Memorie d’Africa
(1.1.1936 – 4.10.1946)
8a puntata di Giuseppe Scannella
CAP . XIII
LA SECONDA CASA DIVENTA "OROLOGERIA IMPERIALE"
Una volta avuta la pianta della nuova casa, incomincio subito a pensare come realizzarla visto che sul posto non esistono ancora negozi specializzati nella vendita dei vari attrezzi necessari per la costruzione di un edificio.
Quindi, oltre alla vera e propria progettazione dello stabile, incomincio col procurarmi il materiale di prima applicazione e col crearmi i vari strumenti di lavoro. Perciò, non appena gli addetti al Piano Regolatore piazzano i picchetti, io immediatamente recinto il campo con canne di bambù del diametro di 5-6 cm.; segno quindi la parte destinata alla casa lasciando attorno uno spazio di 4-5 metri da adibire a giardino ed orticello .
Incomincio quindi dal lavoro più semplice che è quello di seminare e piantumare tutto quanto riesco ad ottenere dalla vicina Missione della Consolata: rose, garofani e fiori di vario tipo ; insalata, verdure ed ortaggi di frequente utilità; un bel banano (vedi foto n°42).
Foto n. 42 - Giardino attorno alla casa
Poi, la Residenza mi fornisce un'apposita autorizzazione e mi fa accompagnare da un Brigadiere in un vicino bosco , dove con un'accetta vengono segnati tutti gli alberi di Eucalipti che io posso abbattere per costruirmi la casa. La sera stessa, invito un Negro a trovarmi alcuni suoi conoscenti per venire a lavorare per me, incominciando dall'abbattimento, dal taglio e trasporto dei circa 100 alberi segnati . Quindi , utilizzando una cartolina come livella, un lungo spago ed un piombo realizzato in terra impastata, plasmata a dovere e fatta asciugare , faccio scavare ai quattro angoli delle buche profonde una cinquantina di centimetri per inserirci i tronchi tagliati tutti alla stessa misura .
Subito dopo, con l'uso dei suddetti rudimentali strumenti di livellamento ed allineamento, viene realizzato uno scavo perimetrale della stessa profondità, all'interno del quale vengono inseriti gli altri tronchi , lasciando evidentemente gli spazi necessari agl' ingressi .
Per concatenare e rendere saldi i tronchi inseriti nel fossato, si provvede prima a tagliare longitudinalmente le canne in quattro, ottenendo così delle strisce; quindi, da alcuni particolari tipi di alberi si prelevano delle cortecce caratteristiche molto simili alle liane, da utilizzare come funi di particolare resistenza sia alla trazione che agli agenti atmosferici. A questo punto , disposti opportunamente gli operai Negri , tre all'interno della palizzata e tre all'esterno , si legano strettamente tra di loro tutti i tronchi mediante le strisce di canna di bambù e le liane .
Come se ciò non bastasse, per rendere il tutto ben saldo e sicuro, ritengo opportuno inchiodare delle travi trasversalmente da un'estremità all'altra, una dalla parte interna, una da quella esterna, e due ai fianchi; ma per far ciò è necessaria una certa quantità di chiodi irreperibili attualmente in questa città in via di formazione .
Per fortuna mi viene la buona idea di rivolgermi al mio Magg. Castelli, il quale, essendo della Sussistenza, mi fa gentilmente un buono per alcuni chilogrammi di chiodi ; in tal modo risolvo non tanto il problema della maggiore compattezza della palizzata, quanto specialmente il fissaggio degli elementi costituenti la copertura della casa stessa che, per una migliore estetica , decido di realizzarla a due spioventi .
Man mano che si procede nei lavori, intanto, cerco di portarmi avanti con l'affidare alcuni particolari lavori che devono essere per forza realizzati da personale del mestiere; si tratta in particolare delle porte e delle finestre , delle tegole, dei pavimenti, della copertura delle pareti, e così via .
