La poesia vincitrice del concorso estivo di Sutera


SEI TU....
Che strano cantare di te
Sei tu nei tuoi colori autunnali
quando gli uccelli si radunano per la migrazione
e un leggero vento spazza il fumo che, lento, sale da un camino.
Sei tu nelle lunghe, fredde e silenziose giornate invernali
quando il vento ti sferza la faccia e gli alberi si chinano al suo passare;
quando la nebbia scende lenta a coprire tutto, anticipando la notte;
quando nell'aria si spande l'odore di terra bagnata;
quando i contadini si ritirano al suono dell'Ave Maria.

Sei tu nelle altrettanto lunghe e silenziose serate
rotte ogni tanto dal lamento di una vecchia civetta
le macchine ferme in piazza
i vetri appannati e dentro soggetti annoiati che ascoltano la radio
ricordando il passato
parlando del presente
pensando al futuro.

Sei tu nelle mamme che al mattino accompagnano i loro bambini
a prendere lo scuolabus
tu nelle persone che lentamente ogni giorno riprendono il loro lavoro
e nella gente che puntuale si incontra al forno
tu nelle urla nei venditori ambulanti, inseguiti ed imitati dai più piccini.

Sei tu nei giovani che ogni settimana si recano a Palermo
e che ai venerdì si ritrovano al baretto
tu nelle zone dove si abbandonano ai piaceri dei sensi
tu negli stessi luoghi dove essi cercano di sfuggirti.

Sei tu con le tue associazioni nell'organizzazione del presepe
tu con le tue confraternite nelle processioni
tu, con le tue tradizioni
tu che confondi sacro e profano.

Sei tu nel periodo elettorale
nelle chiacchiere, nelle discussioni e nei litigi
tu con le tue contraddizioni.

Sei tu nelle persone
l'operaio, il professore, il postino, il vigile, l'impiegato, l'ingegnere, l'architetto,
l'avvocato, il prete, il farmacista, il pittore, il pensionato
che incontrandosi in piazza, al bar o al circolo
discutono di lavoro, di politica, di calcio
o più semplicemente criticano comportamenti e atteggiamenti
e modi di vivere e sentire che non sono più i loro.

Sei tu quando la natura si risveglia
quando gli animali si corteggiano e le giornate si fanno più lunghe
quando fili di formiche si inseguono ordinate in un lungo andirivieni.
Sei tu nelle giornate soleggiate
Tu nei panni stesi ad asciugare
Tu nel buon umore della gente.

Sei tu dove ho conosciuto lei
Sei tu nelle giornate estive quan
do ami circondarti dei tuoi figli
quando le strade sono arse dal sole e in giro tutto tace
quando nell'aria si spande un profumo di zagara
e la ginestra in fiore ti abbellisce.

Sei tu con la tua montagna forte, bella che ti sovrasta
e le case dai tetti grigi che le fanno da comice
tu con le tue strette viuzze
con le tue chiese e le tue piazze
i tuoi quartieri, la loro storia e le loro naturali rivalità.

Sei tu che stuzzicando la fantasia di chi ti osserva
cambi forma a tuo piacimento:
elefante vista da San Marco
vulcano da Graciciuppo
tu nei volti che cerco nel monte attraverso i riflessi di luce.

Tu con il tuo passato
che i tuoi cantanti portano in giro per il mondo
tu dentro la casa di ogni figlio che con difficoltà da te si è allontanato.

Ma sei tu anche la mancanza di lavoro
e la paura di imprenditoria che assale noi giovani
tu un turismo che non vuole decollare
tu la mancanza d'acqua che condiziona il tuo stesso vivere
tu promesse mai mantenute.

Non tutti ti comprendono occorre essere te per capirti.

Senti a volte le persone che si lamentano del niente che ti circonda persone che del tuo niente sono parte e che rifiutano di esserlo
credendo che il niente di un altro posto sia migliore.
Triste illusione

Ma sei tu ciò che mi porto dentro,
di cui anch'io mi sono cibato
ciò che mi caratterizza e mi fa sentire parte di un mondo fantastico unico.

Giosuè Primera
(pseudonimo)


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