Sutera immortalata nel nuovo romanzo storico di Matteo Collura
I destini della più piccola città demaniale del Regno di Sicilia sono stati associati, con abile maestria, dallo scrittore e saggista Matteo Collura a quelle del generale garibaldino Giovanni Corrao. E’ stata un’immedesimazione autobiografica che lo scrittore agrigentino ha voluto registrare tra le pagine della sua rievocazione storica, per manifestare un atto di amore a quel paese che diverse volte lo ha avuto ospite nelle sue iniziative culturali e nel suo “Presepe vivente”. Il nuovo romanzo di Matteo Collura “ Qualcuno ha ucciso il generale” (Longanesi, pag 158, € 18 ) narra le vicende umane e politiche di un personaggio che la storia ufficiale ha relegato ai margini della notorietà, mettendo in forte evidenza il tradimento delle aspirazioni sociali di quelle squadre e di quel popolo siciliano che, nel lontano 1860, furono determinanti per la caduta del regno borbonico.
Giovanni Corrao, fervente repubblicano, amico fraterno di Rosolino Pilo, rifiutò di inserirsi nei quadri del nuovo regno piemontese, partecipò alla spedizione d’Aspromonte al grido di “ Roma o morte “, fu assassinato nel 1863 da mano ignota alla periferia della sua Palermo.
Il romanzo, mette in luce, dopo il ferimento di Garibaldi sull’Aspromonte, la delusione di Corrao e degli idealisti siciliani, lo smarrimento determinato da uno scontro fratricida, l’incertezza di quella prassi politica e militare. E’ questo il momento del ricordo e della trasposizione autobiografica di Collura! E’ questo il momento che accomuna gli esuli di tutti i tempi, che hanno sacrificato la propria esistenza ad un impegno e ad un ideale. Emergono i dubbi, gli affetti, le inquietudini e dentro di essi… i luoghi…le pietre…la terra natale.
“ …Gli tornò in mente un arcaico presepe di Sicilia, in cui un giorno lontano si era imbattuto, sulla strada che da Palermo lo portava alla ventosa Girgenti.
Si chiamava Sutera quel paesino attaccato ad un dente di roccia come ad un dito femminile un anello di non preziosa sostanza ma d’ineffabile fulgore. Lo aveva visto da lontano e ne era stato misteriosamente attratto come un esploratore può esserlo per una cima impervia e fuori rotta. Raggiungere quel nido di aquile avrebbe comportato una non piccola deviazione, lo avevano avvertito i suoi accompagnatori pratici della zona; tuttavia, ne valeva la pena, avevano poi ammesso, perché in quel negletto grumo di abituri, avevano svelato, era venuto al mondo uno dei tredici eroi della Disfida di Barletta. C’era ancora la sua casa tra quelle grotte scavate nella roccia, e si raccontava che Ettore Fieramosca ( si il campione delle armi italiano così tanto ammirato dal generale) l’aveva visitata in incognito una notte di buia tempesta…”
E’ così che esce fuori, dalla penna di Collura, la Sicilia vera di ieri e di oggi con le sue bellezze paesaggistiche e i con i suoi drammi umani e sociali!
E’ così che la storia, quella delle classi subalterne, quella degli sconfitti, trova, nelle vicende trattate, la sua definizione e il suo riscatto.
Matteo Collura con questo suo nuovo romanzo ha voluto continuare a svolgere le funzioni di “ambasciatore” della sua Sicilia nel mondo, di quella Sicilia bella fuori e bella dentro che non si è mai rassegnata a fare da preda ai vecchi e ai nuovi sopraffattori e noi, affascinati dalla sua affabulazione e trasportati dal suo racconto, gliene siamo vivamente grati.
Gero Difrancesco
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