Per quanto riguarda gli infissi, un Negro mi indica un bravo falegname indiano; con lui stesso lo mando a chiamare, gli faccio prendere le misure, pattuiamo il prezzo e lo sollecito a far presto. Un altro Negro, poi, mi indica una fornace distante circa 6 Km.; lo incarico di andare a commissionare le tegole per il tetto, ed egli ritorna l'indomani dicendomi che tutto va bene e che bisognerà aspettare alcuni giorni .
Anche il problema della malta per la muratura e le rasature delle pareti interne ed esterne viene risolto utilizzando materiali e metodi vecchi di millenni ed ormai tanto ben collaudati dalle popolazioni indigene . In particolare, dopo aver fatto scavare una conca di circa 2 metri di diametro, vi si versa dentro terra ed acqua in giuste proporzioni; 2 negri alla volta pigiano la massa in continuazione come si fa con le uve per ottenere il mosto.
Raggiunta una certa amalgama della massa, vi si immette una certa ben dosata quantità di canapa, e si continua ad impastare con i piedi finché il tutto non raggiunge la consistenza e l'aspetto tipici di una qualsiasi malta cementizia. Dopo di che , la si utilizza alla stessa maniera del gesso o del cemento .
Non avendo a disposizione altro di meglio, ci si deve accontentare di un tale impasto che, tuttavia, non è superfluo ricordare che è stato usato per secoli prima dagli Egizi, e poi dai Romani, assicurando all'Umanità costruzioni di tutto rispetto sia per eleganza e solidità che per isolamento e durata .
Orbene, mentre si lavora alla realizzazione delle strutture portanti e perimetrali, penso a come poter fare un pavimento decente, visto che ancora non esiste sul posto alcuna ditta commerciante in piastrelle e lastroni. Sapere che nelle vicinanze c'è quel fornaciaio che mi sta preparando le tegole , mi dà una nuova idea : quella di fargli fare anche delle mattonelle in terra cotta da usare come piastrelle per il pavimento . Perciò lo contatto subito , gli chiedo se mi può fare anche una ottantina di metri quadrati di mattonelle, e, avendone risposta affermativa, gli dò subito l'ordine, sapendo che devo avere pazienza per averli sul posto in quanto tutto viene realizzato a mano e con procedimenti ancora rudimentali.
Passano pertanto le settimane , una dietro l'altra, in modo frenetico e soddisfacente, visto che di lavori ce ne sono tanti da fare e comunque procedono bene .
Nel frattempo però , il mio cervello già rimugina, pensando al tipo di negozio-laboratorio da impiantare; ritengo comunque che, col mestiere di orologiaio che ormai mi ritrovo , mi conviene creare un laboratorio di riparazione associato ad un negozio di vendita non solo di orologi e sveglie, ma anche di tutto quel materiale ottico e discofonia che ormai va di moda ed interessa gruppi di persone sempre più numerosi . Perciò, avvicinandosi anche il momento del congedo dal Servizio Militare, incomincio a contattare per Posta le Fabbriche e le Ditte più importanti in questi settori esistenti in Italia. E la prima in assoluto con cui inizio quei rapporti che poi dureranno anche dopo il rimpatrio in Italia, è proprio quella Ditta Ghiglietti di Torino che visiterò di persona una diecina d'anni più appresso .Scrivo anche a tante altre Ditte, tra le quali spiccano sulle altre le seguenti: l'Agfa di Milano, per quanto riguarda le macchine fotografiche, accessori e tutto quanto serve per lo sviluppo e le ristampe delle foto . Fonit, Cetra, La Voce del Padrone, Columbia, ecc., per quanto riguarda i dischi, grammofoni, puntine ..
Nell'attesa, dunque, che siano pronti i materiali commissionati passo le mie giornate in tenda a fare i soliti lavori di routine o di passatempo; ed è proprio durante questo periodo che un giorno , verso le 16, mi si presenta un ragazzetto di circa 8 anni che con tono commiserevole e di preghiera si offre insistentemente di farmi da servo. Mi fa una tale compassione che alla fine accetto, con immensa sua gioia . Allora, innanzitutto lo mando a lavarsi molto bene nel vicino fiume, e quando torna cerco di trovare tra i miei indumenti qualcosa da adattare per poterlo vestire subito alla meglio .
