Montedoro, concluso il progetto “El Minzar. Il mondo arabo nella Sicilia interna”
Il Progetto “Il mondo arabo nella Sicilia interna” è stato realizzato dalle volontarie del Servizio Civile Nazionale della Pro loco Miriam Bonadonna ed Emanuela Falcone. E’ stato approfondito il periodo storico della presenza araba in Sicilia ed in modo particolare sono state fatte delle ricerche sui nomi, cognomi, soprannomi, contrade, oggetti, suppellettili, modi di dire e parole di uso comune che hanno una origine araba. Il materiale della ricerca, nella sua interezza, insieme a quello degli altri comuni della provincia, sarà raccolto insieme e pubblicato nel mese di ottobre 2008.
Il progetto sui è concluso con una mostra allestita, dall’1 all’8 agosto, nei locali della scuola elementare, che ha visto gli interventi di: dott. Salvatore Rovello, Presidente Prov. UNPLI; Federico Messana, sindaco di Montedoro; prof.ssa Rosanna Zaffuto, responsabile del Progetto; Lillo Paruzzo, presidente Pro loco; Rajaa Maaka e la sua famiglia
La mostra El Minzar. Il mondo arabo nella Sicilia interna, è stata allestita da Paruzzo, Bonadonna, Falcone, Rajaa e la sorella Nadia nell’edificio scolastico di via Flaminia dall’1 all’8 agosto scorso. Nei grandi pannelli, su dei cartoncini, sono stati esposti i cognomi, i soprannomi, i nomi delle contrade di Montedoro con i nomi attuali in siciliano, quelli originari arabi e il loro significato. In altri pannelli sono stati esposti, in cartaceo, i lavori eseguiti dalle volontarie Bonadonna e Falcone. Mentre è stato messo in evidenza il nome e la biografia del poeta arabo-siculo Alì el Ballanubi, nato nella roba di Bellanova a 4 Km da Montedoro da una ricerca di Paruzzo. E’ stato messo in risalto l’evoluzione del nome del sito del paese ( El Minzar, Minzauru, Mons aureus, Montedoro) e del suo fiume (Ued Dur, Uaddu dauru, Gallus aureus, Gallodoro). Sino stati esposti oggetti e suppellettili (giara, giarritedda, quartara, bummulu, hiascu, baccaredda, burnia, catusu, ziru, mustica, barattula, spirlonga, lemmu, buggia, tumminu, la quarta, un munnieddu, crivu, coffa, naca, zotta, sciallu, fusu pi filari la lana, tovaglia da tavolo marocchina, lenzuola e cuscini marocchini, bunaca, n.6 abiti marocchini di contadini, n. 6 abiti marocchini da cerimonia, pipa araba, servizio da the marocchino); arancia, limone, carruba, zafferano, zucchero, melanzana, fastuca, giuggiulena, calia, cuttuni, rizmedda, n.7 tipi diversi di dolcini marocchini a base di mandorle, nocciole, giuggiulena, pistacchio preparati da Rajaa e dalla sorella Nadia; pannelli con fotografie con ambienti e castelli della nostra provincia (Caltanissetta, Delia, Mussomeli, Resuttano, Mazzarino) che hanno avuto a che fare col mondo arabo. La scrittura araba nei vari cartelli è stata eseguita, con perizia, da Nadia Maaka. Infine vi erano dei cartelli con le seguenti frasi: “Non c’è integrazione se non c’è conoscenza reciproca”, “ Nelle nostre radici ci sono: Greci, Romani, Arabi, Spagnoli, Francesi..”, “Conoscere le radici per capire il presente e affrontare il futuro”.La Mostra si è chiusa con un bilancio positivo per l’interesse suscitato nel numeroso pubblico che ha voluto visitarla.
Lillo Paruzzo
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