Memorie d’Africa
Undicesima puntata
(1.1.1936 – 4.10.1946)
di Giuseppe Scannella


Una volta stabilita la data delle nozze, quindi, si passa a pensare agli acquisti di vario genere necessari in qualsiasi matrimonio, incominciando dalla spesa più grossa degli oggetti d'oro per il cui acquisto, tuttavia, bisogna recarsi a Palermo dove alcune ditte sono rinomate sia per l'assortimento che per il prezzo .
Perciò, visto che già fin dal mio arrivo, per ringraziare Dio di essere sopravissuto alla guerra e della fortuna economica iniziata a Gimma, avevo promesso di fare argentare l'ostensorio della Madrice, il giorno seguente parto alla volta di Palermo assieme all’Arciprete Randazzo .
Andiamo direttamente da un certo Perricone, il quale per un lavoro di argentatura ben fatto mi chiede la notevole somma di 500 lire; nel dargli l'acconto, gli chiedo l’indirizzo di un negozio di oreficeria assortito e serio. Egli, nel darmi la ricevuta e l'invito a ritirare l'ostensorio tra una quindicina di giorni, mi scrive su un bigliettino l'indirizzo chiesto e due paroline di raccomandazione per essere trattato bene. Uscendo dal laboratorio dell'argentiere con l'Arciprete ci diamo un appuntamento e così sono libero di andare all’indirizzo dato per scegliere gli ori che devo acquistare. Salgo sul primo pulman che passa e scendo in piazza Massimo; dopo un centinaio di metri imbocco la via Macqueda dove subito trovo il negozio indicatomi .
Entro, saluto e mostro subito il biglietto del signor Perricone; dopo averlo letto, il titolare del negozio mi mostra un vasto assortimento di oggetti di vario genere e valore; io propendo per una parure completa molto fine e bella il cui prezzo si aggira anch' esso sulle 500 lire. Visto che siamo intorno alla metà di Agosto, chiedo il favore che metta tutto da parte per ritirarlo verso la fine del mese quando tornerò dall'argentiere per riportare in parrocchia l'ostensorio.
Soddisfatto per aver fatto tutto quanto prefissatomi, arrivo alla stazione centrale, dove dopo pochi minuti di attesa in sala d'aspetto di III classe, assieme a don Randazzo saliamo sul treno per Agrigento. Lungo il viaggio parliamo del più e del meno finchè senza accorgercene, arriviamo alla Stazione di Sutera; quì come al solito anche per noi di Campofranco è necessario scendere, nonostante abbiamo la nostra specifica stazione, perchè solo quì esiste il servizio pubblico di corriera.
La giornata, quindi, si chiude col rientro a casa dove metto al corrente di tutto i miei famigliari. L’indomani facendo la solita capatina dalla fidanzata trovo lei e la sua mamma in stato di particolare ansia per via della lettera ricevuta due giorni prima .
Le tranquillizzo ancora una volta con un bel saluto e un radioso sorriso, dopo di che anche a loro racconto tutto quello che ho fatto il giorno precedente.

CAP. XVIII

FERVONO I PREPARATIVI PER IL MATRIMONIO

La data del 3 Settembre ormai è vicina, perciò bisogna fare per prima cosa l'elenco degli invitati in modo da regolarci per quanto riguarda i biglietti d'invito, i confetti, i dolci e tutto il resto, come si conviene ad un matrimonio decoroso .
Per quanto riguarda gli abiti ed in particolare quello da sposa, mia suocera consiglia di recarci ad Agrigento dove una parente della famiglia Saia fa la sarta ed è molto brava nel creare abiti da sposa su misura. Con la circostanza si potranno anche commissionare i biglietti d'invito e qualche altra cosa necessaria .
Per i confetti ed i dolci, invece, visto che nella vicina Casteltermini ci sono degli ottimi laboratori, conviene approfittarne per avere qualcosa di molto fresco ed a buon prezzo .
Il giorno stabilito per andare ad Agrigento, partiamo in sei persone, tutte donne tranne io che sono l’interessato principale: mia suocera e le due figlie femmine, Giuseppina e Lilla; mia mamma e mia sorella Marianna. Giunti in città si aggrega al gruppo anche la sarta che ci aspetta per darci dei consigli sia sul tipo di stoffa che sui prezzi. Percorriamo quasi tutto il corso principale, la Via Atenea, e finalmente dopo tante vetrine e negozi visti dall'esterno, entriamo in uno che ci sembra molto assortito nella speranza di trovare quanto noi vogliamo .
Infatti il commesso, avendo compreso le nostre richieste, srotola con abile maestria una grande varietà di stoffe, sia per abiti maschili che femminili ivi compresa anche quella per l'abito bianco. E mentre le donne sono prese dalla scelta di quest' ultimo, io metto gli occhi su due tipi di tessuto molto fini e di pregio, uno per l'abito da viaggio e l'altro di un bell'antracite indicato per gli "otto giorni”del viaggio di nozze (così si chiama dalle nostre parti la prima settimana dopo le nozze).
Quando però si conosce il prezzo di entrambi, emerge un coro unanime di lasciar perdere in quanto la spesa è troppo elevata; ma io con decisione dico al commesso di avvolgere il tutto perchè tanto una sola volta ci si sposa e potendo spendere non bado ai costi . Usciti dal negozio ci rechiamo subito in casa della sarta, la quale dopo aver preso le misure e stabilita la sua tariffa, ci saluta promettendo che il tutto sarà pronto per giorno 20 .
