Semi di senape
La forza di risvegliare alla vita


Non esiste altro evento dell’anno che abbia modellato e penetrato così profondamente le culture di popoli e civiltà come la nascita di Cristo.
Pittura, scultura, musica, hanno un loro repertorio
natalizio, un percorso che si lega e si collega alla letteratura, alla poesia, al folclore.
L’evento straordinario ed universale di Betlemme, città scelta da Dio per la nascita e l’incarnazione di Suo Figlio, ha la forza e miracolosità di “risvegliare alla vita” gli uomini.
Quel Bambino invita e sollecita tutti a riscaldare, a vedere, ad ascoltare l’eco della propria nascita per capire e comprendere il Santo Natale è, senza dubbio, anche un modo di ricostruire e costruire l’origine, il natale di noi stessi.
Pertanto, il Natale, la nascita del Bambino, si presenta anzi è un fatto ed evento storico.
Nella mangiatoia, nella paglia, nella terra, nelle grotta, prende corpo, si materializza un’esistenza annunciata dai profeti; si concretizza e si realizza un’alleanza tra il Creatore dell’Universo e il suo papato e la religione cristiana, ovvero la fede, incontra il Suo Messia tanto atteso. Il presepe, dunque, è la rappresentazione più semplice e universalmente evocativa della nascita o dell’incarnazione di Cristo perché rende a tutti visibile il connubio tra il disegno di Dio e la ricerca dell’uomo, mostra ed evidenzia la religiosità popolare e la fede dei sapienti, profeti anzitutto. Esprime sentimenti ed aspettative della persona, della gente, dei popoli: l’attesa, la speranza, il desiderio di vivere. Ricordo Stein (ebraico), allieva prediletta del filosofo Edmund Husserl morta ad Auschwitz, convertitosi al cattolicesimo, che entrando in un convento carmelitano e meditando sul S. Natale scrive: “ Dalla sola parola promana una magia, alla quale quasi nessun cuore sa sottrarsi. Persino quelli che fede non hanno preparano la festa e meditano su come possono accendere qui e là un barlume di gioia. La terra, già da settimane, da mesi, è come percorsa da un caldo flusso d’amore.”
San Francesco d’Assisi l’aveva intuito quando nel 1223 chiese ai suoi frati di predisporre a Greccio, per la note del 24 dicembre, una sacra rievocazione che mobilitasse ed aggregasse uomini e donne della regione umbra e soggiungeva: “Vorrei rappresentare il Bambino nato a Betlemme e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato Gesù”. Il presepe, pertanto, sottopone al nostro vedere l’evento che ha cambiato il corso della storia. Le prime testimonianze sul Natale compaiono nel IV secolo. Fino all’anno 354, il S. Natale veniva ricordato insieme alla festa dell’Epifania, giorno della manifestazione del Salvatore al mondo intero, simboleggiato dall’arrivo dei Re Magi.
Si attribuisce al papa Liberio l’introduzione della data del 25 dicembre, ufficializzata nel calendario con il giorno in cui natus est Christus in Betlem Judaeae.
Alcune fonti storiche dicono che già nel 138, al tempo di papa Telesforo, venisse celebrata una messa alla mezzanotte del 24 dicembre per attendere la nascita di Gesù, ma le notizie sono scarse. Pertanto, il 354 resta il punto fermo. E la scelta del 25 non ha nulla di causale. Nell’antichità cadeva il solstizio d’inverno: il giorno cessava di accorciarsi e il sole riprendeva a mostrare la sua potenza per riprendere la strada che lo avrebbe portato ai trionfi dell’estate.
L’imperatore Aureliano (270-275 d.C.) aveva eletto il 25 dicembre quella giornata a festeggiamento del Dies natalis solis invictus, in onore del Dio Mistra considerato fonte della luce. Il culto pagano viene trasformato in solennità cristiana. Il Figlio di Dio che si incarna diventa il vero sole capace di illuminare, riscaldare l’umanità e di illuminare il cammino di ogni uomo.
E ricordo bene “Rallegriamoci anche noi - esortava Sant’Agostino - e lasciamo pure che i pagani esultino: poiché questo giorno per noi è santificato non dal sole visibile ma dal Suo invisibile Creatore”.
A Roma, la Basilica che il pontefice Liberio aveva fatto erigere sull’Esquilino, iniziò a chiamarsi Santa Maria ad Presepe, dopo avere ospitato la rappresentazione della venuta di Cristo con un gruppo di statue.
Ma quando è nato Gesù?

Nino Zarbo



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