Maria, tutta santa


La festa di Ognissanti richiama una tradizione di solidarietà fra i cristiani e i beati, i santi: questo mistero è noto come la comunione dei santi e si riferisce allo scambio di beni spirituali fra i vivi e i morti, o meglio fra coloro che possono intercedere a nostro favore (i santi) e noi che possiamo impetrare grazie da Dio con il loro aiuto.
San Bernardo, in un celebre sermone, dice: «questo è infatti il primo desiderio che il ricordo dei santi o suscita o stimola maggiormente in noi: che possiamo godere della loro così desiderabile compagnia e che meritiamo di essere concittadini e colleghi degli spiriti beati…» Maria è pure annoverata fra i santi, ma è più che un modello di intercessione, dal momento che ha ribaltato l’ira minacciata da Dio verso gli uomini; tanto è stata gradita ed elevata ad essere Madre di Dio, a motivo della sua umiltà, che con la festa dell’Immacolata concezione la Chiesa cristiana esalta il mistero della sua condizione di vita, sin dalla nascita.
Ella cioè non è stata intaccata dal peccato originale a motivo del fatto che l’Incarnazione del Verbo di Dio s’è realizzata in forza della sua integrità di vita. Questo mistero mariano ha origini nell’Oriente cristiano e s’è diffuso nel continente europeo nel XII-XIII sec., grazie in particolare alla dottrina elaborata dal teologo Duns Scoto. Il mistero dell’Immacolata è stato accolto e sostenuto nei secoli dal francescanesimo; e anche nel ‘900 ha trovato espressione: basti pensare alla devozione e all’opera di san Massimiliano Kolbe.
Negli scritti della Bibbia è più evidente nelle lettere di san Paolo e di san Pietro il mistero di condivisione delle cose sante; fra maestro e discepolo, sia in ordine ai sacramenti, sia in ordine alla Parola di Dio. Valga per tutti un passo di 2 Tm 1,14 «prendi come modello le sane parole che hai udito da me, con la fede e la carità che sono in Cristo Gesù. Custodisci il buon deposito con l’aiuto dello Spirito Santo che abita in noi.»
Nella trasmissione della fede e della tradizione cristiana ai discepoli, come Timoteo e Tito, Silvano e Marco, diventa palese tale passaggio di eredità. Anche nell’età che segue agli apostoli si avverte il linguaggio della comunione dei santi negli scritti di Ignazio di Antiochia, Policarpo di Smirne, Clemente romano… Le cose sante si danno ai santi, - «sancta sanctis!» esclama ancor oggi il sacerdote nelle liturgie orientali. Maria, Madre di Dio, è indubbiamente la “Tuttasanta”; è invocata giustamente Regina dei santi; un titolo in qualche modo caro alla pietà e alla liturgia antica; la Chiesa sin dall’antichità ha avvertito che Maria è sovrana fra i martiri, e più in generale fra i santi; non a caso papa Bonifacio IV nel 609 ha dato inizio a Roma alla festa di tutti i santi con la dedicazione della basilica Sancta Maria ad martyres.


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