Contributo alla conoscenza della biodiversità e del paesaggio vegetale della Riserva Naturale Integrale Monte Conca - 3 -
BIODIVERSITÀ VEGETALE


La flora vascolare
La presente ricerca ha lo scopo di analizzare gli aspetti floristici del territorio della Riserva, in considerazione del fatto che un contributo ad una visione sintetica di questi argomenti finora mancava e che un inventario dei taxa insediati nell’area protetta costituisce uno strumento indispensabile per la valutazione della sua biodiversità vegetale – licheni, briofite, fanerofite – e per la definizione delle misure di salvaguardia più opportune. Tale studio non si risolve in una semplice raccolta, determinazione e catalogazione delle entità specifiche ed infraspecifiche rinvenute, bensì in una descrizione per ogni singolo taxon dell’areale di distribuzione, ossia il tipo corologico, e della forma biologica, comprensiva anche della rispettiva sottoforma.
Nell’area indagata, dal punto di vista dell’areale di distribuzione, si rinvengono, con maggiore frequenza, i seguenti tipi corologici (PIGNATTI, 1976):
a) Steno-Mediterraneo: specie con areale limitato alle coste mediterranee con un periodo secco estivo. Al suddetto tipo corologico sono stati associati anche i seguenti: Steno-Medit., W-Medit., S-Medit., E-Medit., N-Medit., SW-Medit., NW-Medit., Steno-Medit.-Turan., Centro-Medit., Medit.-Mont., Centro-Medit.-Occid., Medit.-Macarones.
Euri-Mediterraneo: specie con areale come sopra ma esteso verso nord e verso est. Vi si comprendono anche le specie Euri-Medit., Euri-Medit.-Turan., Euri-Medit.-Atl., Euri-Medit.-Pontico, Centroasiat.
c) Endemico e subendemico: specie con areale limitato a una regione o ad una zona ristretta del Mediterraneo.
b) Europeo: specie il cui areale insiste sull’Europa (Europ., Caucas., Europ.-Orient.).
d) Eurasiatico: specie con areale esteso sull’Europa ed Asia (Euroasiat., Eurosib.).
e) Paleotemperato: specie euroasiatiche che ricorrono anche in nord Africa (Paleotemp. Asiat.).
f) Cosmopolita: specie con areale esteso in tutto il Mondo o buona parte di esso (subcosmopolita).
g) Circumboreale: specie presenti in zone fredde e temperato-fredde dell’Europa, Asia e nord America.
h) Paleotropicale e paleosubtropicale: specie con areale esteso nelle zone tropicali e subtropicali dell’Africa e dell’Asia.

Tutti i taxa specifici ed infraspecifici rinvenuti nella Riserva, sono stati raggruppati in base alla forma biologica così come definito da Raunkier (RAUNKIER,1934). Questi, utilizzando tale principio, ha definito una serie di forme biologiche costituite dall’insieme di individui vegetali, appartenenti ad entità sistematiche diverse che, vivendo in eguali condizioni d’ambiente, presentano caratteri di adattamento simili.
Raunkier si basa sulla definizione dei tipi in relazione alle strategie di sopravvivenza messe a punto dalle piante per superare la stagione avversa, come la posizione delle gemme rispetto al suolo, e quindi il loro grado di protezione dal freddo, ed il seme, che riflette pure un adattamento a periodi aridi. Con le forme biologiche è possibile costruire, per una data stazione, uno spettro biologico, che indica la percentuale con cui sono rappresentate le diverse forme biologiche e che fornisce indicazioni sulle condizioni ecologiche dominanti. Grazie a questa semplice metodologia è possibile raffrontare flore diverse, evidenziarne le differenze esistenti ed estrapolare utili informazioni di tipo ecologico e bioclimatico. Di seguito, in breve, si riporta il significato dei termini riguardanti le forme biologiche.
Forme biologiche (tratto da PIUSSI, 1994):
a) Terofite (T): piante annuali che sopravvivono sotto forma di seme; sono quelle meglio adattate a superare la stagione sfavorevole secca.
b) Geofite (G): piante perenni, che durante la stagione avversa non presentano organi aerei e le cui gemme sopravvivono sotto terra collegate a tuberi, rizomi, bulbi, radici, gemme.
c) Emicriptofite (H): piante perenni che muoiono durante l’inverno e le cui gemme sopravvivono a livello del suolo, insieme agli apparati radicali; la semplice copertura della lettiera può assicurare protezione alle gemme.
d) Camefite (Ch): piante perenni, legnose, con gemme situate a non più di 20-30 cm dal suolo, che in climi freddi possono godere della protezione del manto nevoso, e si trovano inoltre a godere di un microclima meno ventoso e spesso più umido.
e) Fanerofite (P-NP): piante perenni, legnose, con gemme portate da fusti eretti che trascorrono il periodo di riposo ad una certa altezza dal suolo.
Vengono distinte in:
1. Nanofanerofite: altezza compresa fra 25-200 cm
2. Microfanerofite: fra 2-8 metri
3. Mesofanerofite: fra 8-30 metri
4. Megafanerofite: superiori ai 30 metri di altezza
f)Idrofite (I): piante acquatiche con gemme sommerse.

