Calogero Alfano ci ha lasciato
Lo scorso 8 giugno, a Palermo, dove viveva da molti anni, ha concluso la sua vita terrena il nostro concittadino dottor Calogero Alfano che, essendo nato a Montedoro nel 1923, avrebbe compiuto 82 anni nel mese di settembre. Figlio di Giuseppe e di Vincenzina Montana – morta nel dicembre del 2000 all’ età di 105 anni meno un mese - Lillo, per gli amici, aveva trascorso la sua infanzia e la sua adolescenza insieme al fratello Alfonso e alla sorella Franca a Montedoro. Conseguita la maturità classica a Caltanissetta, al Liceo Ruggero Settimo, Alfano si iscrisse all’ università di Palermo conseguendo la Laurea in medicina e chirurgia. Successivamente, nel 1951, conseguì la specializzazione in medicina del lavoro, svolgendo la sua attività fino alla pensione, per l’ENPI (Ente Nazionale Prevenzione Infortuni) nel cui ambito ebbe l’ incarico nel settore della prevenzione e cura delle malattie professionali degli operai delle miniere di zolfo del circondario nisseno-agrigentino. La sua dedizione alla professione e la sua naturale dote di rapportarsi con tutti furono apprezzate dagli operai e dai dirigenti in modo particolare delle miniere di Trabonella di Caltanissetta, Cozzo Disi di Casteltermini- Campofranco e Gibellini di Montedoro- Racalmuto. Calogero Alfano, sposato con Kitti, ha avuto due figli: Rossella e Pippo. Non tralasciava occasione per delle permanenze a Montedoro, quando il lavoro glielo consentiva, sia per stare insieme in famiglia che per ritrovare gli amici Lillo Randazzo, Lillo Messana, i fratelli Carlo e Nicolò Bona, Salvatore Chiarelli con i quali disputava delle magistrali partite – sempre affollate di appassionati spettatori - al bigliardo del “Dopolavoro” di Peppino Tulumello e, successivamente, quando si è aperto il Circolo di Compagnia, organizzare delle partite a carte con il cavaliere Peppino Montana, il professore Giuseppe Bufalino, il segretario comunale Michele Morreale, Salvatore Piccillo, Francesco Duminuco, Giovanni La Porta e, da non dimenticare, il colonnello Calogero Salvo ed il cavaliere Giuseppe Duminuco .
Appena laureato, e per molti anni, il dottore Alfano ha svolto l’ attività di sostituto tutte le volte che il dottore Vito Tortorici, medico condotto di Montedoro e Bompensiere, aveva necessità di assentarsi. In tante occasioni si è meritato la riconoscenza della gente per la sua disponibilità e la familiarità dimostrata verso tutti i pazienti in qualsiasi ora del giorno e della notte. Quando, per motivi di servizio, si intratteneva a Caltanissetta dalla sorella Franca, nella farmacia del marito Francesco Messana, spesso dei compaesani e dei conoscenti andavano a chiedere un consiglio medico al dottore Alfano che dispensava con tanta umiltà e con tanta amicizia.
Si può benissimo affermare che Lillo Alfano ha lasciato una traccia indelebile in tutti quelli che lo hanno conosciuto ed incontrato: il suo stile elegante, nei rapporti con gli altri, non gli ha impedito di essere vicino alle persone più umili e più bisognose, di farle sentire a loro agio, di farle sentire rispettate. Una frase che riassume il suo comportamento sociale mi è stata detta da un vecchio minatore: “Il dottore Alfano era un signore.”
Il dottore Alfano gli ultimi anni di attività professionale li ha svolti presso la Regione Siciliana, come consulente nel settore della Medicina del lavoro, mettendo a disposizione dell’ Ente pubblico la sua lunga esperienza e la sua alta professionalità che gli erano valsi lusinghieri ed ampi riconoscimenti coronati con l’ assegnazione della Medaglia d’oro da parte dell’ Ordine dei medici di Palermo.
Ancora in vita il dottore Alfano aveva manifestato, più volte, ai suoi figli, il desiderio di essere sepolto nella tomba di famiglia del suo paese e, quando è avvenuta la tumulazione a Montedoro, il figlio Pippo ha esclamato:”Papà aveva questo desiderio. Noi siamo tutti a Palermo ma siamo contenti di avere esaudito il suo desiderio.” Un uomo, un professionista che sentiva molto il suo attaccamento alla sua terra, al suo paese natale e quindi agli anni dell’ infanzia e come dice un personaggio de Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa” a vent’anni è già tardi: la crosta è fatta” per la quale Calogero Alfano era e rimane un montedorese che dopo tanti anni è ritornato nella sua terra.
Lillo Paruzzo
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