Personaggi di storia locale
Suor Giovanna Piccillo


Tra le benedettine di Piscilla di Roma vi è suor Giovanna Piccillo, nata a Montedoro il giorno 8 del maggio del 1923. I suoi genitori Saverio Piccillo e Paolina Duminuco hanno avuto molti figli: Calogero, Angelo, Gaetana, Giovanna, Alfonsa, Giuseppina, Concetta, Giovanni, Maria, Grazia e Saverina. Dopo le scuole elementari, Giovanna, ha frequentato l’ azione cattolica femminile di Montedoro che aveva come assistente padre Salvatore Piccillo che aveva studiato a Roma e aveva conosciuto Mons. Giulio Belvedere, zio del senatore Giulio Andreotti, sacerdote, professore universitario e noto archeologo che aveva fondato, nel 1936, a Roma, la congregazione delle suore benedettine di Priscilla, cioè delle Catacombe di Priscilla con lo scopo di curare e divulgare gli studi dell’archeologia cristiana, mandando avanti anche una tipografia e allestendo una fototeca delle catacombe di tutto il mondo. Le suore hanno sempre avuto, anche, un laboratorio per la confezione di arredi e paramenti sacri fornendo la Santa Sede e molti episcopati del mondo. Padre Piccillo parlava alle giovani di questa congregazione che era derivata dalla congregazione madre delle suore benedettine la cui regola privilegia la liturgia in latino ed il canto gregoriano, la recita del breviario nel coro a tutte le ore: dal mattutino al compieta. Una suora montedorese, di questa congregazione, suor Grazia Tulumello, veniva a Montedoro a testimoniare la vita del convento ed il 27 febbraio del 1941 Giovanna Piccillo insieme a Calogera Duminuco, Antonina Sciandra, Grazia Scalia e Santina Alfano sono andate in convento a Roma. Alla professione religiosa Giovanna ha mantenuto il suo nome, facendosi chiamare Suor Giovanna e si è dedicata al lavoro della tipografia per la stampa di studi sull’ archeologia cristiana in diverse lingue. L’ ora et labora di San Benedetto ha costituito per Suor Giovanna la guida per oltre 60 anni di vita religiosa, mentre la preghiera e le lodi al Signore la fonte dell’ energia della lunghissima sua attività. Gli studi sull’ archeologia cristiana e l’ arricchimento della fototeca sulle catacombe costituiscono un filo lungo due mila anni che ci consentono di avere consapevolezza della identità cristiana, fatta di sacrifico, di martirio, di fede, di preghiera, di speranza nel Cristo risorto, di amore verso il prossimo.
Suor Giovanna ritorna a Montedoro dove abita la sorella Grazia con la famiglia, i figli e i nipoti del fratello Angelo e a San Cataldo dove abita la sorella Giuseppina con la famiglia, a Serradifalco il parroco Giovanni Galante e la sorella Paolina figli della sorella Gaetana, mentre la sorella Maria abita in Canada, Saverina, Alfonsa e Concetta con le rispettive famiglie in Piemonte. I fratelli Calogero, Angelo e Giovanni hanno già fatto ritorno alla casa del Padre.
Suor Giovanna, pur con la sua veneranda età, ha un aspetto giovanile ed ha vivissimi i ricordi della sua fanciullezza in paese: ricorda il suo primo viaggio a Racalmuto sulla carrozza di mio nonno” lu gnur Caluzzu” e la partenza per il convento di Roma sull’automobile di mio padre e poi i vicini di casa di allora: mia nonna Felicia, la Macca, la za Rosa La Ciunca, La za Francisca di Maistru, La Nfantina, la za Aituzza, la za Rosa La Chiuridda, la za Cuncittina Minniluottu, la za Annida moglie di Paiaro, la za Cuncittina Milazzo, che erano come parenti con i quali si condividevano le gioie e i dolori, ma anche i piccoli avvenimenti familiari di ogni giorno.
Suor Giovanna, di anno in anno, ha visto la trasformazione del paese natio e si è mostrata contenta delle tante strutture esistenti anche se, forse eccessive, rispetto alla popolazione che si riduce sempre più e i giovani non trovano un lavoro e sono costretti ad emigrare. Ritiene che tra i giovani di Montedoro, come nel passato che ha avuto tante vocazioni religiose e sacerdotali con quattro vescovi, nasceranno nuove vocazioni sacerdotali e religiose se la comunità darà maggiore valore alla preghiera: “Chiedete al Signore che mandi tanti e santi operai alla sua vigna”. E’ il migliore augurio che suor Giovanna fa alla comunità di Montedoro.

Lillo Paruzzo
(Personaggi di storia locale)


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