Mons. Russotto lancia un forte appello all’unità
“La comunità ecclesiale è come un grande fertile terreno in cui sono tracciati molti solchi: guai se ogni solco pensasse di essere l’unico o il migliore!” – “Se la diversità è ricchezza, l’unità è salvezza! “ – “La vostra unità deve essere forza di attrazione e luminosa potenza missionaria ed evangelizzatrice.”
- Al Rev. Don Vicente Genova, Parroco
- Al Rev. Don Ignazio Carruba, Vicario Parrocchiale
- Ai Fedeli della Comunità parrocchiale San Giovanni Evangelista di CAMPOFRANCO
Figlioli carissimi,
all’intera Comunità parrocchiale e a ciascuno di voi giunga il mio affettuoso e riconoscente saluto, accompagnato dal quotidiano ricordo nella preghiera.
Sono grato al Signore e a tutti voi per i giorni di grazia vissuti insieme, dal 7 al 12 marzo u.s., in occasione della mia Visita Pastorale. Iniziata nel gelo di una bufera di neve, la Visita Pastorale si è “scaldata” ora dopo ora, fino a raggiungere il suo culmine nella solenne celebrazione del rito di dedicazione della Chiesa Madre e dell’Altare. Grazie per la vostra squisita accoglienza e per aver condiviso con me gioie e fatiche, sogni e difficoltà in un profondo spirito di fede e di comunione, di verità e di desiderio a voler camminare insieme, animati da credente e apostolica responsabilità.
Ringrazio dal profondo del cuore gli amatissimi Sacerdoti, don Enzo Genova e don Ignazio Carruba, con i quali ho condiviso momenti di rigenerante fraternità e di intensa spiritualità. Grazie, miei cari figlioli, per la squisita e delicata ospitalità in canonica, nella quale ci siamo ritrovati insieme come fratelli e amici in uno spirito di semplicità e reciproca riverenza, come spesso era solito dire Frate Francesco ai suoi compagni di evangelica avventura. Dalle lodi celebrate insieme al mattino alla colazione, al pranzo… fino alla buonanotte… abbiamo “fatto famiglia”, dialogando con sincerità e confidenza, intensificando la reciproca conoscenza in una profonda comunione d’anima. Il Signore vi ricompensi per quanto e come avete fatto, vi aiuti ad accrescere ancor più la vostra fraterna e pastorale collaborazione nel rispetto e nella diversità dei ruoli, a beneficio della Comunità parrocchiale e di tutti i cittadini di Campofranco, perché… «da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri» (Gv 13,35).
La Visita Pastorale ha giustamente avviato il suo percorso con l’incontro congiunto del Consiglio pastorale parrocchiale e il Consiglio per gli affari economici. Ho ascoltato le vostre voci ed ho gioito per il senso di responsabilità e la serietà del vostro impegno, con il quale cercate di essere il “motore” della parrocchia con la sapiente e serena guida del Parroco e del suo collaboratore. Campofranco ha grandi potenzialità, non tutte ancora portate pienamente a frutto, e voi – che esprimete la comunione della Comunità – siete chiamati ad un triplice compito: osservare, coordinare, progettare. Animati e spinti dai vostri Sacerdoti dovete puntare sulla formazione solida e rigorosa dei formatori, dovete promuovere in modo capillare dei cenacoli del Vangelo (o centri di ascolto) nelle case e in tutti i quartieri del paese per una missionarietà evangelizzatrice in stile sinodale, pronti ad accogliere le provocazioni della società e, in attento ascolto dello Spirito, farvi risposta eloquente e cristianamente affascinante.
Tutto all’insegna della gioia e della festa è stato l’incontro con i ragazzi e gli insegnanti dell’Istituto Comprensivo e con i bambini delle scuole materne e dell’asilo nido. Canti, danze, poesie e domande ci hanno permesso di vivere insieme dei momenti di vera letizia e «con la bocca dei bimbi e dei lattanti» abbiamo dato lode al «Signore nostro Dio», sperimentando «quanto è grande il suo nome su tutta la terra» (Sal 8).
Gesù ha detto: «Lasciate che i bambini vengano a me… perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio» (Lc 18,16). Carissimi catechisti, e quanti vi occupate dell’educazione dei bambini e dei ragazzi, voi avete un compito altissimo: “dire Dio” con semplicità e competenza per formare la coscienza credente di questi “cittadini del regno di Dio” i quali, a loro volta, dovranno saper rendere ragione della speranza cristiana nella società. Ho apprezzato molto la vostra buona volontà, la vostra umiltà e la disponibilità ad “andare alla scuola della fede” per fare del vostro ministero una “scuola di Vangelo”. Coraggio, siete sulla giusta strada!
