Un contributo alla conoscenza della miniera di zolfo Cozzo Disi
Pubblichiamo la relazione che il dottor Sebastiano Infantino di Casteltermini ha tenuto in occasione della conferenza organizzata dal Comune di Campofranco e svoltasi nei locali della Biblioteca Comunale il 4.12.2004 (vedi La Voce di Campofranco, dicembre 2004).
Quando si scrive della luce della miniera, si vuole ricordare il tempo che questa luce ha dato splendore economico, culturale e sociale a molti centinaia di famiglie dei lavoratori è ad altre famiglie: di artigiani, di negozianti di generi alimentari, di abbigliamento ed altro che lavoravano per il normale fabbisogno delle famiglie dei lavoratori, attraverso l'entrata economica dei salari che mensilmente erano corrisposti ai lavoratori di Casteltermini e Campofranco.
Anche se con molte difficoltà dall'inizio dell'apertura della miniera Montelongo, che rappresenta l'affioramento della miniera Scironello. Cozzo-Disi e la miniera Serralonga che si trova ai margini dell'estremo Nord della Cozzo-Disi. Questo gruppo di miniere è unico giacimento, che ha preso i nomi dei proprietari delle terre corrispondente in superficie.
Stando alla documentazione che si trova negli archivi di Agrigento - Caltanissetta e nell'Archivio delle manuenze di Palermo, è scritto che la miniera Montelongo, ha iniziato i lavori di scavo per la produzione del minerale di zolfo fra la fine del 1700 e l’inizio del 1800. Anche perché risulta che la vertenza del contenzioso fra il Comune di Campofranco e il Conte della Bastiglia proprietario della miniera, è stata iniziata nel 1805. Il Sindaco di Campofranco don Giuseppe Sorce nel 1833, convocava in seduta straordinaria il decurionato per discutere in merito al contenzioso ancora in corso dal 1805, con all'oggetto bruciamento degli zolfi dalla miniera Montelongo, per i danni che creava alla agricoltura ed ai cittadini che lavoravano la terra nelle vicinanze.
Dall'inizio degli scavi le difficoltà del lavoro erano molti per lo scavo a causa dei mezzi non proporzionati ai lavori del sottosuolo ed a causa della durezza della roccia che doveva essere staccata a colpi di piccone. I proprietari trovandosi in difficoltà per l'estirpazione del minerale, il 24 maggio 1871, hanno fatto domanda per essere autorizzati ad usare la polvere di sparo al Signor Ingegnere del Distretto di Caltanisetta, dicendo di avere rinvenuta una solfara sita in questo territorio di Casteltermini ex feudo Chipirdia contrada Montelongo nominata Cozzo-Disi, di proprietà di Luigi Sanfilippo e degli altri coeredi ultrageniti del fu Conte della Pastiglia:
“E’ stato trovato il minerale attaccato al calcinare e talmente duro che non permette la estirpazione col piccone. Gli è necessario di conseguenza pregare la S.V. di volergli concedere permesso di fare uso della polvere di sparo per estirpare lo zolfo di cui in parola. Casteltermini, li 24 maggio 1871.”
Firmato: “Luigi Sanfilippo.”
La risposta per l'autorizzazione è stata positiva il 7 giugno 1871.
La fusione del minerale, dall'inizio dell'estrazione del minerale di zolfo del 1800 e fino al 1891, avveniva con i calcheroni fino al 1891. e dal 1891 la fusione avveniva con l'apparecchio a vapore. La produzione annua, la fusione e i lavoratori, dal 1891 fino al 1903, sono distribuiti come segue:
Anno Tonn. Prodotti - Fusion. appar. a vap.- Oper. int. Oper. fus. Lav. div. est. Totale
1891 18.700 18.700 150 18 38 206
1892 30.000 30.000 167 20 30 217
1893 670 620 50 15 30 95
1894 4.500 4.500 120 30 30 164
1895 24.300 24.300 108 36 20 164
1896 42.000 42.000 188 45 24 257
1897 60.400 60.400 322 52 41 415
1898 47.900 47.900 326 80 55 461
1899 61.100 61.100 370 68 22 460
1900 57.000 f.G. 57.000 372 63 65 500
1901 63.000-12.000 51.000 590 126 50 766
1907 98.000-10.000 88.000 790 176 62 1028
1903 127.000-11.500 116.000 820 246 70 1136
1953 81.392-41,888 39.504 627 167 53 847
I forni Gill hanno iniziato la fusione nel 1901. continuativo tino al completamento dei lavori e la messa a punto del la flottazione.