Inizio perciò da un paio di pantaloni che a me vengono ormai stretti , faccio appello alle mie modeste qualità di sarto , e a sera tardi finisco di stringerli in modo accettabile; l'indomani quindi, vesto per bene il mio nuovo amico Moamed, che però dopo appena due mesi circa mi lascia .
Una volta che i materiali per definire la casa sono pronti, richiamo gli operai di prima e riprendo i lavori, iniziando dalla copertura , passando poi alla collocazione degli infissi ed infine al pavimento . Decido anche di creare sul davanti della casa, un lungo porticato con una meravigliosa veranda; sulla porta d'ingresso, infine, colloco una grande insegna di ben 3 x 0,70 metri con su scritto: " Orologeria Imperiale" ( vedi foto n° 43 e 44 ) .
Foto n. 43 – L’Orologeria Imperiale
Foto n. 44 – La 2a casa/negozio
Insomma, quella che doveva essere una casetta accettabile, è ormai una elegante villetta, attraente e lussureggiante per via di tutti i fiori, verdure, ortaggi e qualche albero da frutto che a distanza di mesi diventano eccezionali: melanzane e lattughe enormi, pomodori stupendi, ed un favoloso albero di banane che nel frattempo fa bella mostra di sé .Per quanto riguarda l'arredo interno, so che, oltre al falegname indiano ci sono tanti altri commercianti della sua terra che vendono di tutto per la casa .Perciò al falegname commissiono ancora il tavolo di lavoro, un bancone, una vetrina da porre sopra il bancone ed uno scaffale per la parete di fronte alla porta d'ingresso; da altri indiani acquisto tutta la tappezzeria per le pareti interne .
Passano ancora dei mesi, durante i quali arriva dall'Italia la merce commissionata; nel frattempo provvedo a rendermi indipendente dal Servizio Militare chiedendo regolare Congedo e a regolarizzare la mia nuova attività di civile chiedendo la Licenza ufficiale .
Sia la licenza che il congedo mi vengono concessi nell'arco di pochi giorni, quest' ultimo esattamente il 7 Settembre 1937. Per quanto riguarda la licenza è interessante sottolineare la vasta gamma di attività che da questo momento potrò svolgere , sicuro che gli affari andranno bene per il fatto stesso che attualmente siamo soltanto in tre i civili abilitati ad esercitare attività artigianali o commerciali: un barbiere, un fotografo ed io .
La licenza governativa è pressappoco la seguente :
Tuttavia, prima di incominciare ad esporre la merce ed iniziare l'attività vera e propria, è necessario che mi prepari qualche abito da civile utilizzando quanto ho a disposizione, visto che non esiste ancora alcun negozio di abbigliamento; poi sistemo alla meglio la camera da letto ed infine la cucina.
Quindi passo al controllo della merce arrivata ed alla sistemazione di ogni articolo da vendita nelle apposite vetrine in modo da far bella mostra, con un'esposizione degna di un negozio alla italiana; parallelamente nel retrobottega dispongo quanto è necessario per effettuare sviluppo e stampa di rullini fotografici .
La grande insegna e tutta la serie di lavori effettuati richiamano in breve tempo l'attenzione di molti che incominciano numerosi a rivolgersi a me non solo per gli acquisti ma anche per le riparazioni di orologi e sveglie, e per lo sviluppo e stampa di rullini .
Inizio così a lavorare sodo per tutto il giorno fino a notte inoltrata: dal mattino fino alla sera riparo orologi e sveglie; poi, fino alle ore 23-24, mi dedico allo sviluppo e stampa di fotografi . Anche nel settore fotografico , man mano che acquisisco una sempre maggiore esperienza, noto con soddisfazione che il laboratorio diventa una fonte di rilevante guadagno giornaliero .
