Montedoro, emigrati che ogni estate ritornano come le rondini


Dal Belgio
Guarneri Giuseppe del fu Onofrio di anni 77 sposato con Maria Mantione, emigrato in Belgio nel 1956 a Liegi, nel 1958 rientra a Montedoro dove lavora nella miniera di zolfo di Gibellini, nel 1964 emigra nuovamente a Liegi dove lavora in una miniera di carbone e poi in una fabbrica siderurgica fino alla pensione nel 1982. Le figlie Giuseppina, Calogera e Silvana sono nate a Montedoro, Onofrio è nato in Belgio. Coltiva una passione sin da ragazzo per la scultura in legno, in alabastro e altre pietre dure realizzando personaggi che popolavano il suo mondo infantile: i lavoratori della campagna, i minatori, i cacciatori, ma anche i giocatori di calcio e poi volti di uomini che sembrano di altre epoche. Forse, dice,se da ragazzo avessi potuto studiare in un istituto d’arte……. Ritorna ogni anno a Montedoro dove vivono il fratello Pietro e la sorella Rosa e tanti altri parenti.

1. Alaimo Carmelo del fu Calogero e di Cordaro Giuseppa, di anni 50, emigrato in Belgio nel 1974 a Liegi dove ha trovato lavoro nell’edilizia. Nel 1979 sposa Farrauto Pierina figlia di Luigi da Racalmuto dalla quale ha avuto due figli: Giuseppina e Calogero.Il fratello Giuseppe di anni 67 è emigrato in Belgio nel 1963 a Namour. Il fratello Fausto di anni 61 è emigrato in Belgio a Liegi.Il fratello Rosario di anni 58 è emigrato a Mussomeli.La sorella Rosa di anni 53 abita a Montedoro. Carmelo ha due sorelle religiose: Suor Teresa di anni 70 superiora del Collegio di Maria a Giuliana (PA), Suor Gaetana di anni 63 della congregazione delle Sorelle dei poveri di Santa Caterina attualmente a Cortona (AR). Carmelo ricorda il periodo delle scuole elementari, con la maestra la signorina Tortorici e il maestro Angelo Mammano, con tanta nostalgia. Anche la scuola media l’ ha frequentata a Montedoro: un anno nell’ edificio del Ricovero e due anni nel nuovo edificio scolastico. Carmelo Alaimo ritorna a Montedoro almeno una volta l’ anno e ha notato che i rapporti tra i ragazzi di oggi sono diversi di quelli che si avevano ai suoi tempi quando ancora si giocava per le strade e nelle piazzette, la piazza Umberto era piena di gente: c’era più armonia. Oggi gli abitanti sono molto di meno e molte case sono disabitate anche se tante sono state ristrutturate.L’ amore per il paese Carmelo lo ha trasmesso alla figlia Giuseppina che dice di trovare Montedoro: piccolo, bello, ma con tanto spirito di accoglienza.

2. Verderame Sebastiano, del fu Luigi e della fu Mendola Grazia di anni 65, frequentava ancora la quarta elementare col maestro Alfonso Alfano, quando è emigrato, con tutta la sua famiglia, Angelo suo gemello, Pino del 1943 e Dora del 1949, in Belgio, a Liegi dove ha continuato la scuola fino ai 14 anni. Comincia la sua attività lavorativa in fabbrica, poi in una cristalleria, un bottonificio ed in una carrozzeria andando in prepensione nel 1990. Contestualmente al lavoro coltiva la sua grande passione per la musica ed in modo particolare lo studio della fisarmonica. Insieme al gemello Angelo ed altri 4 elementi danno vita ad una formazione orchestrale suonando ogni fine settimana in molti locali fino alla partecipazione a degli spettacoli televisivi nel Lussemburgo. Qualche volta, nei suoi ritorni annuali che si ripetono da 25 anni a Montedoro, ha suonato durante le serate danzanti nel Centro sociale facendosi apprezzare dai compaesani. Naturalmente il suo repertorio annovera tante canzoni siciliane. Nel 1965 Sebastiano ha sposato Antonina Alessi figlia del fu Gaetano con la quale ha avuto tre figli: Graziella di 39 anni, Lorenza di 32 anni e Luigi di 28 anni ai quali ha trasmesso l’ amore per il paese comprando una casa di proprietà ed invogliandoli, sin da piccoli, a venire a Montedoro e quindi conoscere la Sicilia, la sua storia, le tradizioni e le sue bellezze.