II giorno 25 giugno 1954. l’ingegnere G. Lampasona capo Reggente del Distretto delle Miniere di Caltanissetta. ha fatto una visita alla miniera per un sopralluogo per esaminare le condizioni di sicurezza ed il programma dei lavori. E risultato che il trattamento del minerale dell'impianto di flottazione, dopo l'esecuzione delle piccole modifiche e degli accorgimenti suggeriti del signor Bernardini ed eseguiti si considera messa a punto.
I rendimenti e la capacita di trattamento corrispondono alle previsioni, per che il bilancio economico corrisponde pure alle previsioni, e necessario che il programma di produzione della miniera sia adeguato alle necessita dell'impianto di trattamento cioè sia garantito con continuità della produzione di 400 tonnellate giornaliere di Minerale di zolfo.
L'impianto di flottazione che è il primo del genere ad entrare m esercizio m Sicilia, contribuirà a ridurre il prezzo di costo del prodotto è sarà di valido aiuto per superare la difficoltà derivante della crisi..
I forni Gill tutti in pessime condizioni debbono essere messi fuori esercizio. Firmato: l'ingegnere G. Lampasona.
Dall'inizio della prima estrazione del minerale, la fusione avveniva con i calcaroni dell'apparecchio poi e i forni Gill dopo, I lavoratori dell'esterno addetti al caricamento e al scaricamento dei forni, lavoravano tutti i giorni nei vari turni di lavoro a contatto diretto con l'aria inquinata dell'anidride solforosa che usciva dallo bruciamento del minerale di zolfo e i lavoratori erano costretti a mettersi una tovaglia in bocca, per che secondo loro non avveniva ['inalazione dell’anidride, la realtà era che tutti i lavoratori che lavoravano ai forni erano ammalati di bronchite. Ai lavori della fusione gli addetti erano i lavoratori di campofranco. Il due settembre del 1947 il direttore della miniera Ingegnere Giuseppe D'Ippolito, la commissione interna, i segretari di categoria di Casteltermini e di Campofranco si sono riuniti per risolvere una vertenza insorta tra i caricatori e scaricatori dei forni Gill, e la Dirigenza della miniera, dopo un'ampia discussione hanno risolto ed il verbale è firmato dell'Ingegnere D'Ippolito e dei Signori: Del popolo Angelo, Russo
Pietro, Conti Calogero, Maratta Vincenzo, Quasto Salvatore, Valentino Vincenzo e Nicastro Luigi.
Ho scritto in sintesi questo verbale d'accordo per far conoscere ai presenti e a coloro che leggono questa relazione che i lavori della miniera dal 1800 fino al 1988, i lavoratori addetti all'interno e all'esterno sono stati di Casteltermini e Campofranco.
Ai lavori del sottosuolo in maggioranza gli addetti erano di Casteltermini di Campofranco erano in pochi, fino alla sospensione della fusione dei forni Gill e dell'apparecchio a vapore, dopo di questa sospensione molti lavoratori di Campofranco sono stati passati ai lavori del sottosuolo e quindi vanno ad incontrare altri tipi di difficoltà come i lavoratori addetti al sottosuolo, per che i lavoratori del sottosuolo andavano incontro tutti giorni ad altri difficoltà: circuito di ventilazione carente che metteva i lavoratori nelle condizione di non poter lavorare vestiti a causa della temperatura che in molti cantieri, superava i 35-40 gradi e quindi erano costretti a lavorare nudi al completo e scalzi oltre ai pericoli causati dei diversi tipi di coltivazione e dei franamenti di cantieri e i lavoratori che rimanevano sotto le macerie causando la morte e per i più fortunati gli infortuni.