Basti pensare che non raramente raggiungo persino le 300 foto a serata per ognuna delle quali chiedo, tra sviluppo e stampa, 1 lira consentendomi così d'incassare qualcosa come 300 lire solo da questo tipo di lavoro .
Tuttavia però, crescendo a dismisura il lavoro e non riuscendo più a stargli dietro, incomincio a cercare qualcuno che sia in grado di aiutarmi; investigando in ogni direzione trovo finalmente un romano, un certo Capo Luca, disposto a venirmi a dare una mano nei momenti di disimpegno dalla sua normale attività di autista di un Colonnello .
Con lui pattuisco una paga commisurata, in percentuale, alla cifra richiesta al cliente, ma col preciso patto che ogni movimento di orologio o sveglia da lui riparato debba essere sempre e comunque controllato da me prima che venga rimesso nella propria cassa .
Oltre ad un aiutante di lavoro mi serve anche un aiutante di casa, per le piccole commissioni esterne e per i lavoretti comuni di pulizia e servizi .
Sparsa la voce, mi si presenta un negretto di circa 6 anni , dal classico nome musulmano di Moamed, al quale suggerisco per prima cosa di andare a lavarsi nel vicino fiume dopo di che gli do il denaro necessario per comprarsi dalla sua gente degli abiti decorosi ; una volta pulito e vestito da capo a piedi, diventa una vera invidia per i ragazzi del suo ambiente (vedi foto n° 45 ) .
Foto n. 45 - I miei compagni di casa
Intanto, nonostante il lavoro mi impegni moltissimo, continuo regolarmente a praticare l'ambiente della Missione della Consolata, assistendovi puntualmente ogni domenica alla Messa, e per raggiungerla più facilmente acquisto una bici " Veglia" sulla quale spesso porto anche Moamed .
Questo ragazzo è molto intelligente e ben disposto all'apprendimento a tal punto che in pochissimo tempo impara a leggere e scrivere in italiano e, seguendo me anche nelle pratiche della religione cattolica, conosce la maggior parte delle preghiere; inoltre è anche molto bravo nell'insegnare a me la sua lingua .
Però unasfortunata domenica mi succede qualcosa che non dimenticherò mai. Quel giorno inforco la bici per recarmi alla Messa conducendo con me anche il ragazzo ; finita la celebrazione, lo faccio salire con me sulla bici e ci avviamo verso casa lungo la strada che negli ultimi 200 metri circa presenta una discesa piuttosto accentuata .
In questo tratto, lungo il margine della strada, un Capo-Tribù su un bel cavallo bianco incede tranquillo con alcuni suoi uomini; ad un certo momento, il cavallo s'impenna, forse alla vista strana della mia bici, e disarciona il padrone .
Moamed allora tenta di scendere dalla bici per rendersi utile, ma il pedale e la scarsa stabilità dovuta al sistema in movimento lo fanno cadere per terra e viene trascinato sulla strada tutta cosparsa di pietruzze e sassolini per un bel tratto , data anche l'alta velocità della bici in corsa .
Dopo uno strazio per circa 30 metri, finalmente riesco a fermarmi rendendomi subito conto della gravità della situazione: il ragazzo presenta escoriazioni, ferite e lacerazioni diffuse su tutto il corpo e mi sembra addirittura morto; lo prendo immediatamente sulle braccia e ad una abissina lì vicina chiedo nella sua lingua un po' d'acqua , che mi viene subito portata. Dato che il ragazzo ancora non da alcun segno di vita, decido subito di battezzarlo pronunciando la classica formula: “Giuseppe, io ti battezzo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”; a queste parole, come per miracolo si mette subito a strillare .
Un caro amico, Appuntato dei Carabinieri, che ha visto tutta la scena dall' alto di un poggio del prato vicino, si approssima e mi consiglia di tornarmene a casa in quanto il ragazzo l'avrebbe portato lui; dopo alcuni minuti, data la mia esperienza d' infermiere di campo con tutto l'occorrente per la medicazione di cui son fornito, eseguo un lavoro di pulizia e medicazione veramente da specialista, tanto che di lì ad una quindicina di giorni il ragazzo torna in perfette condizioni fisiche.
