caso di disperare del tutto: il parroco della cattedrale di Piazza Armerina si è visto restituire il seicentesco medaglione della Madonna che raffigura il miracolo della pioggia dopo sei anni; insieme ad altri 26 oggetti in oro appartenenti alla piastra del suo pettorale.

Mario Tona


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