Sebastiano ricorda in modo indelebile gli anni dell’ infanzia a Montedoro, della povertà, dei disagi: come tanti bambini camminava scalzo e andava a pascolare degli animali. Un giorno, giocando in piazza, con altri coetanei, vide un pane infilzato in una barra di ferro della recensione della casa Guarino lo prese e lo portò via correndo per andarlo a mangiare con gli altri: non si è mai spiegato come mai e perché quel pane era infilzato dal ferro . E poi in terra di emigrazione il lavoro ed i sacrifici affrontati per costruirsi una buona situazione economica, l’ impegno nel fare le serate musicali che contribuivano a guadagnare ancora di più anche se in modo piacevole. Il rapporto umano che si instaura con i compaesani residenti ed emigrati è uno dei valori importanti che bisogna sempre più incrementare, mi dice Sebastiano, oltre a mantenere le tradizioni delle feste di San Giuseppe, della Madonna del Rosario, di Natale e di Pasqua che ci fanno essere un solo gruppo.Da tanti anni scatto fotografie,faccio filmati del paese e delle feste e me li porto in Belgio e quando ho una qualche nostalgia sfoglio l’ album e vedo i filmati di Montedoro.

Dagli USA
1. Montagna Calogero del fu Faustino e della fu Morreale Francesca, di anni 61, emigrato in USA nel 1967 a Rockford dove c’era il cugino Jhoseph Bona, medico pediatra, e, dopo un anno a Buffalo dove i montedoresi sono presenti da oltre cento anni ed in numero rilevante.Il fratello Carmelo è emigrato in USA nel 1966, mentre la sorella Graziella e la mamma Francesca, dopo un primo periodo 1968-72, sono emigrate definitivamente in America nel 1980. Calogerino, come veniva chiamato, è ritornato a Montedoro per alcuni giorni insieme alla moglie Rosalia Di Salvo, sposata nel 1972, originaria di Bagheria, e alla figlia Antonietta. Altri ritorni al suo paese natale li ha fatti nel 1975 e, in occasione della dipartita del padre, nel 1979. Della scuola elementare frequentata a Montedoro ricorda i maestri: Salvatore Messana, Calogero Milazzo e Paolo Piccillo.Il periodo di apprendistato nell’ officina di fabbro degli zii Francesco e Giovanni Morreale “Li firrara”e i suoi compagni: Randazzo Salvatore poi emigrato in USA così come Ingrao Franco e Farruggia Gaetano; Falcone Nicolò e Alba Agostino emigrati in Belgio, Alba Pietro emigrato a Torino, Sanfilippo Pasquale e Randazzo Calogero. In quel periodo 1958 – 65 a Montedoro si costituisce la Banda musicale e Calogerino apprende a suonare il flicorno baritono. Parla di questa esperienza con tanta gioia specialmente del periodo nel quale la Banda musicale era diretta dal maestro Salvatore Greci di Agrigento e capobanda era Angelo Randazzo e delle tournèe che rendevano famosa la banda di Montedoro che era composta anche da 13 ragazze costituendo una grande novità per buona parte della Sicilia. Calogerino emigrato in America ha lavorato come saldatore e come idraulico fino al 2003 quando è andato in prepensione per motivi di salute. A Buffalo frequenta, insieme a tanti altri italiani, la parrocchia di S. Antonio facendo parte del coro parrocchiale chiamato Camerata di S.Antonio che, ogni domenica ed in tutte le feste principali dell’anno, anima la celebrazione della Messa con canti polifonici. Fa parte, come corista, anche del Villa Maria Coral di Buffalo formato da oltre 50 elementi che esegue musica polifonica classica e che, negli ultimi anni, ha svolto delle tournèe, oltre che negli Stati Uniti, anche in Irlanda, Lituania e in Italia ad Orvieto e in diversi paesi della Calabria.