La famiglia dell' infortunato, però, viene a conoscenza della cosa solo dopo la guarigione; perciò un giovedì, giorno di mercato, viene a trovarci la mamma del ragazzo che , invitatolo fuori l'abitazione, lo redarguisce in modo energico, rimproverandolo di aver seguito i suggerimenti e la religione degli Italiani, unica causa di quanto gli è successo . Ma Moamed, contento comunque della vita che conduce con me, non solo mi racconta i particolari dell' incontro ma riafferma la sua convinzione nel restare nella mia casa .
La vita dunque trascorre regolarmente , ma non manca ogni tanto l'invenzione di qualche espediente per sopperire a certe esigenze o piaceri che mancano in un ambiente tutto da creare o da rinnovare; alludo ad esempio al desiderio di mangiare del pesce che in questa regione interna può essere solo di fiume .
Un pomeriggio infatti dò l'incombenza a Moamed di far cucire da un sarto indiano quattro garze di 40x40 ciascuna in modo da ottenerne una grande 80x80; poi dal vicino bosco mando a prendere delle verghe lunghe oltre il metro e utilizzando anche un bel bastone di oltre 2 metri, realizzo un rudimentale dispositivo di pesca a rete; quindi, dopo aver preso un tegame e la gavetta nella quale ho messo della mollica di pane, ci rechiamo al fiume distante da casa una cinquantina di metri appena .
Anche se ormai calano le prime ombre della sera, spargo sulla rete della mollica, calo nell'acqua la rete e con grande sorpresa dopo solo una manciata di minuti la tiro fuori colma di pesci d' ogni genere che riempiono del tutto il tegame .
Tornati a casa , con i più piccoli faccio una bella frittata con le uova , mettendo da parte gli altri per l'indomani. Intanto, mentre desiniamo viene a trovarmi il Brigadiere dei Carabinieri mio concittadino Ferdinando Restivo, che in seguito, per la grande amicizia che ci lega, diventerà il padrino di battesimo del mio primogenito Vincenzo.
Egli resta subito colpito dal profumo di pesce fresco e non riesce a capire come me lo sia procurato; al che mentre gli racconto tutto prendo i pesci messi da parte e glieli do volentieri per mangiarseli in caserma con gli amici .
Una volta quindi che il dispositivo di pesca ha funzionato egregiamente, tutte le volte che ho desiderio di pesce fresco mando al fiume il caro negretto che, appunto per la sua bravura, ormai è diventato esperto anche nella pesca .
Oltre ai laboratori anche il negozio va a gonfie vele; la vendita dei più svariati oggetti aumenta ogni giorno sempre più per il fatto stesso che la città cresce ed incrementa i traffici ed i commerci; non è raro il caso in cui non solo persone comuni ma anche Uffici o Enti Pubblici vengano da me per acquisti di una certa consistenza.
Un giorno di buon mattino, ad esempio, al rientro dalla partecipazione alla Messa, mentre sto per sorbire un buon caffè, mi si presenta un militare con la richiesta di una lista di materiale così consistente che supera qualsiasi mia aspettativa: un grammofono, dei dischi, sveglie, orologi, targhette, carta di stampa per foto, materiale per sviluppo e fissaggio, e tanti altri oggetti per un ammontare di ben 1.300 lire. Mai vista una tale somma tutta insieme in un periodo storico in cui un operaio in Italia guadagna a mala pena 10 lire .
Di tutto ciò non ho parole per ringraziare Dio e, pensando alle difficoltà economiche che tuttora tormentano i miei familiari in Sicilia, un giorno mi viene l'idea di scrivere al mio fratello Gaspare per fargli la proposta di raggiungermi a Gimma e lavorare con me. Qui sentirebbe solo la lontananza da casa, mentre per tutto il resto troverebbe quanto di meglio possa sperare, sia nel mangiare che nel passatempo .