Nella nota pubblicata nel 1938. dall'Ingegnere De Lisi. che è stato vice direttore dell'Ingegnere Verderame Direttore dalla Miniera Cozzo Disi nel 1925.
L'Ingegnere De Lisi scrive in merito alla coltivazione della miniera al 1°- 2° e 3° livello con il vecchio metodo per archi colonne e pasture senza riempimenti.
Il quattro luglio del 1916. la miniera subbi un franamento generale che provoco la morte a 98 lavoratori e molti altri infortunati, che in giganti un focolaio dell'incendio preesistente del 1913. nelle zone alte della miniera. Le cause furono ufficialmente attribuite a scoppio di grisou, ma a prescindere dell'incendio che provoco la catastrofe, l'Ingegnere De Lisi scrive che la proporzione assunta dalla catastrofe, fu conseguenza del modo con cui era stata coltivata la miniera.
Ha scritto questa relazione per far conoscere ai lettori quali erano i lavori dell'interno e dall'esterno della miniera con salari molto bassi e non proporzionati e molto distante del caro vita fino all'inizio degli anni del 1950.
A metà del 1950, con l'avvento della guerra della Corea, è aumentata la richiesta della vendita di zolfo, la società ha pagato i quatto mesi di arretrato dei salari ai lavoratori. Dagli anni cinquanta in poi ed attraverso molti azioni di sciopero e l'intervento del Governo della regione i salari e le condizioni di sicurezza della miniera sono migliorati e con l'accordo interconfederale del 14 giugno del 1952, per l'indennità di contingenza rimasta efficace fino al 1984. Il 10 ottobre 1952 è entrata in vigore la legge per la malattia professione causata per inalazione di anidride solforosa.
Con tutte queste difficoltà e il duro lavoro i lavoratori e le loro famiglie avevano un po’ di luce, che dopo 188 anni la Legge Regionale n. 34/1988, ha spento.
La L.R. n. 17/1991, ha dichiarato la miniera Cozzo Disi miniera- museo; l'iniziativa dell'on. Angelo Capodicasa con la L.R. n. 3 dell'8 gennaio 1996, ha fatto iscrivere nel Bilancio della Regione un finanziamento di lire un miliardo, sempre con l'iniziativa dell'on. Capodicasa, L.R. n. 6 del 3 maggio del 2001, è stato finanziato un altro miliardo per il ripristino della miniera.
L'on. Capodicasa, oltre ad impegnarsi per i finanziamenti, è stato l'unico Parlamentare dell'Assemblea della Regione Siciliana, che ha dato tutto quando è stato nelle sue possibilità e l'unico che ci ha onorato di una sua visita in miniera, visitando l'esterno e soprattutto l'interno della miniera, perché ha voluto rendersi conto di persona quale era la bellezza dell'interno della miniera.
Degna l'iniziativa del sindaco di Casteltermini, Antonio Caltagirone, che ha dichiarato e fatto pubblicare nel Giornale di Sicilia, che se non ci sono finanziamenti della Regione della Sicilia per la miniera- museo di Casteltermini inviterà i cittadini di non andare a votare.
Infatti, dopo l'iniziativa del Sindaco di Casteltermini, l'on. Vincenzo Giambrone ha scritto un ordine del giorno che ha fatto firmare a tutti gli Onorevoli dell'Assemblea Regionale della Provincia di Agrigento, che presentato all'Assemblea Regionale con il n. 257, è stato approvato dell'Assemblea Regionale. Il documento impegna il Governo della Regione ad intervenire per la riattivazione, la sistemazione e la manutenzione straordinaria delle strutture della miniera-museo di Cozzo- Disi in territorio di Casteltermini; per fermare l'aumento dell'acqua ed iniziare l'eduzione dell'allagamento della miniera stessa e tutelare la fruibilità dell'intero sottosuolo, ripristinando la funzionalità del pozzo di estrazione ed istallando un idoneo impianto di pompaggio, consentendo così la conservazione del patrimonio culturale e favorendo il richiamo di un flusso turistico indispensabile per il rilancio dell'economia dell'intera Provincia. “Impegna altresì il Governo della Regione a consegnare la struttura di che trattasi al comune di Casteltermini, definendo la relativa convenzione.
