100 anni fa nasceva Alessandro Paruzzo, primo taxista di Montedoro


Alessandro Paruzzo, nato a Montedoro il 16 agosto 1905 figlio di Calogero e di Camo Felicia, nel 1926 attiva, a Montedoro, il servizio di autonoleggio da rimessa in sostituzione del postale (carrozza trainata da due cavalli), che il padre - lu gnur Caluzzu - aveva tenuto in esercizio dal 1894, cioè per ben 32 anni comprando la prima automobile del paese.
Una fotografia del postale con Calogero Paruzzo è stata pubblicata nel libro di Luisa Hamilton Caico “Vicende e costumi siciliani” con la scritta: La diligenza da Serradifalco a Montedoro. Alle pagine 27 e 28 vi sono le sequenze che riguardano il viaggio in carrozza dalla stazione ferroviaria di Serradifalco a Montedoro.
Fino ad allora i montedoresi che dovevano recarsi a Caltanissetta o in altre città dovevano raggiungere con la carrozza o a piedi la stazione ferroviaria di Serradifalco. Col servizio automobilistico si poteva raggiungere Caltanissetta direttamente così come le altre località. Delle diverse automobili possedute fino al 1949, anno della sua dipartita, vi sono delle documentazioni cartacee e fotografiche solo delle seguenti :
1. Autoveicolo Fiat targato CL 624 acquistato il 27 aprile del 1938 da Mangione Andrea fu Stefano di Serradifalco con cambio di destinazione da servizio di piazza a noleggio di rimessa.
2. Fiat 515 berlina targata CL 635 con n.6 posti immatricolata la prima volta dal vescovo di Caltanissetta Mons. Giovanni Jacono il 2 luglio del 1932 acquistata da Alessandro Paruzzo il 19 febbraio del 1940 per la somma di Lire 1.500. Nel 1945 l’ automobile è stata venduta a Pastorello Liborio di Caltanissetta per Lire 20.000. Nel 1951 l’ ultimo acquirente è stato Giuffrida Filippo di S. Alfio fraz. Milo per la somma di Lire 40.000
3. Fiat 508 sport targa CL 1173 immatricolata nel 1935 da Maggiore Vittorio di Messina. Nel 1937 è stata acquistata da Schiavo Lena Elvira in Ballati di Caltanissetta. Nel 1939 è passata a Sciandra Vincenzo di Caltanissetta e nello stesso anno a Paruzzo Alessandro. Nel 1947 ad Angilella Felice di Caltanissetta. Nel 1950 ad Augello Pasquale di Caltanissetta e nel 1952 a Cumbo Nicola.
La viabilità era costituita da strade carrettiere e quindi andare a Caltanissetta era un’ impresa, ma anche la meccanica dava continuamente dei disturbi e bisognava fare la manutenzione quotidiana e spesso sostituire qualche pezzo collaborato, negli anni, da Michele Salvo, Agostino Montagna, Ignazio Pace, Sebastiano Sciandra e Gaetano Macaluso tanto che il padre - lu gnur Caluzzu - ebbe più volte a dire:” Cu lu pilu l’accucchiavu e cu lu fierru li spardà” intendendo riassumere che la somma occorrente per comprare l’ automobile era stata accumulata col lavoro del cavallo (pilu) e della carrozza ed era stata spesa – sciupata (spardata) - per comprare l’ automobile (fierru).Esprimendo così una certa diffidenza per la novità costituita dall’ automobile. Le persone che viaggiavano ogni giorno erano pochissime, invece molte erano quelle che davano ad Alessandro Paruzzo delle commissioni per i vari uffici della provincia, per l’ acquisto di medicinali ed anche generi diversi. A Caltanissetta Paruzzo aveva un’ intesa con un giovane che pensava al disbrigo delle diverse incombenze.Il punto di riferimento dei passeggeri era l’ osteria di Pasqualeddra situata in una traversa della via Cavour di fronte alla Villa Cordova . Nel pomeriggio, quando lu zi Liscianniru rientrava dal capoluogo, nel cortile, dove c’era il garage, erano in tanti ad aspettare il suo arrivo anche perché portava della merce varia che, la madre prima e la moglie dopo, vendevano nel negozio.
Nel 1941 Alessandro Paruzzo sposa Luigina Morreale di Mussomeli. I figli sono: Felicetta,insegnante in pensione abitante a Gela; Lillo, insegnante abitante a Montedoro; Salvatore, Vescovo di Ourinhos di San Paolo del Brasile; Giovanni aggiustatore meccanico in pensione abitante a Montedoro; Alessandra, insegnante abitante a Caltanissetta. Nel settembre del 1949, dopo un improvviso malore, venne portato a Palermo dove subì un’ operazione che non fu risolutiva e fece ritorno alla casa del Padre a 44 anni.
Nel centenario della nascita il ricordo va alla persona e agli affetti dei suoi parenti ma anche all’ uomo che ha ricevuto il testimone dal padre per quanto riguarda i mezzi di trasporto, nel piccolo paese, con una valenza storica avendo sostituito il trasporto delle persone con la carrozza con la moderna automobile.

C.P.


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