Infatti il giardino attorno alla casa ormai produce di tutto ed in abbondanza: lattughe di 3-4 chili, melanzane giganti, ortaggi di vario tipo, rose e garofani a non finire; mentre ogni Domenica, di fronte a noi la Fanfara Militare allieta con le sue esecuzioni musicali quanti sono presenti, specialmente gli Ufficiali che preferiscono sedersi nella veranda della mia casa; anzi perfino un Colonnello in una di queste occasioni mi chiede una lattuga da portare a casa, tanto resta meravigliato del mio orto.
Indubbiamente la posizione di questa seconda casa è da considerarsi privilegiata : innanzitutto si affaccia sulla nuova Piazza Regina Elena, dalla forma ben squadrata ed ampia all'incirca 100x100 metri; poi, sul lato sinistro scorre la strada per Neghelli, senz'altro una delle più importanti della Regione in quanto collega il Sud con il Nord ; infine, nel raggio di cento metri vi sono importanti esercizi turistico-alberghieri come l'Albergo C.I.A.A.O. ed il Bar di Sbrio il Greco.
Intanto, avendo ricevuto dal mio fratello Gaspare risposta positiva, inoltro subito la relativa richiesta di immigrazione dalla Sicilia che mi viene immediatamente accordata; perciò nell' attesa del suo arrivo, provvedo a creare dietro il negozio altre due stanze più gli accessori per poter ospitarlo decorosamente.
Infatti, dopo appena un paio di mesi, egli giunge con mia grande gioia non tanto perchè ora ho una amata compagnia quanto specialmente perchè posso fare affidamento su mio fratello e dividere con lui tutto quello che la vita riserva a gente lontana dal proprio Paese .
Pochi giorni prima del suo arrivo, intanto, un negro mi convince a comprare da lui per 50 lire una scimmietta "Bertuccia", piccola e vispa come un gattino di pochi mesi; mi ci affeziono subito e, secondo le mie vecchie tendenze, passo ad ammaestrarla, riuscendoci con discreti risultati (rivedi foto n° 45).
Infatti risponde alle mie chiamate; se inforco la bici per recarmi quotidianamente a Messa dai Missionari della Consolata essa mi segue come un cagnolino saltando subito sul manubrio non appena arriva qualche automezzo e mi accompagna fino alla Missione; quando entro in Chiesa essa salta velocemente sugli alberi circostanti dai quali scende come un razzo al mio richiamo al termine delle funzioni religiose; la stessa cosa tutte le volte che mi reco all'Ufficio Postale dove vado a ritirare la posta in arrivo all'apposita Casella personale.
Insomma è un vero piacere per me averla tra i piedi, vederla saltellare come un guizzo, e notare che lungo il corso crea spettacolo; tuttavia però debbo purtroppo fare subito i conti con una realtà ben diversa che ben presto si rivela intollerabile e pericolosa .
La bestiola, in fondo ,finchè è in casa se ne sta cheta cheta sul mio braccio osservando con curiosità le riparazioni degli orologi, ma ogni tanto noto che di punto in bianco scappa per fuori tornando subito dopo .Io non posso immaginare cosa vada a fare, ma comprendo tutto dopo che un cameriere del Bar del Greco viene a lamentarsi per i danni che la bertuccia arreca al suo padrone .
In particolare, molto frequentemente la scimmia non si accontenta di sorbire le tazze del caffè e tutto ciò che rimane incustodito sui tavoli del bar, ma si spinge persino all' interno del locale facendo strage di dolci .
Il Greco le prime volte dubitava del cameriere, poi di qualche cliente, ma quando un giorno si accorge dell' autrice del danno, fa chiudere le porte del locale ed ordina di farla finita con questa bestia a suon di bastonate .