Usciti dalla sartoria, cerchiamo ora una tipografia per la scelta dei biglietti d'invito; ne troviamo una lungo il corso, scegliamo il tipo, decidiamo sulla scritta da apporvi, diamo un acconto e per il ritiro suggeriamo la data del 20 prossimo .
Raggiunti gli scopi della nostra venuta ad Agrigento, ci avviamo verso la Stazione ferroviaria non prima però di passare frettolosamente da una "Tavola Calda”per scegliere qualcosa da mettere tra i denti . Con l’involto di quanto scelto, arriviamo sul treno giusto in tempo per la partenza. Ci accomodiamo e incominciamo col soddisfare innanzitutto gli stimoli dell'appetito che, dopo tanto camminare, è aumentato di parecchio. I circa 50 chilometri vengono coperti senza che ce ne accorgiamo, e giunti alla Stazione di Sutera prendiamo la coincidenza con la solita corriera che prima di arrivare a Sutera passa sempre da Campofranco. Giunti nella piazza principale, i miei famigliari scendono, mentre io decido di accompagnare mia suocera e le figlie a Sutera .
A causa della stanchezza che ormai si fa sentire in modo evidente, percorriamo un po' affannosamente i circa 100 metri che separano il "Piano di S. Agata", cioè la piazza principale del paese, dall'abitazione; tuttavia giungiamo a casa soddisfatti e contenti che tutto sia andato per il giusto verso. Mentre ci si riposa con le membra, intanto, continua a lavorare il cervello; perciò, dietro la mia intenzione di recarmi l'indomani a Casteltermini per commissionare i confetti ed i dolci, mia suocera consiglia di andare direttamente da un certo signor Pisa che, durante il periodo in cui ella aveva la bottega, è stato il loro principale fornitore; anzi scrive subito due parole di raccomandazione per questo pasticciere, e me lo da .
L’indomani, di buon’ora verso le 4, io ed il mio inseparabile nipote Vincenzo ci alziamo per recarci in questo vicino paese che purtroppo non è collegato a Campofranco con alcuna strada camionabile; esiste solo una tortuosa e ripida mulattiera che attraversa una zona chiamata dagli abitanti del posto "Canaluottu”(cioè, canalotto) .
Dopo esserci lavati, vestiti e aver provveduto all'acconto da dare al pasticciere, ci avviamo verso la valle del Platani che, fortunatamente, d'estate ha poca acqua e quindi è facile da attraversare a piedi utilizzando i grossi massi che emergono di tanto in tanto in mezzo al suo corso. Attraversato il fiume con le dovute precauzioni onde evitare qualche brutto scivolone nel fango, affrontiamo la salita senza grande fatica perchè abituati ad andare normalmente sempre a piedi e perchè a quest' ora del mattino è decisamente una bella passeggiata. Giungiamo a Casteltermini verso le ore 6,30 e, nonostante l'ora mattutina, il paese è già sveglio ed operoso in quanto è un vera e propria cittadina dotata di parecchi negozi ed attività. Chiediamo ad un passante informazioni sull’ubicazione della pasticceria Pisa, e vi giungiamo dopo breve tempo. Al signore che ci viene incontro porgo subito il biglietto scritto dalla mia suocera la quale previdentemente ha scritto anche nei dettagli i tipi e le quantità di dolci occorrenti .
Il signor Pisa, man mano che scorre le poche righe, si dichiara contento di ricordare questa affezionata cliente, per cui mi assicura che preparerà degli ottimi dolci per farmi fare una buona figura con gli invitati. Si stabilisce il prezzo, gli do un acconto e fissiamo come data di ritiro di tutto quanto il 30 o al massimo il 31 Agosto .
Intanto si fa giorno, essendo trascorse più di 4 ore da quando siamo alzati, per cui la camminata e tutto il resto ci invitano a soddisfare gli stimoli provenienti da uno stomaco vuoto.
Per fortuna, fra i tanti esercizi aperti sulla strada del ritorno, incontriamo una di quelle macellerie che preparano anche pietanze cotte come la cosiddetta "robacotta": brodaglia costituita da un intruglio di interiora di animale, come polmone, cuore e frattaglie in genere. Entriamo decisi e ci accomodiamo ad un tavolo sul quale in pochi minuti ci vengono portate due ciotole di robacotta che non esitiamo a divorare, dopo di che riprendiamo il viaggio di ritorno al nostro paese. Il tratto più lungo adesso è in discesa e quindi in breve tempo raggiungiamo il Platani, mentre il tratto restante ora è una salita che, nella sua brevità, ci pesa per il fatto che il sole alto ci fa sudare e stancare più di prima. Arriviamo a casa verso mezzogiorno, trafelati e sudati ma soddisfatti di aver concluso bene anche questa commissione, e, mentre ci diamo una spolverata alla meglio per sederci a tavola per il pranzo, metto i famigliari al corrente della missione svolta .
I giorni restanti volano senza che ci si accorge dell'imminenza delle nozze; tuttavia altre riflessioni nel frattempo consigliano di provvedere alla prenotazione dell’albergo di Roma dove abbiamo deciso di trascorrere gli otto giorni, nonché anche alla rinunzia dell'acquisto del finimento d' oro per la sposa .
