Storia
190 anni fa nasceva la provincia di Caltanissetta
Nascita di una provincia e del suo capoluogo: 190 anni fa, in una Sicilia rivoluzionata nel sistema amministrativo, Caltanissetta veniva elevata al rango di "capovalle" - in pratica l'odierno capoluogo, appunto - con giurisdizione su un vasto territorio nel cuore dell'isola, che diveniva pertanto la circoscrizione provinciale di competenza. Era il gennaio 1818 e si registrava una svolta epocale in una Sicilia fino ad allora, e per secoli, in mano al potere feudale. Iniziava una nuova era, e per Caltanissetta arrivava il momento della definitiva "consacrazione" a città, una città di servizi e di Istituzioni.
Un salto indietro nel tempo, ed ecco i passaggi susseguitisi per arrivare a quella importantissima "promozione". Un momento determinante nella vita della Sicilia, appunto per la svolta storica che viene impressa al governo locale del territorio, è quello della nuova ripartizione amministrativa avviata nel 1812, con cui di fatto si conclude l'era feudale. La Sicilia è divisa in 23 Distretti, o Comarche: Caltanissetta è capoluogo del 22° Distretto, che comprende altri 14 comuni: Acquaviva, Campofranco, Delia, Marianopoli, Montedoro, Mussomeli, Resuttano, San Cataldo, Santa Caterina, Serradifalco, Sommatino, Sutera, Vallelunga e Villalba. La popolazione complessiva del Distretto si aggira sulle 65.000 unità, mentre la sola Caltanissetta ne conta circa 17.000.
Di lì a poco c'è la reale "consacrazione" della provincia nissena e del suo capoluogo. Infatti, con la nuova legge organica sull'amministrazione civile, datata 12 dicembre 1816 ed estesa alla Sicilia con il Regio Decreto 11 ottobre 1817 n. 932, il territorio dell'isola - fino ad allora diviso nei tre antichi "Valli" di Mazara, di Noto e di Demone - a decorrere dal 1° gennaio 1818 è diviso in sette Valli "minori", amministrate da altrettante Intendenze. Caltanissetta è sede di Intendenza e quindi "capovalle" (così come Palermo, Messina, Catania, Girgenti, Siracusa e Trapani) e al proprio distretto aggrega quelli di Piazza Armerina e Terranova (Gela): del primo fanno parte otto comuni, e cioè Piazza Armerina, Villarosa, Calascibetta, Castrogiovanni (Enna), Valguarnera, Aidone, Pietraperzia e Barrafranca; del secondo fanno parte Terranova, Riesi, Butera, Mazzarino e Niscemi. Un totale di 28 comuni, dunque, a formare la nuova "provincia", presto caratterizzata dalla nascita delle nuove Istituzioni per il governo del territorio, con l'amministrazione civile che viene a ruotare attorno all'Intendenza.
Scrive Claudio Torrisi nel suo "Ottocento nisseno, Istituzioni e società" (1997): "II sistema amministrativo, caratteristico delle cosiddette monarchie amministrative, quindi dello stesso Regno delle Due Sicilie, mirava a cogliere nelle amministrazio¬ni in genere, in quelle civili in particolare, gli strumenti di controllo della società ma anche di razionalizzazione dell'esistente e di omogeneizzazione delle diversità, spes¬so dirompenti. In ogni parte del nuovo regno, grazie al ruolo ed all'azione delle nuove istituzioni, in particolare dell'inten¬dente - "prima autorità" dell'Intendenza -giungeva l'impronta dell'unica autorità centrale. Gli amministrati, superando i localismi, si identificavano potenzialmente con l'unico potere centrale."
"Tale processo di verticalizzazione territoriale quale sinonimo di razionalizzazione organizzativa ed amministrativa - aggiunge Torrsi - emerge in termini efficaci nel caso di Caltanissetta. L'antico borgo rurale sviluppatosi, nel corso dei secoli d'oro dell'attività granaria, intorno al conte Moncada, successivamente, nel corso del secolo XVIII, aveva tentato la propria emancipazione mediante la richiesta della riduzione al demanio regio finché, a seguito della costituzione "inglese" del 1812, aveva superato la propria antica dimensione "feudale" divenendo città libera. L'elevazione al rango di capoluogo d'intendenza sanciva il grado di primazia gerarchica su tutto il territorio, nelle sue varie componenti. L'ex città feudale assurgeva al ruolo di centro di aggregazione e propulsione dell'azione amministrativa nonché delle manifestazioni del potere centrale."
Caltanissetta, dunque, e la sua provincia, iniziano un nuovo percorso storico oltre che amministrativo: e in segno di ringraziamento verso il sovrano borbonico per quello che ha legiferato, ecco la città definirsi "fedelissima" della monar-chia, una fedeltà, però, che le costerà molto cara di lì a poco, cioè all'insorgere dei moti rivoluzionari del 1820.
Il primo intendente (l’"antesignano" del prefetto) di Caltanissetta è Antonino Paterno Castello, marchese di San Giuliano, che fa il suo arrivo in città nel 1818. L'Intendenza dipende gerarchicamente dal Luogotenente generale e dal Ministero presso la Luogotenenza generale di là del Faro, nonché - per un certo periodo - dal Ministero per gli affari di Sicilia: attraverso le Intendenze, le Sottointendenze, i Decurionati (cioè i Consigli) dei Comuni, il potere statuale si articola sul territorio.
L'intendente, secondo la nuova legge organica per l'amministrazione civile, rappresenta - come già citato - la prima autorità della provincia. Oltre ad essere responsabile di polizia e dell'ordine pubblico, il suo compito è di vigilare sulla pubblicazione di leggi, decreti e regolamenti, con il potere di emanare istruzioni ed ordinanze esecutive. Svolge, altresì, funzioni di responsabile della leva, del servizio sanitario e di quello fiscale; presiede il Consiglio d'intendenza, organo consultivo che lo coadiuva.
Nel nuovo apparato amministrativo civile, una delle "presenze" istituzionali che vengono a collegarsi alla figura dell'intendente è quella Consiglio provinciale, vale a dire l'organo rappresentativo dell'intero territorio. Questo nuovo organismo si compone di un presidente e di 15 consiglieri, tutti di nomina regia. Tocca sempre all'intendente, comunque, svolgere le funzioni esecutive dell'organo Provincia, il cui territorio nel secolo successivo arriva ad avere fino a 30 Comuni. Poi, nel 1926, lo smembramento voluto dal fascismo per far nascere la provincia di Enna ci costa otto comuni ed oltre 130 mila abitanti in meno.
Walter Guttadauria
(Notiziario della Provincia Regionale di Caltanissetta, 2008 – 36)
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