Siccome però le scimmie sono rinomate per l’eccezionale agilità, non solo il Greco non riesce ad averla vinta ma addirittura ne riceve un danno incalcolabile per la confusione e rotture create dalla bestiola
Di fronte a tali lagnanze io mi dichiaro disposto a pagare i dolci mancanti ed i danni subìti, purchè mi vengano circostanziati . Ma la tensione tra il Greco e la scimmia aumenta sempre più fino al giorno in cui succede l' irreparabile .
La bertuccia si trova su un albero di Papaia, osservando con attenzione tutto ciò che accade sotto di lei; il sig. Sbrio la scorge e subito imbraccia il fucile con l' intenzione di spararle, cosa che irrita la furba ed intelligente bestiola la quale incomincia a lanciargli contro i duri frutti acerbi della pianta .
La presenza di un Brigadiere che gli consiglia di andare a fare regolare denuncia all' Ufficio della Residenza scongiura il peggio .
Vengo quindi chiamato dal Magg. Braccato il quale mi obbliga a tenere la scimmietta legata con una catena in casa, ordine che anche se a malincuore devo subito eseguire .
Quet’ esemplare tipico di libertà naturalmente strilla e si dibatte quando si sente quel legame al collo e confesso che mi fa una grande pena .
Intanto con il benessere arrivano anche le preoccupazioni che inevitabilmente da esso hanno origine; alludo alla tranquillità che incomincia ad essere disturbata da qualche malintenzionato che , vedendo un negozio ben fornito, cerca di attivare uno dei mestieri più antichi del mondo: il mestiere di ladro .
Un mattino, infatti, non appena apro gli occhi, noto una luce piuttosto diffusa provenire dal reparto del negozio; mi precipito a vedere cosa possa essere e vedo con mia grande amarezza che qualcuno, onde poter inserire agevolmente dall'esterno la mano per disattivare le chiusure della finestra, approfittando del buio della notte ha tolto tutto l'impasto che trattiene la parte inferiore del telaio. Ma per far questo inevitabilmente bisogna fare un pur minimo rumore, che né io né Moamed abbiamo minimamente avvertito .
Spinto dalla curiosità di capire come questo o questi ladri abbiano potuto fare, ne ricevo una plausibile spiegazione dal negretto che vive con me. Egli infatti mi spiega che esiste una specie di palma le cui foglie essiccate al sole e ridotte in polvere , sono un potente sonnifero anche per chi debba soltanto annusarla; quindi l'unica spiegazione è decisamente questa, e cioè che chi ha voluto agire con tranquillità ha con tutta probabilità usato tale espediente insufflando attraverso le fessure delle imposte una certa quantità di tale polverina che ci ha fatto piombare in un sonno di pietra .
Superato il primo sbigottimento , inforco come al solito la bici e mi reco alla Missione per la Messa quotidiana, dopodiché racconto tutto l'accaduto al Padre Oliviero, il quale come primo consiglio mi suggerisce di prendere con me anche un cane che faccia la guardia; e a tal proposito mi offre uno dei tanti cagnolini che vengono allevati nella stessa Missione .
Rientrati a casa , innanzitutto lego ambedue le bestiole in cucina, facciamo colazione e ci mettiamo all'opera per riparare il danno fatto dal mancato ladro. Dopo aver ripristinato tutto come prima riprendo il solito lavoro, che tuttavia devo subito interrompere perchè nel frattempo la bertuccia dopo aver slegata sè stessa ha slegato anche il cane con cui già ha familiarizzato fin dall'inizio, e si diverte a tirare con la catena il suo compagno di gioco
Al mio severo rimprovero, essa salta subito fuori e sparisce; allora lego di nuovo il cagnolino e torno al lavoro nell' attesa che la scimmia rientri, cosa che avviene dopo soli pochi minuti. Infatti la ritrovo in cucina che gioca con il suo nuovo amico; compiaciuto, li accarezzo amorevolmente entrambi e me ne torno al lavoro .
Anche le bestiole comunque ricambiano a loro modo tale affetto che nutro per esse, specialmente la scimmietta, sia perchè è molto più simile all' Uomo del cane che per il maggior tempo trascorso con me; così ogni giorno che passa noto sempre più che è gelosa di me e non ammette persino che qualche estraneo possa alzare la mano su di me, anche se in segno di amicizia .
