A SIRACUSA PER POCHI GIORNI I RESTI MORTALI DI S. LUCIA
Il 13 dicembre si festeggia in tutto il mondo con peculiarità diverse Santa Lucia.
Qui, a Siracusa, la festa assume particolari significativi perché è la santa dei siracusani, la loro conterranea.
Una giovane fanciulla che interpose alle fugacità delle cose terrene l’amore per Gesù Cristo, affrontando con coraggio il martirio.
Il suo nome dolce e soave, Lucia, dal greco luke e similmente da quello latino lux, vuol dire luce; quella luce che i nostri occhi percepiscono sconfiggendo il buio delle tenebre eterne, dando colore e forma alle cose, che il Caravaggio ha saputo esprimere nella sua pittura.
Questo è il vero motivo per cui è la protettrice degli occhi e non perchè abbia avuto offesa la vista durante il suo martirio.
L’iconografia ce la presenta, sovente, con la palma del martirio nella mano destra e con un piatto contenente un paio di bulbi oculari nella mano sinistra.
Per i siracusani la festa di S. Lucia è prettamente religiosa e diventa una malinconica invocazione perchè ritorni nella sua città natale (le reliquie di S. Lucia durante gli eventi bellici del passato sono state trafugate e portate a Costantinopoli ed infine a Venezia dove tuttora si conservano presso la chiesa di S. Lucia e Geremia).
Un grido struggente si eleva dalla folla durante la processione : “siracusana je, viva Santa Lucia”.
Il 15 dicembre 2004, dopo XVII secoli, quel grido malinconico è esploso gioioso ed esultante, grazie all’interessamento di S. E. Rev. Mons. Costanzo Giuseppe arcivescovo di Siracusa che, per gentile concessione del patriarca di Venezia, ha coronato, seppur per 7 giorni, il sogno dei siracusani: avere nella natia terra le reliquie di S. Lucia.
Avvenimento che i quotidiani hanno riportato dettagliatamente.
Questo evento, che sa di prodigioso, ha fatto si' che moltissimi pellegrini raggiungessero Siracusa da ogni dove in segno di ringraziamento e devozione.
Benvenuto tra questi al gruppo di Sutera che con fede, potremmo dire oceanica, non curante di niente, ha voluto ringraziare Lucia.
Quella santa a cui spesso si erano rivolti molti nelle loro preghiere.
Dopo aver partecipato alla s. messa e onorato le spoglie della Santa, i pellegrini hanno visitato il sepolcro, oggi vuoto dopo la trafugazione.
Il pellegrinaggio non poteva che concludersi con la visita al Santuario della Madonnina delle lacrime, la madre celeste che ha parlato con gli occhi all’umanità.
Poi un veloce giro per la città e via, entusiasti, per Sutera, dove nella chiesa di S. Agata li aspettava la Lucia che hanno pregato e che ha concesso loro questo momento di grazia.
Arrivederci.
Ippolito Riccardo
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