Il saluto del Parroco
Eccellenza reverendissima,
con tutto il cuore Le rivolgo, a nome di tutta la Comunità, il più caloroso benvenuto in mezzo a noi. Siamo veramente felici e grati al Signore per questa Visita, anche perché crediamo profondamente che è Gesù stesso che nel Vescovo viene a visitarci.
Ci siamo predisposti a questo appuntamento con l’animo vuoto, pronti ad accogliere tutte quelle grazie di cui il Signore ha pensato di farci dono durante questo tempo propizio, frutto della Sua presenza in mezzo a noi.
In questo momento desideriamo farLe dono di quella vita che c’è, poca o molta che sia non importa. E’ quello che ci siamo proposti con il Consiglio Pastorale fin dal primo momento. Non dobbiamo inventare niente – ci siamo detti – ma consegnarci al Vescovo così come siamo, in modo che sia Lui a confermarci o a correggerci nel momento in cui ce ne fosse bisogno.
Pertanto, carissimo Padre, mi permetta di dirLe qualcosa a mo’ di presentazione, di quello che in questi pochi anni della mia presenza in questa Comunità ho potuto toccare con mano e che insieme a P. Ignazio in questo ultimo periodo, con la sua splendida presenza qui, abbiamo verificato.
Arrivato nell’Ottobre del 2003, mi sono trovato subito coinvolto all’interno di una Comunità dove ho sperimentato una grande accoglienza e un grande calore familiare; mi sono sentito subito a casa.
Ma insieme a queste, ho scoperto, via via, tante altre belle qualità, come per esempio una grande capacità di ascolto, manifestazione di una grande sete di Sapienza e di un grande desiderio di conoscere e scrutare le profondità della Parola. Non ci si può permettere il lusso di improvvisare!
Ho scoperto ancora una Comunità che ama confrontarsi. Sono tanti che ci chiedono il colloquio personale, indipendentemente dalla Confessione, per andare maggiormente in profondità nella vita spirituale e per conoscere con maggiore chiarezza il disegno che Dio ha per la propria vita.
Una Comunità insomma, che vuole crescere, attingendo in maniera costante ai sacramenti quali la Confessione e l’Eucaristia. Tutto questo ha generato e continua a generare tante anime belle desiderose di fare sul serio con Dio e di testimoniare con la concretezza dell’amore questa scelta di Dio nella propria vita.
Una scelta di Dio che va rinnovata continuamente in modo particolare quando lungo il percorso della vita si presentano dolori, sofferenze, tentazioni ecc. che ti mettono alla prova e lì sei chiamato a misurare questa tua fedeltà e non solo a livello individuale ma anche collettivo.
In questi giorni, carissimo Padre, avrà modo di constatare di persona come questa Comunità non è esente da povertà, disoccupazione, superstizione, dipendenze (alcool-droga), solitudine, azioni malavitose ecc…tutte realtà negative che in qualche maniera attendono una risposta.
Ma quale risposta possiamo dare a tutto questo malessere dinanzi al quale ci sembra di essere come un piccolo Davide dinanzi al gigante Golia?
Gesù ci ha insegnato che dinanzi alle difficoltà non bisogna scappare, ma confidando nella sua grazia, avere la grande capacità di guardare in faccia queste realtà negative e per quello che è nelle nostre possibilità abbracciarle e risolverle.
Come risolverle?
Crediamo, Eccellenza, che la risposta ce l’abbia data Lei con la Lettera Pastorale “Il tuo tempo per i poveri” (in altra parte del giornale) invitandoci concretamente ad essere operosi nella carità: “La nostra Comunità ecclesiale – Lei dice – non può limitarsi a terapie di tamponamento, ma deve seriamente progettare soluzioni a medio e lungo termine, in collaborazione con le istituzioni civili e con tanti uomini e donne di buona volontà”.
Da questo siamo ancora forse un po’ troppo lontani, ma nel nostro piccolo e senza tante pretese ci stiamo sforzando di alleviare con la concretezza dell’amore tante piccole situazioni di bisogno e non soltanto materiali.
Anche perché l’amore che è Agape come ci ha detto il S. Padre nell’ Enciclica ”Deus Caritas Est”: “non offre agli uomini solamente un aiuto materiale, ma anche ristoro a cura dell’anima, un aiuto spesso più necessario del sostegno materiale”.
Un’opera questa, per la verità, portata avanti da sempre dai confratelli sacerdoti che mi hanno preceduto e non ultimo dal nostro carissimo e amabilissimo P.
Vincenzo Antinoro, a cui va tutta la nostra gratitudine e ammirazione.
Oggi, insieme con noi Sacerdoti lo stanno facendo i vari gruppi e associazioni presenti all’interno della Comunità ecclesiale. Li cito nell’ordine con cui Ella li incontrerà nei prossimi giorni: Catechisti, Gruppo liturgico, Ministri straordinari della Comunione, Confraternita del SS. Sacramento, Rinnovamento nello Spirito, Unitalsi, Azione cattolica, Gruppo di preghiera di P. Pio, Volontari del Banco Alimentare, Gruppo di Pastorale Familiare, Gruppo giovani e giovanissimi e tra qualche giorno si aggiungerà il gruppo dei Volontari della carità ai quali lei stesso darà il Mandato.
Meditando in questi giorni delle Quarantore l’Enciclica del S. Padre il Papa “Deus Caritas Est” abbiamo acquisito sempre più la chiara consapevolezza che noi non possiamo avere la pretesa di sostituirci allo stato.
“La Chiesa – dice il S. Padre – non può e non deve prendere nelle sue mani la battaglia politica per realizzare la società più giusta possibile. Non può e non deve mettersi al posto dello Stato. Ma non può e non deve neanche restare ai margini nella lotta per la giustizia. Deve inserirsi in essa per la via dell’argomentazione razionale e deve risvegliare le forze spirituali, senza le quali la giustizia, che sempre richiede anche rinunce, non può affermarsi e prosperare”.
Carissimo Padre, il desiderio che arde in tutti noi in questo momento è quello di risvegliare queste forze spirituali qualora si fossero assopite, e la Sua presenza qui in questi giorni, nella qualità di Pastore, fratello, amico, siamo sicuri che darà un forte impulso in questa direzione, incoraggiandoci, correggendoci, stimolandoci, per essere quella Comunità capace , come Maria, di generare, attraverso l’amore scambievole, Gesù, vera risposta a tutti i problemi che attanagliano l’umanità di oggi.
E mentre invochiamo lo Spirito Santo su di Lei, carissimo Padre, vogliamo affidare questa nostra Comunità, insieme a tutta la Diocesi, alle cure materne di Maria affinché ci sia guida in questi giorni di grazia e possa aiutarci a crescere come vera “famiglia di Dio”.
Tutto questo a gloria di Dio e della sua Chiesa. Amen
Don Enzo Genova
(Arciprete parroco)
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