A tal proposito Calogerino ricorda, con tanta nostalgia, quando a Montedoro faceva parte del coro della gioventù maschile dell’ azione cattolica e in particolare le notturne cantate della vigilia dell’ Immacolata con padre Calogero Piccillo e tutti gli altri giovani.

2. Sciandra James di anni 28 abitante a Clearwater in Florida titolare di una compagnia formata da 30 operai che si occupa di giardinaggio a Tampa. Nel 2003 è venuto a Montedoro in gennaio e per la festa della Madonna del Rosario in ottobre, per la Pasqua del 2004 e nel 2005 per la festa di San Giuseppe con la voglia di conoscere il paese dei suoi antenati, la storia e godere dell’ accoglienza del tranquillo paese. Sua mamma si chiama Charlene (Calogera), suo nonno Calogero, il bisnonno Vincenzo e il suo trisavolo Giuseppe, fratello di Rosario bisnonno del professore Calogero Sciandra residente a Montedoro. Con James sono venuti a Montedoro James Sciandra di anni 49 architetto fratello di sua mamma, Giovanni di 67 anni, prozio, undicesimo figlio del bisnonno Vincenzo, sposato con Liboria Zoda, nato a Montedoro ed emigrato nel 1908 prima a Pittston P.A. dove ha lavorato nelle miniere e poi a Buffalo. Giovanni, che lavora nell’ edilizia, da giovane ha avuto una certa notorietà a Buffalo come pugile. Insieme a Giovanni è venuta a Montedoro la nipote Shaina Rae, di 18 anni, studentessa, la quale è rimasta affascinata nel conoscere la storia di Montedoro e nel visitare le vestigia delle antiche miniere, delle tombe dei sicani, delle vecchie case, ma soprattutto dalla facilità con la quale si instaurano i rapporti tra le persone.La festa di San Giuseppe con la banda musicale, la processione, la notturna per le vie del paese che tra suoni e balli si è prolungata fino alle quattro di mattina, il concerto della banda musicale sul palco in piazza e i fuochi d’artificio certamente rimarranno impressi nella sua memoria.
Durante il viaggio da New York a Palermo James e i suoi parenti hanno fatto conoscenza con Michele Salvo del fu Alessandro e gli hanno chiesto dove andasse. Michele, che proveniva da Atalanta, rispose: a Montedoro. E quelli tutti contenti risposero: anche noi andiamo a Montedoro. Così hanno approfondito la conoscenza scambiandosi notizie sui loro parenti originari del paese.Il ritardo nella consegna di una valigia di James da parte dell’ aeroporto ha coinvolto Michele, il cognato Isidoro Mistretta che abita a Terrasini e lo scrivente in una serie di telefonate e fax per tre giorni fino alla sospirata consegna.Nei parenti Sciandra ho notato un forte desiderio di conoscere le loro radici, la storia, i valori, le tradizioni, i luoghi, l’ ambiente dai quali nel 1908 il loro antenato Vincenzo è partito da Montedoro per il nuovo mondo. Dopo la breve ma intensa permanenza a Montedoro i parenti Sciandra sono partiti per visitare Roma, Rimini, Venezia e Milano salutando con un caloroso arrivederci.

