L' ONDA DELLA MORTE
(dal paradiso all'inferno)


Sono ancora sconvolto.
Ci son rimasto male
Quando appresi la notizia da un telegiornale.
Il 26 Dicembre il calendario segnava
Quando nel sud est dell'Asia il maremoto si scatenava.
Un’onda gigantesca con una forza immensa
Di quella gente ha distrutto l'esistenza.
Quei colori, quei silenzi
Cancellati in pochi momenti.
Morti, feriti, dispersi, tante persone di nazionalità diversa.
Che disastro ha fatto il maremoto,
A distruggere quel paradiso è bastato poco.
Quell'onda che avanzava prepotente
Seminava il terrore tra la gente.
Dalla vita alla morte è bastato un soffio,
L'acqua ha sepolto ogni cosa,
L'altezza arrivava sulle case.
Gli affetti spezzati
Centinaia di corpi straziati
Corpi irriconoscibili in mezzo alle macerie ripescati.
Ho visto un padre seppellire la figlia
Tanti bambini senza famiglia.
Fame e sete sono i nuovi flagelli,
Si deve far di tutto per non far morire anche quelli.
In quell'inferno, in quella sciagura
Il mondo si è mosso con tanta premura.
Aiutarli é d'obbligo
Non possiamo rimanere indifferenti.
Bisogna far fronte alle pesanti emergenze
E alleviare le loro sofferenze,
Ci vorranno anni per ricostruire tutto.
Ma non dimentichiamoci di loro:
Sono nei guai!
La fede è tanta...
Dio non ci abbandona mai.

Salvatore Ingrascì di Calogero
Voghera 4 gennaio 2005


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