Festa di San Calogero a Montedoro
Come ormai è tradizione, il 18 giugno, è stata celebrata la festa di San Calogero, organizzata dal comitato esclusivamente femminile formato da Margherita Bufalino, Pina Morreale Galante, Piera Morreale, Maria Curto Falletta, le sorelle Duminuco.
Nella mattinata, il rullo di sei tamburinai di Racalmuto per le vie del paese, ha voluto ricordare ai fedeli che San Calogero, quando girava per le vie di Agrigento, per raccogliere il pane per i poveri, ed a causa della pestilenza le persone se ne stavano chiuse casa, suonando un grande tamburo, segnalava la sua presenza. I fedeli si affacciavano dalle finestre e dai balconi e lanciavano il pane all’ eremita. Ancora oggi c’è questo legame forte tra San Calogero ed il pane. Ad Agrigento e a Porto Empedocle, durante la processione, le persone lanciano del pane all’ indirizzo della statua del santo che viene raccolto dai fedeli, mentre a Montedoro, a Campofranco, come in altri paesi, si confezionano “I pupi di San Calogero” cioè, dei grandi pani – a volte pane scanato – che hanno la forma di bambini, appunto pupi, o di parti del corpo umano per i quali viene richiesto l’ intervento taumaturgico del santo o per adempiere ad una promessa.
La benedizione del pane di San Calogero si è svolta in chiesa con la partecipazione di molti devoti, che hanno messo in mostra i loro pupi sopra una lunga tavola appositamente predisposta. Poi, ognuno, ritornato alla propria casa, ha avuto la cura di dividere il pane in tanti piccoli tocchi e distribuirlo ai parenti e ai vicini di casa con l’invito a recitare una preghiera per i bisogni e le necessità della devota.
Nel pomeriggio, per le vie del paese, ha suonato la banda musicale di Castrofilippo, diretta dal maestro Antonino Licalsi, che, dopo la celebrazione della Messa solenne in onore di San Calogero, alternandosi con il suono dei grandi tamburi, ha accompagnato la processione della statua del santo per le vie del paese. La statua, portata a spalla dai soci dell’ Over 30, ha fatto una lunga fermata, ai piedi dell’ edicola del santo che è ubicata all’ uscita per Bompensiere. Edicola realizzata per iniziativa di padre Calogero Piccillo e col contributo di tutti i montedoresi che portavano il nome del santo nel 1964. Durante questa pausa della processione il parroco, padre Amedeo Duminuco, ha benedetto il pane di san Calogero che è stato distribuito a tutti gli astanti, mentre i devoti salivano a rendere omaggio all’ immagine del santo dell’ edicola. Ripresa la processione per le vie del paese – tra il suono assordante dei tamburi e quello più allegro della banda musicale – infine, si è conclusa in chiesa con una predica del parroco. Prima della processione è stata sparata una “maschiata” mentre in conclusione, l’immancabile “Juocu di fuacu” a cura della ditta La Spina di Santa Venerina. I suonatori dei tamburi di Racalmuto hanno eseguito”la tammurinata di San Calò” riscotendo un caloroso applauso.
Lillo Paruzzo
Ritorna alla Home Page