Dal Corriere milanese illustrato della domenica del 15 ottobre del 1905


Nella povera Calabria crollano le case; in Sicilia, sopra Sutera, nella provincia di Caltanissetta, crollò un monte: il Monte San Paolino. Il fatto spaventoso avvenne nella notte del 20 settembre. Si noti, che il sottosuolo ivi è ampiamente scavato, essendovi. molte miniere di zolfo: lavori di escavazione sono stati eccessivamente allargati, onde i timori di franamento del monte sovrastante inquietavano da tempo la popolazione. Fatto sta, alle 3 antimeridiane del 20, dopo sensibili scotimenti del terreno da far credere si trattasse di terremoto cominciò il crollamento del monte San Paolino; mentre la popolazione di Sutera, già sull'allarme, precipitavasi spaventata fuori dalle case, fuggendo verso la campagna. Fu una scena di terrore. Il Monte San Paolino è una montagna isolata fra una estesa pianura ed elevantesi a poca distanza dalla linea ferroviaria di Girgenti. Il Club alpino siciliano vi aveva posta una stazione alpina, molto visitata dai forestieri in occasioné d'una festa estiva che sul monte si faceva di sera. Sutera, i cui quartieri sono stati colpiti dal franamento, conta 3800 abitanti circa.
La montagna dalla parte occidentale, dov’è avvenuta la frana, continua a minacciare il sottostante abitato detto Giardinello. Finora le case abbattute dalle rocce staccatesi dal monte sono una ventina e le vittime accertate sono un morto e venti feriti: altrettante sono le famiglie che tutto hanno miseramente perduto.
Sul monte, si vede ora una spaventevole frana lunga quattrocento metri con una base di cento. II quartiere per la maggior parte distrutto era uno dei tre che formavano la parte meno antica del paese: tuttavia risaliva al 1300. Ivi erano situati tutti gli edifici pubblici e le abitazioni delle classi più facoltose. Gli edifici, non ancora abbattuti dai massi che continuano ancora a staccarsi dalla roccia, furono in gran fretta sgombrati, la notte stessa del 20. Nei giorni seguenti si è cercato di trarre in salvo, dov'era possibile le masserizie dalle case ed i documenti più indispensabili dagli uffici. Il 24 le frane del monte continuavano; e il quartiere Giardinello era stato tutto sgombrato dalla popolazione ricoverata nel convento dei Cappuccini, nel convento di San Martino, nella borgata Milocca e nelle chiese di Campofranco.
Un esempio di coraggio. La ricerca delle cause del disastro fu affidata all’ingegnere giudiziario signor Nuaro, il quale, con grande sangue freddo discese nelle due miniere, e vi si è inoltrato fin dove era possibile, rilevando che buona parte delle gallerie erano rovinate.


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