Presentato a Sutera il libro di Petix
Il culto di San Calogero nella Diocesi di Caltanissetta

In una domenica dell’ottobre scorso è stato presentato a Sutera nell’Auditorium comunale il libro di Carlo Petix “Il Culto di San Calogero nella Diocesi di Caltanissetta”, dato alle stampe nel maggio scorso presso la tipografia nissena Paruzzo: un agile volumetto di 96 pagine nato dalle visite dell’autore, accompagnato in questo suo “pellegrinaggio” di devozione dall’amico Vincenzo Ingrascì, alle chiese, alle edicole votive ed ai giorni di festa di questo Santo a cui sono profondamente legati tutti i siciliani. E’ dunque un libro che non nasce dalla compilazione di altri libri, ma da quanto visto di persona e raccolto dalla voce di parroci e fedeli che hanno conservato viva una devozione secolare o che sono testimoni di una introduzione cultuale più recente e anche, spesso, di origine popolare.
Il libro è stato presentato dal sindaco Calogero Difrancesco e dal compagno di viaggi Vincenzo Ingrascì, con le conclusioni di Calogero Diprima che vivendo nel quartiere Rabato dove sono annualmente celebrate le due feste sovrapposte del San Calogero dei carusi e della processione ….. “di tutti”, sta diventando la nostra arca delle memorie.
Carlo Petix ha scoperto la sua devozione a San Calogero nel momento del bisogno: l’esame di licenza media! Evidentemente, allora, uno spauracchio, un ostacolo non sempre superato. La sua fede si è alimentata negli anni ed ora egli ha sciolto il suo voto, facendo “u viaggiu” non solo a Naro ed ad Agrigento, i centri del grande culto agrigentino alla cui diocesi erano legati fino a metà Ottocento anchei nostri paesi, ma in tutti e diciotto i paesi della nostra attuale diocesi, tutte le feste, le forme particolari di culto assunte nei secoli, i cambiamenti (a Sutera il ringraziamento dell’11 gennaio per il terremoto del Seicento che aveva prodotto, tutto sommato, danni limitati, fu reindirizzato da San Paolino a San Calogero). La vita monastica dei Calogeri di Sicilia al tempo della persecuzione dei vandali e della presenza degli araba fu il muro di difesa della identità religiosa dei cristiani ddell’isola. A questa funzione storica l’autore dedica le pagine iniziali e, in quelle finali, raccoglie anche documenti vari, tra cui i carmi di Sergio, i dialoghi di San Gregorio Magno e la “leggenda” di San Calogero che ebbe come compagni in Sicilia Filippo, Onofrio ed Archileone. Lo dobbiamo ringraziare.

Tona Mario


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