Sutera, solenne commemorazione dell'agente Lillo Zucchetto
Lillo Zucchetto, il ricordo Di Claudia
Sutera, solenne commemorazione dell'agente Lillo Zucchetto
Sono passati 26 anni dalla sua morte a Palermo per opera della mafia, ma la città che gli ha dato i natali non lo ha dimenticato: gli ha dedicato una piazza tra le più belle ed ogni anno, il 14 novembre, si tengono cerimonie di commemorazione. I giovani, pur non avendolo conosciuto, lo considerano un esempio di straordinaria coscienza civile. La messa, pomeridiana, è celebrata da padre Francesco ed animata dal coro della polizia di Caltanissetta; successivamente sono state deposte corone dinanzi al busto marmoreo della piazza che porta il suo nome. Infine la Soter ha organizzato la proiezione di un film su Giovanni Falcone, da cui emerge il ruolo di scorta del giudice e mente pensante del nostro Lillo. La proiezione è stata accompagnata da alcuni interventi di giovani che ne hanno valutata la figura e tracciata la biografia. Riportando liberamente uno dei pensieri di Mario Maniscalco, anche se la mafia è ancora fortemente in salute, presente in modo quasi palpabile, questo non deve frenare i nostri sogni, le nostre aspirazioni. I sogni non sono impossibili. E gli ideali non sono utopie.
Mario Tona
Lillo Zucchetto, il ricordo Di Claudia
Caduto nell'adempimento al Dovere, Medaglia d'Oro al valor civile; «mentre conduceva una delicata operazione investigativa al fine della ricerca e della cattura di pericolosi latitanti, nel quadro della lotta alla criminalità organizzata, in un vile e proditorio agguato tesogli da ignoti criminali, veniva fatto segno a numerosi colpi mortali di arma da fuoco immolando, così, la giovane vita ai più alti ideali al servizio delle Istituzioni.”
È una storia quella di Lillo Zucchetto, che ogni 14 novembre, ogni anno, vogliamo continuare a raccontare. Per non dimenticare, certo. Ma il ricordo non deve restare fine a se stesso, non deve assolutamente trasformarsi nella commiserazione di una storia triste, lontana ormai 26 anni. II nostro deve essere un ricordo vivo, perché la storia di Lillo di Zucchetto è viva. Viva come quella di tutte le vittime della mafia, viva in tutti coloro i quali vogliono continuare a credere nella lotta alla mafia, ignorando lo scetticismo dei molti, dei tutti che hanno deciso di arrendersi, di stare in silenzio. Noi vogliamo gridare la storia viva di Lillo Zucchetto, vogliamo viverla insieme e farla nostra, ogni anno in maniera diversa, perché ogni anno ci fa crescere nel nostro pensiero, e perché questo nostro pensiero non sia schiavo di una ricorrenza abitudinaria, diventando arido. E allora riviviamo con Lillo i suoi brevi ma preziosissimi anni di vita.
Calogero Zucchetto nasce nel 1955 a Sutera, dove trascorre tutta la sua infanzia. Si trasferisce a Palermo, lavora nella Squadra Volante di Polizia per tre anni, poi nella squadra di scorta di Giovanni Falcone per tre mesi. Diventa uno dei migliori poliziotti ed investigatori della Squadra Mobile sezione "catturandi" che si occupava della ricerca dei latitanti. Siamo nei primi anni Ottanta quando collabora con il Vice Questore Aggiunto della Polizia di Stato, Ninni Cassarà, alla stesura del "rapporto Greco più 161"; in questo rapporto, grazie anche alla collaborazione del pentito Totuccio Contorno con cui Lillo entra in contatto, si riesce a tracciare il primo quadro della guerra di mafia iniziata nel 1981 e in particolare dell'ascesa dei corleonesi capeggiati da Totò Riina. Da qui nasceranno poi quella serie di investigazioni che porteranno al Maxi-Processo del 1986.
Nell'ottobre dell'82, svolge una delicatissima indagine per individuare il covo di Salvatore Montalto, boss latitante, nel quartiere di Ciaculli dove, da poliziotto di strada quale era, si recava spesso in motorino con il commissario Cassarà ad effettuare appostamenti. Qui, durante uno degli appostamenti riconosce il boss insieme a due noti killer al servizio della mafia, Pino Greco e Mario Prestifilippo; tre giorni dopo insieme ad altri colleghi scopre il rifugio dove si sta svolgendo un summit tra vari capi mafiosi. II primo novembre, recatosi nuovamente in vespa insieme al commissario Cassarà presso la borgata di Ciaculli viene riconosciuto dai due killer, e la Squadra Mobile di Palermo allo scopo di non comprometterlo decide di non far partecipare Zucchetto al blitz che porterà all'arresto del boss ricercato, Salvatore Montalto, il 7 novembre.
Esattamente una settimana dopo, la sera di domenica 14 novembre 1982, all'uscita dal bar "Collica" in via Notarbartolo, Lillo viene ucciso da cinque colpi di pistola alla testa sparati da quei due killer che lo avevano riconosciuto a Ciaculli. (II 13 luglio 1994 il pentito Gaspare Mutolo fece mettere a verbale che alla fine del 1981 l'agente Calogero Zucchetto, era inoltre vicinissimo al covo di Riccobono che un confidente gli aveva rivelato essere in via Jung.)
Nel 1996 inizia a Palermo il processo contro 88 mafiosi, per 73 delitti commessi tra il 1970 e il 1990, tra cui l'omicidio di Calogero Zucchetto. Come mandanti vengono condannati i componenti della "cupola mafiosa", gli appartenenti all'organo più importante di "Cosa Nostra": Totò Riina, Bernardo Provenzano, Calogero Ganci; i due killer, Greco e Prestifilippo, erano stati uccisi dalla stessa mafia.
Claudia Pardi
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