Palermo li 15 aprile 2003.”
E con l'impegno del Presidente della Regione on. Salvatore Cuffaro, sono stati assegnati con il Bilancio della Regione dell'anno 2004, dall'Assessore Regionale alla Presidenza i seguenti finanziamenti: un finanziamento di euro 3.860.000, con l'incarico per redigere il progetto all'ingegnere Lumera di Agrigento, progetto che è stato redatto ed approvato dalla conferenza di servizi . con la Presidenza dell'Ingegnere capo del Genio Civile di Agrigento Ingegnere Castiglione, e portato a brevi mani all'Assessorato alla Presidenza per la pubblicazione per la gara di appalto. Questo progetto prevede i lavori dell'esterno della miniera.
Un altro finanziamento di euro 1.200.000, finanziato dell'Assessore alla Presidenza, incarico per redigere il progetto dato nell'anno 2002, dal sindaco di Casteltermini, Antonio Caltagirone, per eseguire e completare i lavori dell'interno della miniera fino all'8° livello ed iniziare l'eduzione dell'acqua per il prosciugamento della stessa, al gruppo di Tecnici dell'ingegnere Antonio D'Aquila, incarico fatto suo dell'Assessore alla Presidenza della Regione, progetto redatto e completo pronto per la pubblicazione. Inoltre, sono iniziati i lavori e lo studio per il risanamento dell'amianto e altro alla flottazione e in altri posti dell'esterno della miniera.
Dopo aver letto la presente relazione, ci corre l'obbligo come ex minatore della miniera, per l'amore che ha sempre sentito e sente, perché ha seguito i lavori che si sono svolti, ricordare Santino Infantino (fratello di chi relaziona), ex capomastro della miniera, che ha dimostrato una preparazione eccezionale per i lavori dell'interno e dell'esterno. Assieme con chi parla, ha sempre dato tutto quando è stato nelle sue possibilità per aiutare i soggetti responsabili degli organi, ognuno per la sua parte e fare in modo di arrivare dove tutti assieme sono arrivati.
E’ giusto parlare dei funzionari del Distretto Minerario di Caltanissetta, nelle persone dell'ingegnere Capo Michele Brescia e del perito minerario Salvatore Presti ed altri per l'amore che sempre hanno avuto e hanno, perché senza l'amore per la miniera di questi illustri due signori, oggi la miniera si troverebbe con le due gallerie di canaletto e flottazione piene di acqua e il circuito di ventilazione rovesciato e, quindi, con franamenti delle gallerie che sono stati rifatti con i finanziamenti portati a termine. Solo attraverso le ispezioni, di due e anche tre volte al mese le due gallerie ed il circuito di ventilazione si possono visitare con scarpe di piazza e non con stivaloni a coscia. L'ispezione che loro fanno non è solo nelle due gallerie, ma scendono fino all'8° livello per mantenere in vita la miniera, perché loro sanno che senza il normale circuito di ventilazione il sottosuolo delle miniera finisce. Per controllare la ventilazione, questi due Signori scendono e salgono una discenderia che contiene circa 1.200 gradini di miniera e non gradini di palazzo. Da ricordare il funzionario della Soprintendenza di Agrigento Architetto Agro che ha curato e cura tutto quando fa parte della sua funzione per l'interno e l'esterno, per che entra in miniera assieme ai funzionari del Distretto Minerario, del Corpo Forestale,per tutto quanto hanno fatto e continuano a fare per la coltivazione della piante e soprattutto per evitare incendi durante la stagione estiva.
Tutto quanto è stato scritto in questa relazione, in merito alla L.R. n. 17/1991, della miniera- museo, dei progetti eseguiti e dei progetti finanziati può solo dire, che la L.R. n. 17/1991, ha iniziato a riaccendere l'illuminazione economica, culturale e sociale della miniera per gli interessi della collettività.
Dottor Sebastiano Infantino
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