Infatti, dopo l'arrivo di mio fratello Gaspare, il comportamento della bertuccia incomincia a cambiare sensibilmente diventando sempre più irritabile e aggressiva, tanto che un giorno mentre pranziamo al semplice gesto di Gaspare che scuote il mio braccio per attirare la mia attenzione su qualcosa che mi sta raccontando, gli salta addosso con un'aggressività tale che da quel momento in poi i due non riescono più a tollerarsi a vicenda: è sempre più dispettosa, disubbidiente, e sta distruggendo tutta la tappezzeria delle pareti .
Ogni giorno che passa dunque mi accorgo sempre più che la bestiola ormai non consente più a nessuno di noi di vivere serenamente, per cui anche se a malincuore decido di regalarla a uno dei tanti amici che in passato ha mostrato interesse ad averne una .
Intanto l'attenzione per il negozio da parte di aspiranti ladri non cessa di farmi stare in continuo stato di allarme ed ogni minimo rumore o avvenimento sospetti suscita apprensione facendoci stare sempre all' erta .
Una sera, ad esempio, mentre sono applicato alla riparazione di un orologio con la coda dell'occhio mi pare di notare un' ombra muoversi davanti alla finestra all'interno del recinto ; non faccio in tempo ad alzarmi per andare a vedere chi sia che tale individuo sparisce dalla circolazione .
Sicuro che se c'è qualche malintenzionato interessato al mio negozio, questi tornerà ben presto, l'indomani organizzo col mio fratello un piano d'azione che funga da esca .
Fingiamo di recarci a Cinema entrandovi visibilmente dalla porta centrale ma ne usciamo subito dopo da una porta secondaria; Gaspare si apposta di vedetta di fronte al negozio dietro un camion parcheggiato, io guardingo entro furtivamente in casa, nascondendomi in un angolo a luci spente in attesa che qualcuno tenti di entrare .
L' attesa dura appena una mezz'ora in tutto, perchè un negro con atteggiamento da felino, scavalca il recinto e cerca di penetrare nel negozio; immediatamente mi faccio avanti puntandogli la pistola d'ordinanza intimandogli l'alt, ma lui visto il cattivo verso se la da a gambe levate sparendo in un attimo nel buio della sera .
E così la vita continua tra alti e bassi come avviene per qualsiasi persona, a maggior ragione per noi lontani dalla madre Patria , impegnati adesso a portare avanti quei progetti che, primma della partenza per la Campagna d'Africa, erano solo sogni ma che oggi incominciano a diventare realtà; realtà difficile da portare avanti e salvaguardare da circostanze ed ambienti ostili ma che comunque incomincia a concretizzare quel benessere fin troppo desiderato .
Le ampie disponibilità di spazio associate all’eccezionale fertilità della terra, comunque, fanno sì che tali sogni assumano anche contorni insperati favorendo progettazioni edilizie di ampio respiro e multicolori ornamentazioni private vedi foto n° 46 e 47) .
Foto n. 46 – Gimma: P.za Regina Elena e C.so Vitt. Emanuele
Foto n. 47 - L’ingresso fiorito della 2a casa
Il lavoro incessante, intanto, non ci fa accorgere dell’arrivo festoso della 1a S.Pasqua a Gimma; una gran bella cerimonia viene celebrata nella Chiesa cattolica, fungente per il momento da Cattedrale della città, in compagnia di tanti amici ( vedi foto n° 48 e 49 ) .
Foto n. 48 - La Pro/Cattedrale di Gimma
Foto n. 49 – Gimma: amici in festa per la S. Pasqua 1937
Continua – 8
Le precedenti puntate sono state pubblicate nei numeri di: Gennaio-Febbraio, Aprile, Maggio-Giugno, Luglio, Agosto-Settembre, Nov.-Dic. 2006; Genn.-Febbr. 2007
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