Ho molto apprezzato il ministero e la configurazione del gruppo liturgico nelle sue quattro articolazioni ispirate a quattro santi: San Girolamo per i lettori, San Giuseppe Maria Tomasi per i ministri dell’arredo sacro, Santa Marta per i ministri del decoro della chiesa e della casa canonica, Santa Cecilia per gli animatori del canto liturgico. Ho avuto modo di ammirare giorno per giorno l’unità, l’intesa e l’efficienza del gruppo liturgico: che armonia nella chiesa e nella canonica, e quanta gioia ho provato nel cuore vedendo tutte le sere la chiesa gremita di fedeli… e tutti cantavano e partecipavano alla liturgia con profondo raccoglimento e viva presenza… anche se occorre rallentare un po’ il ritmo delle preghiere… Bravi, figlioli! Non potete che migliorare, perché chi entra in chiesa deve avvertire subito il clima di una viva comunità orante.
Faticosa ma splendida è stata la “visita a domicilio” ad un centinaio di ammalati. In ogni casa ho trovato profondissima devozione, altarini ben preparati ad accogliere Gesù Eucaristia… e ogni incontro era una festa, ogni carezza una benedizione. Mentre con i Sacerdoti e i bravi ministri straordinari della comunione procedevamo per le strade del paese ed entravamo nelle case degli ammalati, sembravamo una sorta di “carovana di Dio”. E la gente usciva dalle case per venirci incontro festosa, per salutare il Vescovo e ricevere una benedizione. Che grande scuola di Dio può essere la strada quando la si percorre in compagnia del Signore e in unità dei fratelli…
Sono stato molto lieto di incontrare la Confraternita del SS. Sacramento, ricostituita e rinnovata, aperta anche alle donne. E significativa è stata la celebrazione eucaristica durante la quale ho accolto nuovi aderenti: sei uomini e due donne. Figlioli carissimi, purificata da incrostazioni non religiose, la vostra Confraternita si presenta ora come una bella associazione di laici impegnata a tenere viva la sana tradizione religiosa del paese, offrendo un valido servizio ecclesiale in occasione delle varie feste e ricorrenze religiose. Portate dunque con dignità e senso di responsabilità l’abitino della Confraternita e, con la guida del parroco, sono certo che riuscirete ad assolvere bene i compiti a voi affidati.
I due incontri con le diverse Aggregazioni laicali sono stati ricchi di ascolto, di spirituale dialogo, di desiderio di crescere in unità. La comunità ecclesiale è come un grande fertile terreno in cui sono tracciati molti solchi: guai se ogni solco pensasse di essere l’unico o il migliore! La Chiesa è bella perché da essa si espandono diversi profumi dati dai differenti fiori. Se ogni aggregazione opera non solo “in” e “per” ma “con” tutta la comunità parrocchiale. Sarà un fiore aperto da cui promana il profumo di Cristo, che è lo Spirito Santo; lo Spirito che è Amore di pura perdita, che tutto si dà e nulla chiede. E così, anche grazie a voi e al vostro impegno nella reciprocità della comunione, la parrocchia diviene presenza incisiva e profeticamente eloquente nella società.
Con questo spirito ho voluto incontrare il mondo del lavoro e visitare alcune Aziende della città. Desideravo conoscere, incoraggiare ed esortare tutti a tradurre la fede in azione e la carità in possibilità di sviluppo sociale ed economico.
Rivivo ancora l’emozionante incontro con le Coppie di sposi e i fidanzati. Le vostre domande, le vostre attese, le vostre speranze sono le stesse che mi porto in cuore e presento ogni giorno al Signore nell’offerta eucaristica. E’ alla luce della vostra vocazione nuziale che si comprende anche la mia vocazione sacerdotale. Perché voi siete il racconto d’amore di Dio nella storia e solo in una narrazione d’amore trova luce il mio ministero episcopale nella e per la Sposa che è la Chiesa, questa nostra Chiesa nissena. Figlioli, lasciate che dalla vostra vita e dalla vostra testimonianza possa sempre trasparire questa altissima vostra vocazione. E piegatevi con tenerezza verso i vostri figli: essi non sono gioielli da mostrare né vostra esclusiva proprietà, ma sono un dono prezioso da Dio ricevuto e da restituire a libertà educando la loro maturità. E vi chiedo la carità di “adottare” alcune famiglie in crisi o in difficoltà: con delicatezza e riservatezza ogni coppia di sposi ne adotti un’altra, da accompagnare, illuminare, amare, dedicando tempo e offrendo sincera amicizia. Questo sarà il miglior apostolato e Dio ve ne sarà riconoscente!