Per l'albergo mi viene consigliato un hôtel rinomato per tali circostanze, l'Albergo Maggiore di Roma, al quale facciamo pervenire la prenotazione ad iniziare dal 4 Settembre; per l'oro prenotato a Palermo, invece, ritengo inopportuno spendere una somma sì rilevante (500 lire), visto che a Gimma io lo vendo; quindi opto per l'acquisto delle sole fedi nuziali da fare ad Agrigento quando andrò a ritirare gli abiti dalla sarta ed i biglietti dalla tipografia .
Tra il 20 ed il 25 Agosto, un giorno approfittando della presenza del cognato finanziere Totò, venuto appositamente in licenza per presenziare al matrimonio della sorella, mi faccio accompagnare da lui per andare ad Agrigento, dove per prima cosa andiamo ad acquistare le fedi nuziali. Poi ritiriamo tutto il resto che, essendo molto ingombrante, richiede l’uso di una carrozza per arrivare alla stazione ferroviaria . Come al solito tutto fila liscio, anche se in modo frenetico per rispettare gli orari di partenza dei vari mezzi di trasporto; infatti anche questa volta arriviamo giusto in tempo per la partenza del treno sul quale finalmente possiamo riposarci e parlare tranquillamente della mia vita in Africa. Dopo aver preso la coincidenza col pullman per Sutera, preferisco accompagnare mio cognato fino a casa, in modo da riferire quanto necessario alla fidanzata e controllare i vari oggetti; dividiamo poi i biglietti d'invito secondo le reciproche esigenze e me ne torno a Campofranco. Qui ancora si parla del viaggio fatto, di come sono andate le cose decidendo di incominciare dall'indomani a preparare subito i primi più urgenti biglietti da inviare agli invitati più distanti; così questi vengono subito spediti, mentre quelli da far pervenire nel paese stesso vengono consegnati a mano . La data del matrimonio ormai imminente mi obbliga a rifare lo stesso percorso di giorni prima per ritirare dal pasticciere Pisa di Casteltermini i dolci ed i confetti commissionati; quindi, con Vincenzo, ancora una volta affrontiamo il lungo forzato viaggio a piedi. Al ritorno rifacciamo il solito spuntino di robacotta, e, per non far sentire la stanchezza del cammino, intrattengo appassionatamente mio nipote su alcune avventure vissute durante la Campagna d' Africa.
Il viaggio del ritorno in tal modo non lo notiamo se non quando arriviamo ancora una volta stanchi per il caldo d'Agosto che nel centro della Sicilia e nel bel mezzo della giornata non ha niente ad invidiare a quello africano. .Il riposo pomeridiano rinfranca dalla stanchezza e dalla continua tensione di non riuscire a fare tutte cose in tempo per il fatidico 3 Settembre ormai alle porte .
L'indomani, vigilia del matrimonio, aiutato dai miei famigliari a Campofranco, e dai miei cognati a Sutera, porto tutto quanto ritirato dal pasticciere in casa della mia suocera, la quale, dopo un rapido controllo, si dichiara soddisfatta delle scelte effettuate e della qualità della merce .

Cap. XIX

UNITI PER SEMPRE

Sabato 3 Settembre 1938 alle ore 8 io, i miei famigliari e tutti gli invitati di Campofranco siamo in piazza ad attendere la corriera per Sutera . Alla gioia legata alla particolare circostanza, si aggiunge anche il piacere di vedere una così ampia partecipazione dei miei parenti tutti, ivi compresi persino i miei zii che mi fanno tanta tenerezza perchè quasi ottantenni: la zia Rosa ed il marito Salvatore Mazzara soprannominato "Turriddu lu Cubaitaru”(cioè, Salvatore il produttore di torroni) .
Giunti a Sutera, preferisco sorreggere al braccio lo zio Salvatore, mentre le mie sorelle seguono con papà Vincenzo e mamma Ninfa Mia suocera ci viene incontro e, dopo le varie presentazioni, fa accomodare tutti nelle prime due stanze dell'abitazione, mentre nell’ultima la sposa è impegnata a prepararsi per la cerimonia .
Intanto quasi tutti gl’invitati aspettano davanti al portale della Chiesa di S. Agata, distante poche decine di metri dalla casa di Lilla, visto che l'abitazione e la strada antistante sono insufficienti a contenere tutti gl'invitati ed i curiosi . Alle 9,45 in punto partiamo da casa; si forma un breve corteo costituito per lo più dai miei parenti: lo apre la sposa al braccio del fratello maggiore Totò che, in base alle usanze, sostituisce il padre defunto; seguo io con mio padre; poi i famigliari miei e di Lilla; infine tutti gli altri . Entriamo con particolare solennità e commozione in chiesa dove, al termine della navata centrale, sono stati approntati due inginocchiatoi davanti all'abside .
La chiesa, pur nelle sue modeste dimensioni, presenta un’architettura tipica delle grandi Basiliche: tre navate che immettono in altrettanti absidi, ed una struttura sopraelevata per i cantori e l’organo.
Inoltre, al suo interno si trovano pregevoli opere artistiche: due enormi tele di inestimabile valore; un’antichissima statua in marmo della Vergine col Bambino; un altrettanto antichissimo ed espressivo Cristo in croce con i piedi inchiodati separatamente (il collegamento all’arte pittorica duecentesca del Cimabue è evidente); un ampio e maestoso semicerchio di artististici scanni finemente scolpiti in legno che arricchiscono l’abside centrale; e tante altre opere molto interessanti.
