Visita pastorale del Vescovo Mons. Russotto alle comunità pastorali di Sutera
Ripercorriamo la cronaca della prima visita pastorale del vescovo mons. Mario Russotto con il discorso di saluto del parroco don Biagio Biancheri.
Eccellenza Reverendissima,
è il momento del ringraziamento, a conclusione di questa solenne celebrazione e della sua prima visita pastorale a Sutera. Come Maria, la Madre del Signore, esultiamo di gioia intima e desideriamo ringraziare il Signore per le grandi cose che ha fatto in questi giorni. Veramente il Signore è stato con noi e ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale!
Come il Buon Pastore, che lei sacramentalmente rappresenta, è venuto alla ricerca delle sue pecorelle e come Maria è venuto a dedicare il suo tempo a questa comunità di Sutera che porta in sé i segni esterni dell’anzianità e della solidarietà ma anche i segni interiori della primavera e della fecondità dello Spirito.
L’inizio della visita pastorale è coinciso proprio con l’inizio della primavera che lei ha fissato con un’immagine per Sutera, quella della corolla di un fiore che sboccia verso l’alto, segno dell’inizio di una nuova primavera della Chiesa, della speranza che nasce. Sutera ha per vocazione la missione di essere luce, infatti una città sopra un monte non può rimanere nascosta, è come la luce che messa in alto illumina ogni cosa.
Possiamo incidere per questa visita pastorale le tre parole che hanno inciso il cuore di tutti: Ascoltare, Accompagnare, Amare.
Lei è venuto ad ascoltare i desideri e i bisogni di questo piccolo gregge, ad accompagnare il cammino della fede, ad amare tutti mettendosi a servizio.
Eccellenza Reverendissima, la sua amabilità e affabilità sono ormai note in tutta Sutera, a tutte le famiglie, a tutti i giovani, a tutti gli anziani, a tutti i piccoli, a tutti gli ammalati e a chiunque si è lasciato raggiungere dalla sua parola. Ci ha colpito la semplicità del suo carattere, il suo essere alla mano con tutti. Il suo sorriso ha illuminato questi primi giorni di primavera e ha accompagnato il tempo della visita pastorale.
La sua presenza è stata un continuo richiamo anche di fedeli dei paesi vicini, in particolar modo durante la Via Crucis sul Monte S. Paolino, che ci ha visto tutti partecipi in silenziosa preghiera, affascinati dalle sue meditazioni. Ciò a dimostrazione che il legame spirituale che lei riesce ad instaurare non è passeggero ma duraturo. A tal proposito, molto importanti sono stati anche i momenti comunitari con l’altra Parrocchia. Abbiamo potuto percepire da parte sua una predilezione per Sutera e ne abbiamo compreso il motivo: perché Dio predilige i piccoli e i poveri. E noi desideriamo conservare questo atteggiamento di piccoli e poveri per attirare su di noi lo sguardo di Dio.
L’anima nostra magnifica il Signore per l’incontro con le confraternite, avvenuto per primo, in cui lei ha sottolineato la loro valenza culturale, religiosa e sociale e le ha invitate a non voler cedere al pessimismo ma ad aprirsi alla speranza rinnovandosi nella solidarietà e nella carità per divenire così fermento nella vita sociale.
Grazie per l’incontro con i ragazzi della scuola e con i loro insegnanti. Un incontro festoso, animato dai canti e dalla rappresentazione del buon samaritano. L’augurio del Vescovo è stato quello di crescere nella Sapienza, che è capacità di leggere dentro e di discernere ciò che vale per la vita.
Grazie per la visita al Comune, svoltasi nel segno dell’amicizia e della cordialità.
Al saluto dei dipendenti, del Presidente del Consiglio e del Sindaco, che ha parlato ex corde, il Vescovo ha risposto richiamando le parole del saluto che gli era stato rivolto: il sorriso, la competenza, la solidarietà, ed ha assicurato sempre la sua vicinanza a tutti coloro che promuovono il bene comune.
Grazie per l’incontro con i gruppi ecclesiali e con le aggregazioni laicali.
La diversità dei doni e dei carismi diventa una ricchezza per la comunità purché si rimanga nella comunione che non si divide ma si moltiplica attraverso l’amore: è quella comunione che attinge alla Parola e all’Eucaristia e dove la carità si fa storia.
La parabola del seminatore è l’icona della generosità del Signore ma anche l’icona di come seminare perché il seme della Parola possa trovare un terreno adatto e portare frutto.
La mancanza di locali adeguati per il catechismo per i ragazzi può diventare un’opportunità per la scelta di fare la catechesi nelle famiglie.
Grazie per le numerose famiglie che hanno partecipato all’incontro.