3. Piccillo Giuseppe, di anni 61, figlio di Paolo e di Giuseppina Sgrò è nato a Pittston – la città USA della prima emigrazione dei montedoresi- e dopo avere compiuto gli studi superiori ha intrapreso la sua attività artistica di pittore a Filadelfia. Il nonno Benedetto Piccillo, sposato con Giuseppina Alfano, è emigrato da Montedoro nel 1912 raggiungendo gli altri compaesani a Pittston dove si trovava lavoro nelle miniere di carbone.Dopo due anni la moglie con la piccola Giuseppina di due anni e Pietrina di un mese raggiunsero l’ America e successivamente nacquero Giuseppe, Sebastiano e Paolo. Giuseppe Piccillo, ormai pittore affermato, dopo numerose mostre nelle principali gallerie d’ arte delle maggiori città americane, nel 1998 ha sentito impellente il desiderio di conoscere il paese dei suoi nonni Montedoro, lui dice:”Un bisogno profondo”. Intanto è soddisfatto di essere il primo della sua famiglia di essere venuto in paese e poi la sensazione che prova nei suoi soggiorni – due volte l’ anno – è quella di essere a casa, per l’ aria che si respira, per gli odori, i suoni, i colori e i cibi che si assaporano.” Io vengo a Montedoro per abitare, per stare, non tanto per visitare e mi piacerebbe affittare una casa ad anno e potere essere libero di venire quando mi pare e piace.”
Giuseppe è un pittore astratto e vanta una ricca produzione, ma dalla sua prima venuta a Montedoro ed in Sicilia, ha molto sviluppato la sua attività pittorica con gli acquerelli e la produzione di vignette. Un momento molto intenso nelle sue ripetute permanenze Giuseppe lo ha vissuto durante la settimana santa ed in modo particolare nella processione al Calvario del Cristo nell’ Urna, della Madonna Addolorata ed il canto straziante dei lamentatori. Forse non è un caso che il calvario si trova vicino alla exminiera Nadurello; i nostri antichi avranno certamente voluto significare che il lavoro, le sofferenze della miniera potevano essere assimilate a quelle del Cristo sulla via del calvario. In una vignetta Giuseppe ha tratteggiato – per averla vista - una donna vestita di nero con un ombrello rosso a causa di qualche goccia d’ acqua che veniva giù in una delle processioni del Venerdì Santo al calvario:”Molto significativo, molto profondo” mi dice con tanto sentimento. E poi mi parla delle lamentazioni di Montedoro che gli hanno fatto venire la pelle d’ oca la prima volta che le ha sentite e tutte le altre volte anche se conosce le lamentazioni di altri paesi della provincia di Agrigento.” La loro armonia, la polivocalità è eccezionale”.
I parenti di Giuseppe – secondi cugini -sono l’ attuale sindaco Giuseppe Piccillo, il tecnico comunale Pippo Piccillo, ecc.

4. Augello Alessandro, di anni 65, figlio del fu Giuseppe e della fu Assunta Nola, ricorda il periodo della scuola elementare e i maestri Angela Tortorici, Paolo Piccillo, Calogero Milazzo e poi il suo apprendistato nei sarti Roberto Petix e Rosario Montagna. Insieme ad Angelino Velardita è emigrato a Pieve Pelago in provincia di Modena all’ età di 15 anni lavorando in sartoria e successivamente a Torino, a Roma ed in Francia a Saint Ammand dove frequenta un corso professionale di saldatore e lavora con una grande Compagnia sia in grandi città francesi come in Algeria. Nel 1963 raggiunge il Canada dove lavora ad Hamilton e a Vancouver. Nel 1966 va negli USA a Seattle dove si stabilisce definitivamente. Nel 1969 viene a sposarsi a Montedoro con Giuseppina Mancino figlia di Giovanni dalla quale ha avuto tre figli: Claudia, Giuseppe e Marisa. Lo vedi – mi dice – ai miei figli ho messo nomi italiani. Insieme alla sua famiglia Alessandro è ritornato, per diversi anni, a Montedoro, ma dall’ ultima volta sono trascorsi diversi anni a causa della malattia e poi della dipartita della moglie.”E’ bello ritornare a Montedoro per rivedere i luoghi della mia fanciullezza, della mia famiglia, dei miei amici e conoscenti. Oh, si, è proprio bello!” Diego, fratello di Alessandro, ottantenne, si trova in Arizona, mentre i suoi cugini oltre a Montedoro abitano a Serradifalco e Caltanissetta: Salvo,Territo e Butticè, a Corsico ed in Svizzera: Augello, in Canada: Milazzo. Una numerosa famiglia quella degli Augello diffusa in varie parti del mondo.