Questi sono ulteriori elementi che mi rendono orgoglioso di aver scelto come mia sposa una cittadina di Sutera: città di antichissime e nobili origini, definita in epoca romana urbs subtilissima per la sua saluberrima aria, che ha dato i natali a molte personalità di spicco persino a livello nazionale (da non dimenticare l’attuale Senatore Mormino). Varcata intanto la soglia della chiesa, percorriamo tutta la navata centrale con lentezza e manifesta emozione, finchè giunti davanti agl'inginocchiatoi, mio padre e Totò si staccano da noi in modo che io e Lilla ci troviamo finalmente vicini davanti a Dio ed a tutti i presenti .
Il Parroco cugino di Lilla, don Mariano Di Prima, già pronto in sacrestia fa suonare la campanella d' inizio della cerimonia procedendo vestito con ricchi paramenti verso l’altare centrale .
Inizia così per noi il momento più bello ed atteso della nostra vita; al suono delle toccanti note dell'organo ci si aprono innanzi orizzonti nuovi, caratterizzati da infinite incognite ma dalla consapevolezza di essere pronti ad affrontarle con speranza, tenacia e fiducia in Dio e nelle nostre provate forze .
La cerimonia di un qualsiasi matrimonio, per chi crede fortemente nei significati intimi e religiosi, rappresenta sempre e comunque un momento ricco di emozioni, di sentimento, di felicità specialmente quando il Celebrante, davanti a noi, pronuncia le fatidiche parole: “Vuoi tu, Scannella Giuseppe, prendere come tua legittima sposa la qui presente Di Prima Calogera, nella gioia e nel dolore per tutta la vita finché morte non vi separi? “ La pronta risposta è :”Sì !”
“E tu, Di Prima Calogera, vuoi accettare come legittimo sposo il qui presente Scannella Giuseppe nella gioia e nel dolore per tutta la vita finché morte non vi separi?”
La pronta risposta è :”Sì !“
“Allora io vi dichiaro marito e moglie nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo; amen!”
La benedizione degli anelli ed il successivo scambio sugellano ormai un' unione che durerà realmente fino alla morte; fanno séguito la lettura degli articoli che regolano i rapporti tra i coniugi secondo i Patti Lateranensi con lo Stato Italiano del 1929, e la celebrazione della S. Messa . Particolarmente toccanti sono i riferimenti espliciti a me ed alla sua cugina da parte del Parroco durante l'omelia, ed intensamente religiosi gli accostamenti alla S. Comunione .
Terminata la cerimonia, il corteo si avvia verso la casa della sposa dove, in base alle usanze, man mano che gli sposi offrono a ciascun invitato i dolci accompagnati dai confetti, questi lasciano su un apposito tavolo la bollevata, cioè la busta con il regalo in denaro, o comunque il regalo personale .
A causa dello spostamento da un altro paese, agl'invitati da parte mia, oltre ai dolci e confetti offriamo anche un panino imbottito, utile a calmare gli stimoli dell’appetito fino alle 15, ora in cui c'è la corriera per Campofranco .
Per noi i famigliari preparano un brodino con qualche altra pietanza leggera in vista della partenza per il viaggio di nozze, ma, vuoi per il sonno perduto vuoi per la stanchezza vuoi per la tensione od altro ancora, non mangiamo un gran che . Smaltita la confusione, onde avere le regolari autorizzazioni e i visti necessari al rientro in Etiopia, consegno subito a mio cognato Totò il lasciapassare per l'Africa e quello Stato di Famiglia che tanta fatica mi è costata per averlo in tempo utile .
Infatti, essendo giorno di Sabato, l'impiegato comunale addetto al rilascio del Certificato di Matrimonio se n' è andato di buon mattino in campagna, creandoci non pochi problemi specialmente per il fatto che alle 15 bisogna prendere la corriera che fa coincidenza col treno per Roma. Perciò, incarichiamo a pagamento una persona disposta ad andare a chiamare tale impiegato, e così per fortuna si riesce appena in tempo ad avere il documento necessario. Ci salutiamo molto calorosamente con tutti i parenti di Sutera, mentre con i miei invece lo facciamo a Campofranco, visto che prendono la corriera con noi; giunti però alla Stazione di Sutera ci tocca aspettare fin oltre le 18,15 a causa del ritardo che porta il treno proveniente da Palermo facente coincidenza proprio in questa stazione col nostro proveniente da Agrigento .
Affacciati al finestrino del nostro treno, intanto, vediamo scendere dal treno proveniente da Palermo un finanziere che, guarda caso, Lilla mi dice che è proprio quel personaggio pretendente della sua mano, probabilmente venuto per disfare la nostra unione; e questo diventa così l'argomento principale della conversazione che si protrae fino all’arrivo alla Stazione di Termini Imerese, dove scendiamo per prendere il treno per Roma proveniente da Palermo .
Intanto un particolare piacevole da ricordare è costituito dal fatto che alla partenza del treno dalla stazione di Sutera la prima cosa che a me viene spontanea da fare è abbracciare fortemente la mia cara sposa, baciarla calorosamente e proferire queste parole: “Adesso che sei mia posso finalmente permettermi questo ed altro !“
Mentre aspettiamo in sala d'attesa di II classe a Termini Imerese, la stanchezza e le tensioni dei giorni scorsi hanno il sopravvento facendomi piombare subito in un sonno profondo, bruscamente interrotto dopo circa mezz'ora da Lilla che mi avverte dell’arrivo del nostro treno .