È da tenere presente che le condizioni ambientali possono modificare il portamento di una specie, così che l’attribuzione di una specie ad una forma biologica non è necessariamente costante.

Elenco tassonomico della flora vascolare
(si rimanda al testo della Tesi. N. d. R.)

Considerazioni
Come si evince dall’elenco floristico, nell’ambito del territorio della Riserva naturale di “Monte Conca” sono stati rinvenuti 489 taxa di cui 460 specie,
25 sottospecie e 5 varietà. Essi afferiscono a 281 generi appartenenti a 79 famiglie.
Le famiglie più rappresentate sono le Compositae con 70 taxa (43 generi, 64 specie, 6 sottospecie), le Leguminosae con 55 taxa (19 generi, 50 specie, 5 sottospecie) e le Graminaceae con 34 taxa (25 generi, 33 specie, 1 sottospecie). Minore incidenza rivestono altre famiglie tra le quali si ricordano le Umbelliferae con 28 taxa di 23 generi, le Labiatae con 23 taxa di 16 generi, le Liliaceae con 21 taxa di 11 generi, le Orchidaceae con 20 taxa di 5 generi, le Brassicaceae con 16 taxa di 10 generi, le Caryophyllaceae con 15 taxa di 5 generi, le Chenopodiaceae con 9 taxa di 5 generi, le Crassulaceae con 9 taxa di 2 generi, le Scrophulariaceae con 8 taxa di 5 generi, le Ranunculaceae con 11 taxa di 5 generi, le Euphorbiaceae con 8 taxa di 3 generi, le Iridaceae con 7 taxa di 4 generi, le Polygonaceae con 8 taxa di 3 generi e le Geraniaceae con 6 taxa di 2 generi. Questo inventario della flora vascolare, lungi dall’essere esaustivo, può essere considerato un primo significativo contributo alla conoscenza della flora della Riserva Naturale Integrale di “Monte Conca”.
Con riferimento alle forme biologiche espresse dalle entità censite (Fig.8), lo spettro biologico della flora (Raunkier, 1934) mostra una netta prevalenza di terofite che con 181 taxa (39,4 %) e delle emicriptofite con 116 taxa (25,2 %). Apprezzabile è il peso delle geofite con 69 entità (15,03 %), delle fanerofite e delle nanofanerofite, con 56 entità, la cui incidenza percentuale è, nel complesso, pari all’12,2 %. Più modesto è il peso delle camefite, con 37 taxa (8,06 %), sono assenti le idrofite. Per l’elaborazione dello spettro corologico i taxa censiti vengono riferiti ai 9 gruppi precedentemente descritti. Dall’esame dello spettro dei tipi corologici (Fig.9) si può notare una netta prevalenza delle specie Steno-Mediterranee con 233 entità (50,7 %), cui seguono le Euri-Mediterranee con 93 entità (20,2 %). Modesta è l’incidenza dei contingenti cosmopolita (44 entità, pari al 9,6 %), paleotemperato (18 entità, pari al 3,9 %), euroasiatico (12 entità, pari al 2,6 %), europeo (10 entità, pari al 2,1 %), circumboreale ( 7 entità, pari al 1,5 %) e paleotropicale (15 entità, pari al 3,2 %). La componente più nobile della flora, rappresentata dalle specie endemiche e subendemiche, consta di ben 23 entità (Tab.11) , corrispondenti al 4,6 % del totale della flora censita. Esse afferiscono a 11 famiglie di cui le più rappresentate per numero di taxa sono le Cruciferae e le Compositae, con 4 entità endemiche a testa. Molte sono, inoltre, le specie rare, cioè specie con areale più o meno vasto, ma che all’interno del territorio considerato, o anche all’interno del territorio regionale si riscontrano occasionalmente.

