Rosso Malpelo proposto ai giovani di Trana
Il film di Scimeca molto apprezzato dagli studenti
Rosso Malpelo è il personaggio di una delle più veriste e famose novelle di Verga, ambientata nella Sicilia di circa 120 anni fa. È una storia non solo di fame e miseria, se si considerano i tempi di allora quando si lavorava per un tozzo di pane, ma di fatica e sfruttamento che vede protagonista un adolescente dai capelli rossi che, in modo dispregiativo, è chiamato Rosso Malpelo.
“Per me è uno dei personaggi più interessanti della letteratura italiana, adesso che è diventato un film, è come se fosse tornato dal fondo della miniera dove Verga l'aveva lasciato più di cento anni fa, per dare aiuto, come aveva fatto con Ranocchio, ai tanti ragazzi che ,come lui, vivono il dramma della solitudine, dello sfruttamento e della diversità”- dice il regista del film Pasquale Scimeca.
Forte l’emozione ! Splendida l’immagine poetica data dal regista, tanto da stimolare gli insegnanti ad accogliere il progetto nel piano dell’offerta formativa, inserendolo in un percorso educativo di legalità diffusa.
Circa trecento allievi dell’istituto comprensivo di Trana (Torino), giovedì 10 aprile 2008, dalla quarta elementare alla terza media, hanno lasciato le loro consuete aule per una anomala lezione al Teatro Bertolino di Beinasco ed assistere al film in esclusiva per loro.
“ Questo momento si inserisce in un più ampio progetto di legalità, cui il nostro I.C. si dedica da anni - ha spiegato il Dirigente Scolastico Eugenio D’Anna. La crescita dei nostri ragazzi non può prescindere dalla conoscenza della realtà che li circonda e della storia che li ha preceduti: non esiste futuro se non si conosce il passato.”
E’ un film legato a un progetto che travalica i confini del nostro paese, che riscopre quello che di universale e nobile c’è in questa storia: la solidarietà, raccontata ed amplificata dal regista con l’immagine di una bambina che seduta sulla soglia di una misera casa, divide con il protagonista un tozzo di pane (sequenza presa in prestito dalla realtà di quei tempi e per certi versi attuale fino agli inizi degli anni Sessanta ). Il ricavato è stato devoluto all’associazione Arbash e Libera che si adopereranno per liberare dallo sfruttamento 1000 bambini boliviani che subiscono violenza nelle miniere a cielo aperto della Bolivia e che per tre anni saranno cibati, istruiti e tenuti in ambienti sani.
Dopo la proiezione del film, si è svolto un dibattito, moderato da chi scrive, inerente ai temi della legalità e dello sfruttamento. Sono intervenuti: la dottoressa Livia Locci sostituto procuratore del tribunale dei minori di Torino ed il suo collaboratore maresciallo Trovato, il dirigente scolastico E. D’Anna, l’assessore all’istruzione Rosanna Bechis di Trana, Agnese Ugues, Sindaco di Sangano, un attore protagonista del film e contemporaneamente una vecchia conoscenza degli studenti della media, il cantastorie siciliano Nonò Salamone. Gli allievi hanno posto una serie di domande argute ed interessanti agli ospiti intervenuti, riguardanti le tematiche in oggetto, e per circa due ore si sono interessati così del loro….Rosso Malpelo o Ranocchio immaginario.
In coda al dibattito Nonò Salamone ha calamitato l’attenzione del piccolo pubblico con alcune delle sue più belle canzoni inerenti allo sfruttamento e all’illegalità nel campo del lavoro. Fra tutte, Il treno del sole (lu trenu di lu suli), una drammatica poesia di Ignazio Buttita dedicata alla tragedia di Marcinelle in Belgio (ove perirono circa duecento minatori italiani) musicata ed interpretata dal cantastorie in modo impareggiabile, tanto da riscuotere una forte simpatia da parte di tutti.
“Considerato che bambini e adolescenti possono diventare un valore aggiunto per la nostra società a condizioni che crescano istruiti, educati, tolleranti verso le diversità è bene fornire loro indicazioni concrete che lascino segni indelebili nel loro percorso di crescita e di formazione- aggiunge il Dirigente Scolastico D’Anna.
Così la responsabilità di eventuali rafforzamenti del senso di legalità è da attribuirsi non solo a coloro che ricoprono posti e funzioni nelle istituzioni pubbliche, ma anche a tutti i cittadini, sia pure con rilevanza diversa a seconda dei ruoli sociali che rivestono.
Famiglie, insegnanti, autorità e forze dell’ordine, devono essere garanti della trasmissione di una cultura improntata alla legalità, valore che ogni cittadino deve mettere in pratica in quanto sentito e non imposto dallo Stato.
Verso questo compito educativo la scuola si sente direttamente impegnata in forza della passione con cui molti docenti e non docenti, ogni giorno, cercano di trasmettere ai giovani: “valori”.
Salvatore Difrancesco
(Docente referente del progetto )
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