Museo dell’ Emigrazione a Montedoro


Nella serata del 17 agosto è stato inaugurato, nella casa comunale di Via Roma, il Museo dell’ emigrazione con l’ intervento del sindaco Giuseppe F.M. Piccillo, del Presidente dell’ Usef regionale Salvatore Augello, del Presidente del Circolo Franco-Italiano di Metzieu Calogero Pace, del corrispondente de Il Progress di Lione Carmelo Alfano, della poetessa Maria Salamone, del Presidente della Pro loco di Montedoro Lillo Paruzzo, del Parroco don Piero Riggi che ha benedetto i locali.Erano presenti assessori e consiglieri comunali, tanti emigrati tra i quali l’ultra novantenne Pietro Galante che si trova negli Stati Uniti, il Gruppo Folcloristico I figli delle robbe di Milena ed il Gruppo Corale Folcloristico “Sot la nape” di Villa Santina provincia di Udine. Gli intervenuti hanno spiegato il significato ed il valore del Museo che dovrà raccogliere la testimonianza dell’ emigrazione attraverso fotografie, scritti, giornali, video non solo nei suoi aspetti di distacco, di sofferenza, di adattamento, di inserimento nelle varie realtà, ma anche di lavoro, di apprezzamento e di successo.
In Piazza Umberto, in seguito, sul palco, è stato tenuto un applauditissimo spettacolo dai due gruppi folcloristici. Il Gruppo “Sot la nape”, nei tradizionali abiti regionali, con le villotte della tradizione popolare friulana, fondato oltre 40 anni fa, ha trasportato gli ascoltatori in altre atmosfere per la loro armonia, per la loro perfezione tecnica nell’ esecuzione corale dove le voci, maschili e femminili, esprimevano con le variazioni dei timbri, un mosaico di suoni straordinari, degni rappresentanti del canto corale italiano.Il Gruppo I figli delle robbe di Milena, di recente formazione, diretti da Raffaele Palumbo, ha dato un saggio dell’ entusiasmo, della voglia giovanile, dell’ irruenza propriamente siciliana, sia con le tarantelle che con i canti dove sono stati apprezzati i figuranti e i solisti come anche l’accompagnamento musicale della fisarmonica suonata da Giuseppe Pace e il Tamburello suonato dal figlio Calogero Pace, oltre ai due giovani suonatori di “friscaliettu” di cui una ragazza.


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