Getta la rete e scopri rapporti umani che non conoscono confini
Trovandosi in spiaggia a prendere il sole non viene in mente di portare a contatto due ospiti che hanno raggiunto il mare in modo autonomo; eppure è capitato proprio a me di trascorrere una giornata di vacanza al mare, nell’estate scorsa, e di favorire casualmente che un sacerdote siciliano don Alfonso, mio amico, sia riconosciuto da un’altra emigrata siciliana. Piano piano si tesse una rete di contatti; accade infatti che la giovane di Campofranco riveli di essere impegnata per lavoro ad Asti e che abitualmente si rechi al suo paese natio in occasione delle feste maggiori. Accade pure che il mio confratello, in seguito, venga a Campofranco, in occasione della festa di san Calogero, con altri ospiti che prestano servizio nella chiesa cattolica d’America; durante la conversazione con i miei ospiti vengo a conoscenza che don Alfonso, originario di Acquaviva Plàtani, trascorre dei momenti liberi presso la famiglia della signora Croce Pera, originaria da Campofranco; sicché gli chiedo se una volta rientrato in America, nella sua parrocchia a Garfield NJ, possa inviarmi qualche notizia di questi suoi cari amici. In breve dopo uno scambio di contatti, tramite la posta elettronica, arriva dagli States una busta con una foto e un breve resoconto sulla famiglia D’Angelo-Pera.
Ecco il resoconto: «Nel 1913 la famiglia Giovanni d’Angelo è emigrata negli Stati Uniti d’America, precisamente a Passaic NJ. La famiglia composta da sei persone; la moglie (dell’antenato) è Croce Pera, oriunda di Campofranco e i 4 figli Nicola Caterina, Angela e il piccolo Raffaele. Questa foto (allegata alla busta e pubblicata nel numero precedente) è stata fatta in occasione del 25°esimo anniversario della figlia Angela; la famiglia oggi numerosa con generi nuore e nipoti, si è riunita per celebrare la solenne occasione».
L’anniversario - come apprendo dal numero precedente di «La voce di Campofranco», - è stato celebrato il 10 novembre del 2004. Non conosco ancora queste persone che vivono già da tempo in America e guardandoli in fotografia di possono riconoscere dei tratti somatici diffusi nella nostra isola; è poco comunque per credere di avere stabilito un contatto con fedeli che già da due generazioni vivono in un’altra terra e che in genere hanno mantenuto delle tradizioni cristiane tramite le missioni italiane, parrocchie a disposizione degli emigrati.
Il mio amico, che è all’origine di questo scambio di notizie, è peraltro figli d’emigrati e ben conosce i disagi che comporta vivere all’estero; don Alfonso, quando raggiunge Acquaviva, m’invita a stare in sua compagnia e così, quando qui a Campofranco l’emigrata di Asti raggiunge i suoi cari, questi mi chiedono del mio amico che vive in America e presta servizio in una comunità di ispanoamericani.
Nell’atto di “uscire in mare aperto”, oggi, per diffondere il Vangelo, non posso fare a meno di valutare quale imbarcazione uso e di tastare con le mani la qualità della rete; mi sembra necessario capire che genere di rete si lancia, con quale tecnica va gettata in acqua e in quale acqua si tenta di pescare; l’apostolato già a san Pietro e agli altri amici, è stato metaforicamente identificato come un «divenire pescatore di uomini»; oggi disponendo di nuove tecnologie si prova a pescare nelle acque fluide della comunicazione elettronica; la Chiesa oggi come in passato si misura con i fenomeni della mobilità sociale e dell’emigrazione a motivo d lavoro. Personalmente è uno stimolo a pescare ancora più al largo, come ha desiderato Papa Wojtyla, alla svolta del nuovo millennio. La parrocchia in cui vivo mi ha dato questa occasione di conoscere i figli lontani di una comunità e a loro va un saluto di cuore; essi vivono già da tempo in una terra che è ormai la loro nazione, dove anche la Chiesa è multietnica, multireligiosa e multiculturale. E in effetti la Chiesa si rinnova, senza perdere il deposito della sua fede, perché secondo la natura delle acque in cui si naviga, bisogna realizzare l’imbarcazione più opportuna. Duc in altum!
Don Salvatore Falzone
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