CAP. XX LUNA DI MIELE A ROMA

Il treno adesso corre veloce verso la capitale e noi, nel nostro scompartimento incominciamo ad assaporare la gioia di essere ormai marito e moglie: ogni ora che passa si afferma sempre più la consapevolezza di trovarci davanti ad un futuro completamente diverso dalla realtà del passato .
Il rumore cadenzato delle rotaie ed il panorama stupendo del mare i cui flutti s'infrangono a pochi metri dalle rotaie ci fanno sognare e spesso cadiamo in un sonno profondo e ristoratore che incomincia a rilassare il sistema nervoso scosso non solo dalle emozioni ma specialmente dalle ansie e dagli avvenimenti non sempre favorevoli .
Quando siamo svegli, la conversazione cade ora su quanto osserviamo attraverso i finestrini, ora sulla nostra nuova realtà coniugale, ora sugli avvenimenti più significativi che hanno portato alla nostra unione, ora infine anche a tutti gl'impedimenti che hanno cercato di frapporsi tra noi minacciando in vari modi il nostro matrimonio .
Torniamo ancora alla vicenda della lettera anonima, della strana coincidenza dell’arrivo del finanziere rifiutato, poi saltando da pali in frasche, parliamo del futuro nella nostra casa di Gimma, poi ancora delle perplessità opposte dai nonni di Lilla.
Questi infatti andavano ripetendo alla mia suocera: “Hai forse una figlia in più da buttar via? Sapete cosa vuol dire Africa? C'è il rischio che non vediate più questa figlia! ......”e via dicendo . Ma a tal proposito Lilla esprime molta gioia nel confidarmi che sia lei che la sua mamma sono state inflessibili e non hanno mai prestato orecchio a tali impedimenti.
E così, dunque, tra un sonnellino ed una più o meno lunga conversazione, il giorno dopo giungiamo alla Stazione Centrale di Roma, dove prendo un taxi per recarmi direttamente all'Albergo Maggiore .
Qui un addetto in abiti da livrea ci viene subito incontro prelevando i bagagli e portandoli all'interno, nella hall; al responsabile dell’accettazione chiediamo della prenotazione fatta giorni prima, che dopo un rapido controllo viene confermata; ma per accedere alla camera servono le Carte d'Identità, le quali, avendole lasciate a Sutera per ottenere il visto per l'Etiopia, non siamo in grado di esibire. Tuttavia, però, spiegando la situazione, mostro il certificato di matrimonio che ritengo debba essere più che sufficiente .
Pur essendo sera inoltrata, le 23 passate, mi rispondono che è necessario allora aspettare una mezz'ora circa per il controllo della Polizia; nell'attesa scambiamo quattro chiacchiere informative, finché arrivano dei poliziotti; uno di questi mi chiede il perchè di tale disguido ed io spiego loro con molti dettagli tutta la nostra situazione relativa al matrimonio fresco di ieri ed all'imminenza di partire per l'Africa . Essi allora, convinti delle nostre ragioni, mi fanno firmare una succinta dichiarazione di responsabilità, dopo di che danno l'autorizzazione all’accettazione. A questo punto, l'albergatore chiama il cameriere e gli suggerisce di accompagnarci alla camera n° 24 . Nonostante queste ultime vicissitudini e la stanchezza accumulata in tutti questi ultimi giorni, è naturale comprendere quali possano essere sul finire degli anni 30 le aspettative di due sposini, provenienti da una cultura alquanto rigida e religiosa tipica dell'entroterra siciliano, specialmente nei riguardi delle manifestazioni sessuali .
Il mio voto di verginità, fatto molti anni prima e valido fino a quando non mi sarei sposato, mi rende da un lato emozionato ma dall'altro ansioso di manifestare tutta la mia virilità alla mia donna la quale, ritengo si trovi in una situazione psicologica altrettanto tesa ma anch'essa desiderosa di sentirsi posseduta .
Ci abbandoniamo quindi con tutte le nostre energie psichiche e fisiche ad un amplesso così profondo e ricco di passione che il matrimonio viene consumato nel miglior dei modi. Nelle prime ore del mattino, finalmente soddisfatti e felici, prendiamo sonno e sprofondiamo in una specie di letargo ristoratore che si protrae fino a mattinata inoltrata.
Intanto la Polizia chiama per radio la stazione dei Carabinieri di Campofranco per avere conferma delle mie dichiarazioni; i Carabinieri dal canto loro chiedono alla Polizia di Roma se il furto fatto nella capitale ai danni di una coppia di sposini sia la nostra, visto che i miei famigliari allarmati da una tale notizia avuta per caso si erano affrettati a chiedere informazioni a loro . Per fortuna le reciproche informazioni sono tutte confortevoli e così i miei famigliari possono stare tranquilli e noi a Roma continuare a godere della Luna di Miele .