La flora briofitica
Le Briofite appartengono al tipo di organizzazione delle Embriofite (Cormobionta) e rappresentano uno stadio di sviluppo primario delle piante verso l’adattamento alla vita terrestre. Nelle briofite, rispetto ai tipi di sviluppo di livello inferiore (alghe, licheni, etc…), si ha la comparsa di organi, in forma di appendici sempre più differenziati, che servono per il fissaggio al suolo, per il prelievo di acqua, di sali minerali e per la fotosintesi; il che rappresenta un elemento di sviluppo morfologico.
Il nome collettivo Cormobionta deriva dal “cormo”, cioè dal corpo vegetativo articolato in fusto, foglie e radici.
Le Embriofite si articolano nelle seguenti divisioni: Briofite, Pteridofite, Spermatofite. Le ultime due, in base alla presenza di fasci conduttori vengono riunite assieme come piante vascolari; ciò non può dirsi delle briofite, nelle quali il tessuto conduttore, se presente, è strutturalmente molto più semplice anche se mostra analogie funzionali e strutturali con gli elementi conduttori delle piante vascolari. In particolare, l’assorbimento idrico nelle briofite non ha luogo attraverso le radici bensì tramite l’intera superficie aerea della pianta.
Alla base del ciclo ontogenetico delle briofite c’è una chiara alternanza di generazione, nella quale il gametofito, verde e fotoautotrofo, prevale sullo sporofito.
Il gametofito è costituito da un tallo esteriormente poco suddiviso, lobato e provvisto sulla faccia inferiore di rizoide (muschi tallosi), oppure è costituito da un fusticino prostrato o eretto, fornito di foglioline e rizoidi (muschi fogliosi). I muschi fogliosi ricordano vagamente le piante vascolari, anche se la maggiore differenziazione morfologica ed anatomica è stata raggiunta dal gametofito e non dallo sporofito.
I rizoidi sono unicellulari oppure costituiti da pochi tubuli, quindi anch’essi non sono in alcun modo paragonabili alle radici altamente differenziate delle piante vascolari.
Gli archegoni delle briofite sono organi a forma di fiasco, mentre gli anteridi sono strutture sferiche o claviformi portate da un breve peduncolo. La fecondazione dell’ovocellula può avvenire solamente in presenza di acqua.
La generazione diploide dello sporofito si forma sempre sul dominante gametofito apolide e rimane collegata con questo per tutta la sua vita; la crescita dello sporofito avviene, quindi, ampiamente a spese del gametofito.
Accanto alla dispersione tramite spore, è molto frequente nelle briofite la moltiplicazione vegetativa, tramite propaguli che possono formarsi in diversi modi sul gametofito; essi si staccano e si accrescono formando nuove piante. Le briofite hanno il baricentro della loro massima distribuzione nei territori ad umidità elevata, come nelle regioni tropicali e nelle foreste della fascia montana. Nelle zone temperate, esse, mostrano un evidente ritmo di crescita condizionato dal succedersi delle stagioni; risultano raramente annuali, in genere verdi tutto l’anno e, come le epatiche fogliose, conservano le loro foglioline anche in inverno. Per ciò che riguarda la temperatura, le briofite sono in grado di sopportare valori estremi elevati; ad esempio le briofite xerofitiche sono dotate di grande resistenza al disseccamento, anche per lungo tempo, senza perdere la capacità vitale.
Difatti si trovano sia sulle rocce della fascia nivale sia sulle stazioni soleggiate della fascia mediterranea; alcuni muschi, addirittura, crescono come alofite sulla spiaggia del mare ed in stazioni salate dell’interno.

Michelangelo Mazzara
(Continua – 3)
Le precedenti puntate sono state pubblicate nei numeri di: luglio e agosto-settembre 2004.


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