Ritorno alle radici
Un americano a Montedoro: Carlo Perdue


In America, cioè negli USA, è stato e viene propagandato il cosiddetto sogno americano in quanto a tutti ed ad ognuno, con sacrificio, impegno, studio e lavoro è data l’ opportunità di raggiungere dei traguardi professionali e sociali che difficilmente si possono raggiungere in altri paesi del mondo. Tanti nostri ricercatori e scienziati, anche oggi, in America, riescono facilmente a svolgere le loro attività con tanto successo. Tra i tanti emigrati siciliani o figli di emigrati che in qualche modo hanno raggiunto il sogno americano vi è un nipote di una emigrata di Montedoro negli USA.
Si chiama Carlo Perdue, nato a Buffalo nel 1944. La nonna Duminuco Pietrina nata a Montedoro, emigrata nel primo decennio del 900, era sposata con Giovanni Gaetano Minardi originario di Casteltermini; la bisnonna apparteneva alla famiglia Giudici sempre di Montedoro.
E’ stato allevato dalla nonna materna in quanto la madre Caterina usciva da casa per andare a lavorare e così la lingua materna di Carlo è stata il siciliano parlato a Montedoro. Come lui dice:” prima di imparare la stessa lingua inglese ho imparato a parlare montedorese”. Ancora ricorda tante filastrocche come “Patri Jachinu s’assetta e cunfessa ecc. Ciccu va cerca ecc.Aulì-ulè ecc. Sutta u liettu da za Cicca ecc. Bafè biscotta e minè..ecc. Nelle interminabili giornate invernali di Buffalo la nonna Pietrina gli descriveva il paese e i suoi abitanti: la scalunera (salita Crispi), lu ricoparu (ricovero), li cannola cu la brivatura, la chiesa. Per questo motivo Montedoro ha occupato da sempre un posto privilegiato nella memoria e nel cuore di Carlo.Parla ancora correntemente il siciliano e dice:”Comu mi lu pozzu scurdari…è alla base del mio modo di relazionarmi con gli altri, grazie a mia nonna Pietrina.”
Ricordare, come non mai, rimanda al termine “cor,cuore” il ricordare è, perciò un riportare al cuore facendo rivivere una memoria del passato. In un’ epoca così smemorata com’ è la nostra ricordare diventa un invito alla fiducia nell’ umanità, nell’ amore che ricorda le sue opere rendendole vive e presenti nella storia personale e comunitaria. Il giovane Carlo frequenta le scuole in mezzo a tante ristrettezze economiche, ma con molto impegno ed ottimi risultati.
A 17 anni Carlo si arruola nei Marines, per tre anni, per potere, successivamente, pagarsi la frequenza dell’ università dove consegue 4 lauree: in sociologia, in legge, in diritto internazionale e nel diritto delle acque internazionali. Frequenta lo studio di un noto avvocato e diventa assistente legale del governatore dello stato dell’ Indiana. Successivamente, durante la Presidenza Ford raggiunge la presidenza della Commissione legislativa di diritto internazionale.Per queste sue attività abita in diverse città americane ed apre diversi studi di consulenza.. Come esperto di relazioni internazionali diventa consulente di grandi compagnie americane specialmente del settore della chimica. Dal 1983 al 2003 risiede nell’ Arabia Saudita sempre come avvocato esperto di diritto internazionale curando le relazioni esterne di alcune grosse compagnie internazionali facendo tante missioni in vari paesi del mondo, diverse delle quali in Italia a Milano, per le relazioni con l’ AGIP. In una di queste missioni in Italia, finalmente, ha l’ opportunità di venire a Montedoro e così conoscere il paese dei suoi antenati, del quale conosceva benissimo la sua conformazione, le sue strade, la sua gente e le tante “ngiurie”; conosce anche la famiglia di Carmelo La Porta con la quale esiste un filo di parentela.
La nonna Pietrina gli aveva sempre fatto giurare che un giorno sarebbe andato a Montedoro nel suo paese natale e che se gli capitava di incontrare dei compaesani in America li doveva trattare come dei parenti.
Dopo qualche mese 4 giovani di Montedoro (Giuseppe Alba, Calogero Mantione, Damiano Farruggio e Serafino Mantione), con un viaggio organizzato vanno, in USA e una tappa prevede la visita di Maiami dove l’ avvocato Carlo Perdue ha lo studio principale delle sue attività. Come da accordi telefonici i giovani vanno a trovarlo nella sede dello studio:”Era preciso a quelli che si vedono in televisione, tutto un piano di un grattacielo, tutto vetri, tantissimi impiegati” racconteranno al rientro in paese.La segretaria comunica che l’ avvocato, per importantissimi impegni di lavoro, si trovava in un’ altra città, ma che loro erano graditissimi ospiti. Infatti, dopo pochi minuti è stato apparecchiato un sontuosissimo pranzo con ogni ben di Dio che non dimenticheranno mai. Durante il pranzo l’ avvocato ha chiamato al telefono i giovani compaesani assicurandosi che il pranzo fosse stato di loro gradimento e scusandosi di non essere stato presente.
Carlo ha sposato Barbara Day, morta nel 2006, e i suoi figli sono: Harold, che svolge la sua attività di medico in California, sposato ed ha due figli( Zaccaria di 10 anni e Jenna di 9 anni); Stefania, sposata che ha una figlia di nome Riley.
Dopo la morte della moglie ha chiuso anche lo studio principale di Maiemi e svolge consulenze private di alcune compagnie:”Dopo una vita di intenso lavoro e fatica in varie parti del mondo ho voluto rallentare la mia attività e dare maggiore spazio agli affetti familiari, ai miei nipoti.” “La mia permanenza a Montedoro, anche se per pochi giorni, mi fa notare che ancora c’è il senso della famiglia e poi è un paese”pulito” piccolo ma grazioso. “Ci l’haiu sempri nni lu spiritu e accussì ogni tantu mi sientu pi telefunu cu li parienti”. Il Presidente della Pro loco gli fa omaggio di un depliant su Montedoro e dei cartoncini che riproducono l’ abbeveratoio ed il lavatoio di cui gli parlava la nonna Pietrina e che non esistono più, le tombe sicane e la tomba a tholos micenea che si trovano vicino al paese. Un sentimento di gioia e di emozione traspariva nei suoi occhi alla vista delle immagini di quanto, nella sua infanzia, gli raccontava la nonna.”Si voli Diu è riturnari nni lu ma paisi!”.

Lillo Paruzzo


Ritorna alla Home Page