Non appena ci svegliamo torniamo ancora una volta e con rinnovate energie a godere del nostro amore, dopo di che soddisfatti, decidiamo di alzarci e mangiare qualcosa; chiamo perciò con l'apposito campanello il cameriere ed ordino la colazione. Dopo un po' arriva una bellissima ragazza la quale, dopo aver disposto sul tavolo quanto portato, incomincia a fare le pulizie della camera e a metter a posto il letto. Un particolare interessante per la nostra tipica mentalità viene intanto offerto dalla vista di tracce di sangue sul lenzuolo che viene sostituito dalla svelta ragazza, abituata senza alcun dubbio a vedere cose del genere. Il servizio inappuntabile offerto dall'albergo specializzato nell'accoglienza di coppie di sposini in viaggio di nozze, comprende anche la pettinatura della sposa; perciò con grande meraviglia e soddisfazione di Lilla, la ragazza fa una bella acconciatura ai suoi capelli, al termine della quale viene salutata cordialmente con una mancia accettata volentieri.
Volendo ora associare al dilettevole anche l'utile, anziché andare allo sbaraglio per una sì grande e meravigliosa città, chiedo al bancone della hall informazioni sia su come muoversi agevolmente che sulle cose più belle ed importanti da visitare. L'addetto molto gentilmente mi dice che a tal proposito c'è sul lato sinistro della Stazione Centrale un Ufficio apposito presso il quale avere tutto ciò che desidero. Dopo aver ringraziato, seguo i suoi consigli ed effettivamente trovo un Ufficio adibito al Turismo dove, oltre ai consigli richiesti, ci danno uno speciale tesserino per Sposini a prezzo agevolato - appena 10 lire - col quale abbiamo diritto a utilizzare per i nostri spostamenti qualunque linea urbana, sia su rotaie che filoviarie .
Saliamo allora sul primo filobus che porta alla Città del Vaticano per prenotare l’udienza col Papa; qui ci viene dato un biglietto d' ingresso con l'appuntamento tra due giorni, cioè Mercoledì 7 Settembre .
Adesso siamo liberi di visitare con calma questo inesauribile accumulo di tesori iniziando dalla grande Basilica di S. Pietro; fin dall'ingresso sentiamo
subito un' atmosfera di immensa grandiosità, e l'aria è tutta pervasa da una spiritualità artistica che, attraverso gl'innumerevoli marmi che parlano, ci avvolge e ci confonde: gli stupendi Angeli che offrono l'acqua santa; i grandiosi gruppi marmorei che fregiano le tombe di alcuni Papi; la luminosa ed immensa Cupola; la statua bronzea di S. Pietro il cui piede sta per scomparire a furia di passarci sopra mani devote e fazzoletti di pellegrini . Passiamo quindi ai Musei Vaticani, la Cappella Sistina, la Tomba di S. Pietro, i sotterranei ricchi di arcana religiosità e di profonda commozione; Gallerie e marmi pregiati; tesori che ci lasciano di stucco; la famosa Pietà di Michelangelo; i Giardini esterni; andiamo anche sul cupolone da dove si ammira il vasto abbraccio del colonnato del Bernini; insomma siamo stanchi ma entusiasti e stracolmi di contentezza nell'ammirare opere così eccezionali e stupende . Rientriamo quindi in albergo per pranzare e per poi riposarci un po', anche se in definitiva questi momenti d' intimità si trasformano puntualmente in amplessi struggenti e meravigliosi d'amore .
Verso le 17 ci rechiamo a S. Giovanni in Laterano dove non si può rinunziare a salire la Scala Santa, la quale sorprendentemente va salita in ginocchio.
Giunti alla sommità ci commuove la venerazione delle gocce di sangue appartenute a nostro Signore .
Ci fermiamo brevemente a far visita al Santissimo all’interno di una Cappelletta laterale ed infine scendiamo per una scala diversa dalla precedente; al termine ammiriamo ancora le Statue della Passione di Cristo su belle colonne di marmo e quindi passiamo a comprare dei ricordini da portare a casa . Entriamo quindi nell’attigua Basilica dove la cosa che più ci sorprende è il sapere che le statue degli apostoli che adornano le pareti sono alte intorno ai 6 metri mentre all’apparenza sembrano di altezza comune.
Proseguiamo per l'accogliente Villa Borghese dove ci sediamo su uno dei tanti sedili in mezzo al verde, respirando aria di primavera con tutto quel meraviglioso verde che ci circonda e con le acque dei laghetti .
Le ore trascorrono nella felicità più autentica per ambedue; alla stanchezza fisica si contrappone spesso il desiderio di scambiarci affettuosità d'ogni genere, e data l'ora, decidiamo di rientrare in albergo, dove immancabilmente si passa alle reciproche esternazioni di appassionato amore finché non arriva pesantemente il sonno .
Il “riposo dei guerrieri” al risveglio fa riprendere le schermaglie d'amore, e così sarà per tutti questi stupendi giorni durante i quali al piacere di visitare e conoscere le meravigliose opere artistiche dell'uomo si intercala anche quello dell'approfondimento del nostro amore e della sempre maggiore conoscenza dei nostri corpi e dei nostri sentimenti .
Siamo al 3° giorno di Luna di Miele e tutto procede per il meglio; dopo il solito intervento della pettinatrice per rendere attraente la mia sposa e dopo una bella colazione, decidiamo di andare a visitare le Catacombe di S. Sebastiano.
Prendiamo come al solito il filobus specifico davanti alla Stazione Centrale e dopo un lunghissimo percorso che ci stanca, arriviamo finalmente in questo luogo nel quale impressiona moltissimo l’immenso ed interminabile labirinto di cunicoli sotterranei dalle pareti tappezzate di loculi tombali contenenti i corpi dei primi cristiani .