Da Milano
1. Falci Nicolò, di anni 55, figlio di Calogero e di Grazia Alfano sorella di Giuseppe Alfano cofondatore del Circolo Franco- Italiano di Decines, è emigrato a Milano in seguito al superamento del Concorso magistrale del 1973 insegnando nelle scuole elementari fino al 1990. Poi è passato, con la legge sulla mobilità, a lavorare come addetto ai servizi sociali nei comuni di Lainate, Senato, Cesate. All’ Università di Torino ha conseguito la Laurea in Pedagogia. Nel 1980 Nicolò ha sposato Claudia Volpi dalla quale ha avuto due figlie: Elisa di 22 anni e Gloria di 13 anni. I suoi ritorni sono al massimo semestrali e gli consentono di tenere vivi i rapporti con tanti compaesani così come a Milano, in modo particolare, con Federico Messana del fu Pietro e Pippo Duminuco del fu Giuseppe.Mi piace ricordare che Nicolò e Federico, di tanto in tanto, via internet, accendono una disputa in versi siciliani come tempo fa si usava nelle “putii di vinu” quando, chi esauriva i suoi “strambotti improvvisati pagava la” turnata di vinu” della compagnia.
A Milano Nicolò, specialmente nei giorni di nebbia, vede proiettati i suoi ricordi come su di uno schermo, ma quando si aggira per le strade del paese è tutto un’ altra cosa: vede la casa di suo nonno Lu zi Nicu – al quale somiglia moltissimo – dove nel pianterreno c’ era la putia e si poteva trovare di tutto come nei moderni Supermarket. Di fronte la casa di sua zia Gaetana che aveva il tabacchino e dei cugini Pierina, Alessandro e Lillina con il loro padre Calogero Marsala. E poi la casa degli zii del padre, i valenti calzolai Francesco e Gaetano Alfano che – come usava allora – era un luogo d’incontro frequentato da tanti ma anche dai fratelli Giuseppe e Cosimo Duminuco avvocati e dove le discussioni erano di un certo livello senza mai scadere nella volgarità o nel pettegolezzo. I fratelli Alfano vengono ricordati come fedeli abbonati del Corriere della Domenica per diecine di anni e per la statua di San Calogero comprata negli trenta per il nipote Calogero Falci e che per tanti anni veniva portata in processione per le vie del paese da un gran numero di ragazzi fino a quando venne istituzionalizzata dalla chiesa diventando una delle feste tradizionali del paese. Le case dei suoi maestri Lillo Salvo ed Alfonso Alfano ed il luogo dove sorgeva il vecchio ricovero che funzionava da scuola quando durante l’ intervallo c’era la possibilità di andare a casa a prendere la merenda.Praticamente tutte le pietre del paese risvegliano in Nicolò ricordi ed episodi della sua infanzia. Si, è vero, le pietre raccontano.
Nicolò ha due fratelli: Gaetano, Dirigente scolastico abitante a Caltanissetta e Salvatore, Perito minerario abitante a Realmente. Nicolò Falci alla Cecchignola di Roma ha frequentato il 58° Corso di Allievi Ufficiali e per sei mesi ha prestato servizio nella Caserma Tukori di Palermo.Dopo 33 anni ha avuto l’ opportunità di rimettersi in collegamento con alcuni suoi excommilitoni: Angelo Muratore, medico di Canicattì, Giuseppe Moretti di Milano che ha ricostruito l’ elenco di tutti gli allievi del Corso con i relativi indirizzi attuali e lanciando l’ idea di costituire una Associazione per la formazione di un gruppo di intervento di ufficiali dell’ esercito per la tutela e la protezione dei BBCC.
