Feste a Montedoro
Santa Barbara
L’Immacolata
Santa Barbara
A Montedoro del mondo delle miniere di zolfo, iniziatosi nel 1813, e dei minatori è rimasto ben poco: il forno Gill della miniera Nadurello accanto al Museo della zolfara e alcuni ruderi dei castelletti di quella che è stata la miniera Gibellini. Anche se in molte famiglie un congiunto ha lavorato nelle zolfare gli exminatori sono rimasti in poco: la miniera di Gibellini è stata chiusa nel 1975. L’unico evento che ricorda quel mondo fatto di lavoro, bassi salari, sacrificio, fatica, infortuni e, a volte, la tragedia degli incidenti mortali, rimane la celebrazione della festa in onore di Santa Barbara protettrice dei minatori,ecc. Quando le miniere erano in esercizio la festa si celebrava nei capannoni e negli spiazzi delle “pirrere” con la presenza straordinaria dei familiari con la celebrazione della santa messa e un nutrito trattenimento a cura dell’amministrazione. Oggi, la santa messa è celebrata in chiesa, con la partecipazione dei pochi minatori, ancora viventi, e di tanti familiari che hanno avuto un loro congiunto “surfararu”. Il 4 Dicembre, la messa vespertina, è stata concelebrata dal parroco don Amedeo Duminuco, da don Alessandro Rovello e don Calogero Milazzo con la partecipazione anche del vicesindaco Grazia Pennino e del maresciallo dei carabinieri. Nel salone parrocchiale, dopo la messa, vi è stato un rinfresco introdotto da un Recital dell’ attore Raimondo Ruggeri di San Cataldo di alcune poesie in dialetto siciliano sul mondo delle miniere con l’ accompagnamento dell’ organo elettronico suonato da Giuseppe Pace. Come ha detto Angelo Terrana, a nome dei minatori presenti, la celebrazione della Festa di Santa Barbara ha lo scopo di non fare dimenticare i minatori e le miniere che sono stati la vita di Montedoro per quasi duecento anni. Si lavorava, si soffriva e si guadagnava il pane per la famiglia. In questa occasione vanno ricordati alcuni minatori che si sono spesi per gli altri lavoratori: Giuseppe Galante di Rosario, rappresentante sindacale, consigliere e assessore comunale; Agostino Sanfilippo, rappresentante sindacale; Salvatore Carruba, rappresentante sindacale, del patronato e Presidente degli invalidi.
L’Immacolata
Sabato 8 dicembre si rinnova la tradizionale festa dell’ Immacolata a Montedoro con una giornata di celebrazioni liturgiche che coinvolgono la popolazione da tempo immemorabile.La devozione all’ Immacolata ha spinto i fedeli, in ricordo dell’ anno Mariano del 1954, ad innalzare un monumento a Maria Immacolata Regina nella piazza maggiore del paese. Fino al 1965 era la festa della gioventù cattolica maschile che, con l’ assistente Don Calogero Piccillo, preparava la messa cantata a quattro voci: memorabile quella scritta da don Lorenzo Perosi. Lo stesso coro che la notte, dopo la mezzanotte, andava cantando per le vie del paese tutto un repertorio di canti mariani specialmente O Concetta Immacolata, scritta dal sacerdote montedorese don Giovanni Tulumello che costituiva, e ancora oggi costituisce, il leit motiv della festa. In attesa della mezzanotte i giovani, a gruppi, facevano “la tavulidda” a base di carne arrostita. Un altro momento forte della festa era la processione della statua dell’ Immacolata per “le vie dei santi” durante la quale ai giovani si univano tutti i fedeli nell’ innalzare i canti alla Madonna. La festa continua ad essere celebrata ed organizzata, come nel passato, anche se non esistono più le associazioni. Il comitato di quest’anno era costituito dalle mamme dei giovanissimi musicanti che costituiscono gli Amici della musica dell’ Associazione bandistica V. Bellini diretta dai maestri Angelo Spitale e Salvatore Faldetta di Racalmuto. Il comitato era formato da Caruana Agnese, Giarratano Maria, Duminuco Filippa. Guarneri Christina, Mantione Gaetana, Taibbi Carmelina, Galante M.Teresa, Canalella M.Rosa, Mantione Rita, Randazzo Rosa e Randazzo Andreina, Tulumello Agostino. I papà degli apprendisti musicanti hanno portato a spalla la statua della Madonna durante la processione.
La banda musicale ha suonato durante la giornata dell’ Immacolata per le vie del paese e durante la processione, mentre un duo di ciaramedda e piffero hanno suonato anche la vigilia. I fuochi d’artificio alla fine della messa cantata e della processione sono stati accesi dalla ditta Giarcalo Picone di Santo Stefano della Quisquina
Lillo Paruzzo
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