Anche questa visita ci impressiona tanto, ma più che altro ci sfianca più del solito, al punto tale che, al rientro in albergo subito dopo aver pranzato, crolliamo entrambi in un sonno profondo che si protrae fino all’ora di cena.
Questa giornata si conclude praticamente con la sola visita alle suddette catacombe cristiane e con molto riposo; dopo cena, chiediamo in portineria il favore di svegliarci l'indomani molto presto, giusto in tempo per poter essere in Vaticano entro le ore 8 .
E così, il 4° giorno, alle 8 arriviamo puntuali in Vaticano dove in breve tempo ci troviamo assieme a circa 350 sposini italiani ed esteri; un altoparlante ci invita a salire in ordine man mano che verremo chiamati, tre coppie alla volta, sulle macchine già pronte. Tutto si svolge con un ordine e calma eccezionali, dopo di che si forma un corteo di auto che in circa mezz'ora ci portano nella vicina Castelgandolfo, sede estiva dei Pontefici.
Qui ci fanno accomodare su delle panche appositamente predisposte e personale addetto incomincia a distribuire ad ognuno di noi un particolare ricordo di questa udienza speciale: alle spose una bianca coroncina di Rosario ed un libro; agli sposi una medaglia ricordo ed un libretto sul quale segnare le generalità dei futuri figli e le date più significative della vita di una famiglia cristiana (Battesimo, Cresima, Matrimonio, ecc..) .
Intorno alle 9,30 si apre una finestra dalla quale il Papa Pio XI (il milanese Achille Ratti) ci benedice facendoci cenno di accedere al Salone delle Udienze; tutti quanti scattiamo in piedi, emozionati e battendo le mani in segno di caloroso saluto.
Sempre con un inappuntabile servizio d'ordine saliamo tutti quanti al piano superiore e prendiamo ordinatamente posto nel salone apposito, restando purtroppo in piedi non solo perché probabilmente non c'è posto per le sedie ma specialmente per rispetto verso il S. Padre e per la brevità della cerimonia. Dopo breve tempo entra il Papa che salutiamo ancora una volta con una ovazione di battimani; i portatori della sedia gestatoria lo adagiano in posizione centrale in modo da poter essere ascoltato da tutti (vedi foto n° 50). Foto n. 50 – Ricordo di S.S. Pio XI Egli ci rivolge allora un breve ma incisivo discorso sul ruolo della famiglia, della prole e dell’educazione cristiana da impartire loro e mentre parla noto con particolare curiosità che la coppia di sposini accanto a noi sembra che formino l'articolo "il", in quanto la sposa è un tipino molto basso mentre il marito è uno spilungone. Ad un tratto vediamo questo signore prendere di peso la moglie e porsela sulle spalle dato ch' ella non vedeva nulla . Ci incuriosisce anche durante la discesa per l'ampia scalinata il fatto che questo signore, vista la calca che crea problemi alla mogliettina, la prende ancora di peso e se la pone sotto l'ascella . A parte queste scenette da film, arriviamo nel cortile sottostante contenti, soddisfatti per essere stati ricevuti dal Papa e per aver avuto la benedizione fino alla 5a generazione. Con la stessa organizzazione efficiente di prima, si fa ritorno in piazza S. Pietro da dove ogni coppia torna alle proprie attività. Noi prendiamo quindi il filobus per rientrare in albergo, ma quando scendiamo, visto che è ancora presto per il pranzo, entriamo da un parrucchiere che incontriamo sui nostri passi e suggerisco a Lilla di farsi fare la permanente . Non essendoci altri clienti il lavoro viene effettuato in poco tempo, per cui rientriamo in albergo in tempo per lavarci le mani e sederci a tavola per il pranzo; assaporiamo quindi con rinnovato piacere ciò che ci viene portato, anche perché ormai tra poche ore si torna a casa . Infatti, dopo aver preso il caffè ci ritiriamo in camera per preparare i bagagli per la partenza prefissata per le 15; saldiamo il conto dell’albergo, ringraziando delle cortesie espresse, e con un taxi ci portiamo alla Stazione Centrale . Qui, dopo aver fatto un biglietto unico di II classe per Palermo, ci avviamo verso il treno che è già in binario; alle 15 in punto si parte con una gioia incredibile per questi giorni di paradiso trascorsi e con una nostalgia di ripeterli . Come al solito la stanchezza e le emozioni ci fanno piombare nel sonno che viene però interrotto quando il treno entra nella Stazione di Napoli, dove abbiamo deciso di fermarci per andare a trovare degli amici . Usciti dalla stazione andiamo subito in cerca di un albergo, ma nonostante i tentativi quelli interpellati da noi hanno i posti esauriti; perciò tiro fuori dal taschino l'indirizzo di un conoscente, il Maresciallo dei Carabinieri Rizzo Paolino, e andiamo alla sua ricerca . Dopo averlo rintracciato ci raccomandiamo a lui per farci trovare da dormire, ma egli ci allarga le braccia dicendoci che purtroppo, a causa della grande e sentitissima festa della Madonna di Piedigrotta, in questo momento in tutta Napoli non c' è neanche un posto . Allora decidiamo con rassegnazione a proseguire per Vallo della Lucania, paese vicino a quello del mio carissimo amico d'armi di cui ho già parlato: Di Vita; la notte così la passiamo parte in sala d' attesa alla Stazione di Napoli e parte in treno. Verso le 7,30 del mattino scendiamo dal treno alla stazione di Vallo Lucano e proseguiamo col la corriera per Péllare, dove abitano i famigliari di Di Vita; qui troviamo subito la casa del mio amico e la sua mamma che è a conoscenza dell'eventuale mia visita. Con tanta gentilezza ci fa accomodare all'interno della sua modestissima abitazione con la cordialità tipica della gente meridionale, preparandoci subito un caffè ed offrendoci dei dolci fatti in casa. A dir il vero alla vista dell’ambiente sia io che Lilla inorridiamo per le condizioni quasi primitive in cui questa gente vive: non portano scarpe, il fornello è sul pavimento, le pareti tutte affumicate, e via discorrendo; comunque capiamo subito che si tratta di povertà e modi di vita del posto. In attesa del pranzo, dò innanzitutto notizie di Ferdinando accompagnandole con l’oggetto ch'egli mi ha raccomandato di portare alla sua mamma; poi passo a raccontare un po' di avventure trascorse con lui durante la Campagna d'Etiopia . Finito di mangiare ci accomiatiamo da questa umile famigliola, non prima di aver accettato qualcosa da portare al figlio. Per poter poi riprendere il treno per Palermo dobbiamo prima recarci in pulmann a Vallo della Lucania, da qui con un treno locale proseguire per Paola e qui finalmente aspettare l'arrivo del nostro treno per la Sicilia . Il proseguimento del viaggio avviene ancora all'insegna della stanchezza che però viene smaltita lungo il percorso con intervalli di sonno ristoratore . L'indomani mattina giungiamo a Palermo dove prima di partire ho prenotato una camera in un albergo vicino la stazione; perciò mi presento all'albergatore ricordando la prenotazione e così con calma possiamo darci una rinfrescata in camera; dopo di che indosso l'abito più bello mentre Lilla prende quello bianco da sposa, portato appresso per poter fare le foto classiche di matrimonio. Infatti, prevedendo tutto anzitempo, desideriamo avere un bel ricordo eternando con delle foto eseguite in uno studio professionale di città l'avvenimento che noi consideriamo il più importante della vita di due coniugi . Chiediamo perciò all’albergatore il nome e l’indirizzo di un bravo fotografo e questi ci indica senza esitazione lo Studio Fotografico Meli di via Macqueda, presso il quale in effetti troviamo un' attrezzatura adeguata e moderna . In uno stanzino apposito Lilla indossa il suo bell’abito bianco, io mi do un'ulteriore sistemata generale e così facciamo la foto ricordo; per accontentare anche i famigliari, per le ristampe ne commissiono: una a colori 15x15; una in bianco e nero 15x15; sei in bianco e nero formato cartolina; usciamo dallo studio con l'impegno tassativo di farci trovare tutto pronto entro il giorno dopo perchè dobbiamo rientrare a casa . A questo punto, pur essendoci la voglia di visitare qualcosa di Palermo, purtroppo tutto questo gran camminare dei giorni scorsi per di più con scarpe nuove, ha creato delle vesciche con piaghetta ai piedi di Lilla, per cui torniamo difilato in albergo; pranziamo e subito dopo si va a letto dove ci abbandoniamo ad assaporare ancora una volta le gioie dell'amore fino a quando il sonno non ha la meglio sulla voglia di continuare . Ci alziamo al momento della cena, consumata la quale, decidiamo di andare a cinema; in un locale non molto distante proiettano "Aria del Continente” interpretato dal famoso comico Angelo Musco; con questo azzeccatissimo film si può dire concludiamo in bellezza il nostro viaggio di nozze, visto che ad ogni scena sono costretto letteralmente a tenermi i fianchi per le continue e forti risate . L'11 Settembre, pur essendo Domenica, in base al patto col fotografo Meli verso le 10 vado da solo a ritirare le foto e dopo averle pagate rientro al più presto in albergo per non creare preoccupazione in mia moglie; guardiamo assieme con attenzione i particolari che in verità sono perfetti, manifestiamo la nostra soddisfazione e così prepariamo il tutto per ripartire subito dopo il pranzo . Alle 14 in punto dal binario 3, il treno per Agrigento parte da Palermo riportandoci a casa colmi di gioia, felicità e soddisfazione non solo delle cose viste ma anche della nostra intimità coniugale che è stata meravigliosa, intensa e perfetta . Intorno alle 16,40 arriviamo a Campofranco a casa mia, dove, pur aspettandoci, è senz' altro una sorpresa che viene accolta con gran gioia e schiamazzo; abbracciandoci e baciandoci con tutti, mentre ci chiedono notizie su come sono andate le cose, la mia mamma soddisfatta del mio stato di salute dice a Lilla : “Cosa hai fatto a mio figlio? L'hai gonfiato forse con una pompa?” In effetti il nostro stato di salute è veramente ottimo, grazie anche all’amore! Continua – 11 Le precedenti puntate sono state pubblicate nei numeri di: Gennaio-Febbraio, Aprile, Maggio-Giugno, Luglio, Agosto-Settembre, Nov.-Dic. 2006; Genn.-Febbr., Marzo, Aprile, Maggio-Giugno 2007.


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