Donare organi per salvare vite umane
“Il dono più bello che si possa fare è quello di donare se stessi”. Ciò si può fare in vari modi e tra i tanti c’è quello della donazione di organi, che come si sa, riescono a salvare molte vite.
Da qualche tempo si parla di curare molte patologie con le cellule staminali, quelle cellule che non hanno caratteristiche particolari e attraverso un processo di “differenziazione” possono generare vari tipi di cellule diverse,per riparare organi o tessuti umani danneggiati. Con questo scopo sono usate ed anche con successo. Queste cellule definite da qualche scienziato “cellule bambine” si trovano nell’embrione, in alcuni tessuti dell’adulto, come il midollo osseo ed il cordone ombelicale. Quest’ultimo organo ha attenzionato la sensibilità delle donne dell’”Internotional Inner Whell” del 221° distretto ,Club di Caltanissetta che hanno promosso una serie di iniziative per la diffusione della pratica della donazione del Cordone ombelicale,presso le future partorienti.
Da qualche giorno preso le strutture sanitarie, presso ambulatori medici ed altri luoghi d’accesso delle donne si legge un manifesto indirizzato alle mamme in cui s’informano su cosa sia la donazione del cordone ombelicale, la più semplice tra le donazioni. Di solito esso è buttato via, ma è ricco di cellule staminali che possono salvare la vita ad altre persone, anche agli stessi figli delle donatrici. Donare il cordone ombelicale è una donazione facile, che non comporta rischi, non costa niente, tranne qualche analisi e costituisce una valida alternativa al donatore di midollo consanguineo, nei casi in cui sia necessario un trapianto ,soprattutto in bambini ed adolescenti. Nel momento in cui si dà alla luce una vita, con la donazione del cordone ombelicale se ne può salvare un’altra.”. Fra un bambino malato e la gioia di vivere mancano pochi centimetri: quelli del tuo cordone ombelicale” questo lo slogan rivolto alle future partorienti affinché facciano un semplice gesto d’amore ,dando l’assenso alla donazione di una parte di loro che verrebbe buttata. La Sicilia ha il centro per la raccolta e conservazione del cordone ombelicale a Sciacca, e, quando una futura partoriente informa della volontà della donazione, si attiva il processo di raccolta e di conservazione per potere essere utilizzato al momento opportuno.
Afferma il dottor Giuseppe Giannone, primario di ginecologia ed ostetricia, presso l’ospedale “Sant’Elia” di Caltanissetta, che la nostra regione è al secondo posto nel mondo per donazioni dopo New York, ma con una adeguata campagna di sensibilizzazione potrebbe diventare la primi.Occorre, pertanto, una maggiore sensibilizzazione anche dei medici di base e fare pervenire anche nei loro ambulatori le informazioni necessarie onde far diventare donatrice tutte le future mamme. Il prossimo 12 febbraio sarà celebrata la giornata della donazione, ci si auspica che la generosità delle mamme cresca sempre di più e ad ogni parto un nuovo cordone ombelicale venga donato in vista di un futuro utilizzo.
Rosetta Bonomo Ingrao
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