La famiglia è la realtà più sacra perché Dio ha affidato la storia ad un uomo e ad una donna, ed educare significa, come fa l’artigiano, forgiare, tirare fuori da quel nucleo che è il figlio un’opera d’arte attraverso il dialogo e il raccontarsi dei genitori. Bisogna imparare a fare famiglia, a portare il Vangelo in ogni famiglia, il tempio in ogni casa.
Grazie per i tantissimi ammalati visitati.
E’ stata un’esperienza straordinaria, durante la quale si è manifestata la compassione del Signore attraverso le parole e i gesti del Vescovo, che hanno inondato di gioia e consolazione le case e la sofferenza degli ammalati.
Grazie per la visita al cimitero: nella chiesa di San Francesco abbiamo pregato per i nostri fratelli e sorelle defunti. Il Vescovo ha sottolineato come sia buono e doveroso pregare per i defunti e come il ricordo cristiano della morte cambia e orienta il senso della vita. Particolarmente sentita la visita alle tombe dei sacerdoti.
Grazie per la visita nella chiesa di San Giovanni: la celebrazione delle lodi e l’adorazione eucaristica quotidiana hanno accompagnato il tempo della visita pastorale, assicurando la presenza del Signore. Per l’occasione il Vescovo ci invitava ad essere canali che permettono di portare agli altri quell’acqua che disseta, come Giovanni Battista che si fece voce e strada per l’incontro con il Signore attraverso l’umiltà.
Grazie per la Via Crucis partecipata e meditata lungo il percorso del monte S. Paolino, ove sono state collocate per l’occasione le stazioni della Via Crucis in ceramica, prodotte dalla scuola e benedette dal Vescovo. Siamo entrati nel mistero della passione del Signore attraverso le meditazioni offerte dal Vescovo. La salita al monte ci ha ricordato inoltre la lettera pastorale ai giovani, nella quale il Vescovo scrive che la felicità è possibile se l’uomo cerca con fatica e ostinata salita di essere se stesso, di aprirsi agli altri e di lasciarsi attirare da Dio.
Grazie per l’incontro con i giovani, introdotto dal suggestivo mimo “Il tuo tempo per i poveri”, e durante il quale il Vescovo è entrato in dialogo con i giovani raccontandosi e rivelando i segreti del suo cuore, facendoli entrare in una intimità spirituale segno di sincera amicizia.
Agli sportivi, al Comitato del C.S.I. Alto Platani e all’Associazione Soter il Vescovo ha suggerito di vedere le speranze dei giovani, visitare la loro realtà, valorizzare le loro capacità, per dare pieno spessore alla vita nella triplice dimensione fisica, intellettuale e spirituale.
Grazie per la visita ai circoli degli anziani e alle altre istituzioni e uffici presenti nel territorio, segno di attenzione e cura pastorale per tutte le realtà esistenti all’interno della comunità.
Grazie per l’incontro con i ragazzi del catechismo e dei loro catechisti, improntato sulla spontanea genuinità dei ragazzi che hanno tempestato di domande il Vescovo. Un clima gioioso e vivace che ha incontrato la simpatia del Vescovo.
Grazie per i momenti intensi e di comunione vissuti da noi sacerdoti con il Vescovo.
L’esperienza di questi giorni continuerà nella preghiera e nella disponibilità al servizio pastorale.
Grazie per la benedizione delle vetrate di Sant’Agata, che sono state collocate sulla facciata per il decoro della chiesa e per la gloria di Dio. La luce che emana da esse illumina l’interno della chiesa e l’esterno sulla piazza, segno di una relazione profonda tra Chiesa e mondo, tra mistero e storia.
Grazie per l’amministrazione del sacramento della Cresima, per il mandato ai catechisti e ai volontari della carità.
La cura pastorale comporta anzitutto aiutare a vivere la famiglia e i giovani, il servizio e le relazioni sociali, il tempo libero e lo sport, la crescita culturale e l’attenzione alle situazioni di povertà, come luoghi in cui è possibile fare l’esperienza della presenza del Risorto che trasforma. La Parola di Dio, l’Eucaristia, la Comunità e il servizio per i poveri sono i segni di questo incontro che donano senso e forza alle esperienze fondamentali della vita.
Formare testimoni allora significa anzitutto avere cura della “qualità della fede” che li rende persone capaci di dedizione e gratuità, di libertà interiore e disponibilità ecclesiale, di creatività umana e intelligenza sociale.
Eccellenza, grazie di cuore: le rinnoviamo l’impegno di una Ave Maria quotidiana per lei, affidandola all’intercessione dei Santi Paolino e Onofrio e di Sant’Agata, nostri protettori.
Don Biagio Biancheri
Sutera, Chiesa Sant’Agata, 26 marzo 2006
(Le foto della visita pastorale sono di Diprima di Sutera)
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