Indimenticabile resta per me l’incontro con i Giovani, cuore del mio cuore di Pastore. Se brillante è stato quello con la Polisportiva, profondamente spirituale e accorato è stato l’incontro con il gruppo giovani della parrocchia. La loro sete di Dio, la loro voglia di crescere nella fede e di raggiungere la “misura alta della vita cristiana” sono state per menome una pergamena pronta ad accogliere la scrittura di Dio e l’inchiostro dello Spirito. E così, in una intima comunione d’anima abbiamo lasciato parlare Dio attraverso quegli assaporamenti della sua grazia che ci avvolge e ci contiene in un immenso cielo di tenerezza. Miei amatissimi Giovani, nei vostri occhi ho colto la purezza del vostro cuore e la speranza di essere i samaritani della storia, di vivere la prossimità amicale verso i tanti vostri coetanei che navigano nella vita privi di bussola, eppure alla ricerca di luce, di senso e di oblativo amore. Date ali ai vostri desideri e spalancate le porte del vostro impegno ai giovani che da voi attendono il kerigma e la martyria della speranza!
Familiare e sereno è stato l’incontro con il Sindaco, il Consiglio comunale e i dipendenti, svoltosi presso la sede del palazzo municipale. Ringrazio tutti loro per l’accoglienza e il gradito dono offertomi. Ho apprezzato l’ottimismo del Sindaco, volendovi leggere una nota di speranza nell’affrontare le problematiche e i tanti nodi insoluti del paese. Ma se la speranza ci mette coraggiosamente in marcia verso il futuro, essa tuttavia non obnubila i problemi evidenti di una società sempre più depauperata delle sue forze giovani a causa della carenza di lavoro; né la speranza può, come un velo, coprire l’oscura e invisibile rete di illegalità e di interessi di parte, che offende l’operosità e l’onestà di molti cittadini e non concorre alla ricerca e alla realizzazione del bene comune. La speranza va sempre unita alla verità e alla rettitudine nel progettare e nell’operare sia individualmente sia, a maggior ragione, quando si deve provvedere al bene della collettività. Per questo prego e spero che si possa costruire una “civiltà dell’amore” con uno spirito di condivisione e di trasparenza, con un impegno illuminato da rettitudine e operosa collaborazione.
Miei carissimi figlioli di Campofranco, siete una bella realtà parrocchiale nella nostra diocesi e in questi ultimi anni avete fatto veramente un bel cammino. Non possiamo tuttavia ignorare che questa nostra amata città è forse quella che nella nostra Chiesa particolare presenta più presenze di non cattolici. Mi riferisco ai fratelli pentecostali e ai testimoni di Geova. Non potete dunque continuare a polverizzarvi in una indisciplinata moltiplicazione di gruppi o di piccole associazioni che si ispirano a questo o quel santo, ad uno o ad un altro volto mariano. Se la diversità è ricchezza, l’unità è salvezza! La Comunità ha già una sua variegata configurazione e non è il caso di creare altre frantumazioni. Istituite un paio di volte a settimana e in orari differenti momenti di preghiera e di adorazione del SS. Sacramento e lì convergano le varie aggregazioni, magari animando a turno la preghiera, sempre sotto la responsabilità e la guida dei Sacerdoti.
Se dall’amore reciproco «conosceranno che siete miei discepoli» - come dice Gesù - la vostra unità deve essere forza di attrazione e luminosa potenza missionaria ed evangelizzatrice. Ognuno pertanto impari e incarni la logica cristiana del “perdere per ritrovare”, dell’esserci senza apparire, del primato nel servizio… Grandi cose mi attendo da Campofranco, perché grandi doni il Signore ha largamente seminato in voi e fra di voi. Sono certo che saprete rispondere con intelligenza credente ed evangelico esemplare impegno a queste attese. E allora sarete come la luce posta sul candelabro per illuminare tutta la nostra comunità diocesana. Avete ottimi Sacerdoti: sappiate trarne buona linfa e lasciatevi da loro accompagnare con umiltà e disponibilità.
Vi accompagna in questo luminoso sentiero la mia preghiera e, mentre vi affido alla protezione del contemplativo vostro Patrono San Giovanni evangelista, di cuore e con paterno affetto vi benedico nel Signore.
Vostro aff.mo
† Mario Russotto
Caltanissetta, 31 marzo 2006
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