Nel tempo libero Nicolò, da qualche anno, si dedica alla poesia in dialetto siciliano fissando sulla carta, ricordi, emozioni, sentimenti, desideri, nostalgie, speranze che hanno attinenza con il mondo della sua infanzia trascorsa a Montedoro. Come lui dice la nebbia di Milano non è un ostacolo per vedere i suoi ricordi ma uno schermo che stimola la sua fantasia. Dopo oltre trenta anni di emigrazione, ma che ha seguito l’ evoluzione di Montedoro, Nicolò registra la realizzazione di tante strutture pubbliche che spesso sono poco o affatto utilizzate dalle persone notando la differenze con il periodo della sua giovinezza quando si cercava di costruire dei servizi, mentre oggi gli sembra che tutti si siano trasformati in utenti, senza voglia di creare delle opportunità di vario genere, senza cercare di rompere con la mentalità dominante.

2. Marranca Salvatore, di anni 61, figlio del fu Angelo e della fu Rosa Piccillo, trascorse la sua infanzia a Montedoro dove frequentò la scuola elementare con l ‘insegnante Calogero Milazzo e la scuola media presso i salesiani di Barriera del Bosco di Catania. Suoi fratelli sono: Giuseppe di anni 70, Pietro di anni 68, Paolo di anni 66, Calogero di anni 62, Paolina di anni 56. E’ stato a bottega nella falegnameria del fratello Giuseppe, che oggi ha 70 anni e abita a Caltanissetta, ma che, quasi tutte le domeniche, viene in paese. Vi lavorava anche il fatello Pietro poi emigrato in USA a Buffalo e i giovani apprendisti: Amedeo Ricotta, Santo Sciandra, Annibale e Federico Morreale, Fedele Terrana. Accanto alla falegnameria la sua famiglia aveva il tabacchino. Salvatore ha fatto parte della Banda musicale di Montedoro, suonando il clarino, con capobanda Angelo Randazzo e maestro Salvatore Greci e innumerevoli sono i ricordi dei fatti e degli eventi legati alla vita della banda, sia quando suonava in paese che quando andava a suonare per le feste patronali in vari comuni della Sicilia, per la sua caratteristica di essere una delle prime bande musicale composta da uomini e da donne.Nel 1962 Salvatore emigra per due anni a Torino, rientra a Montedoro e va a prestare il servizio militare di leva nella marina a La Spezia come aggregato degli incursori subacquei della nave “Cavezzale” e come imbarcato visita diversi porti italiani e della Turchia. Sono in molti a sostenere che Salvatore Marranca sia stato il primo montedorese a prestare il sevizio militare nella marina. Nel 1967 Salvatore emigra a Milano dove lavora presso l’Alfa Romeo di Arese fino al 1996. Nel 1971 sposa Antonietta Liberatore dalla quale ha due figli: Lucia e Angelo già padre di una bambina.
Salvatore, molto legato al paese, ritorna almeno due volte l’ anno. Nello scorso mese di Giugno è venuto insieme al fratello Calogero e poi è andato in USA a Buffalo a trovare il fratello Pietro sposato con Nuccia Galante che hanno tre figli: Angelo (già padre di Milena e Mikol), Maria Rita e Paolo. Nel suo soggiorno americano ha avuto l’ opportunità di incontrare tanti compaesani e tra gli altri il dottor Nicolò Bona. La famiglia Marranca, come tante altre famiglie di Montedoro, con la crisi dell’ artigianato degli anni sessanta ha intrapreso le vie dell’ emigrazione. Giuseppe è emigrato a Caltanissetta dove ha svolto il lavoro di impiegato comunale fino alla pensione; Pietro è emigrato in USA a Buffalo dove c’erano i fratelli della moglie Nuccia Galante; Paolo è emigrato a Milano lavorando come ragioniere presso la Boston e poi come consulente; Calogero è emigrato a Roma come sarto, poi a Torino ed infine Milano dove ha lavorato nella azienda tranviaria fino alla pensione; Paolina a Milano. Avere una casa a Montedoro è uno stimolo grande per ritornare in qualsiasi momento senza arrecare disturbo ai parenti – mi dice – Salvatore, mentre il fratello Giuseppe, qualche anno addietro, ha comprato un pezzettino di terreno in contrada Palombaro nelle vicinanze del paese per avere un altro elemento in più per venire settimanalmente.


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