Lanciato il marchio “lu panaru – Sutera città presepe”
Sutera, il Presepe vivente alla 11a edizione


Il presepe vivente è arrivato alla sua 11a edizione. La complessa macchina organizzativa promossa dalla Kamicos (le postazioni, la pubblicità, gli animali, gli approvvigionamenti, i contatti con pulman, camperisti, gente che telefona) ha un passo lento, ma non permette pause o rallentamenti. Collaborano attivamente la Chiesa Madre, l'Amministrazione Comunale, i giovani della Soter (che quest'anno oltre alla postazione dei giochi antichi si sono assunti anche l'onere di quella dei verdurai), l'Associazione Diliberto che presidia quella della banda ed il Gruppo Onuri e Dignità (GOD) che distribuisce a metà percorso un piatto di ceci ai visitatori. La GOD è l'associazione che due autunni fa si è resa protagonista di un invito alla lettura che ha portato alla distribuzione di una copia del quotidiano La Sicilia subito dopo la messa domenicale per parecchi mesi.
Accanto a San Giuseppe, rappresentato da Onofrio Di Franco come nelle ultime edizioni, è stata nella capanna della natività nelle vesti della Madonna Claudia Pardi. Nell'aria sono risuonate le dolci nenie dei cantori di Sutera e, a fine percorso, quelle del cantastorie (Onofrio Salamone) che rendono uniche in Sicilia le serate del nostro presepe. Purtroppo la gran parte delle otto giornate dedicate ai visitatori (la vigilia di Natale è per i Suteresi) ha visto una pioggia continua ed un freddo intenso, con cui si sono misurati i 9.573 adulti paganti ed i circa 2600 bambini, per un incasso complessivo di poco superiore ai 50.000 euro.
I sacrifici dei figuranti, del servizio d'ordine e degli addetti allo sbigliettamento (duecento persone in cinquanta postazioni e dovunque si manifestava qualche necessità) sono notevoli e non limitati al pomeriggio ed alla sera. Gli animali devono mangiare anche la mattina e nei giorni in cui il presepe è chiuso, bisogna far arrivare gli alimenti per tempo e cucinarli, spazzare via quanto lasciato per le strade. Infine ai margini del presepe staziona in permanenza l'ambulanza dei volontari Fratres di Mussomeli.
Restano molto suggestive le postazioni dove ci sono gli animali (i muli che girano tra le balle di paglia, quello del frantoio dell'olio, le galline e i colombi attorno al fuoco dei viddani), lu issaru ed i pastori che fanno e distribuiscono ricotta e tuma. Molto tenero il momento in cui, davanti ai visitatori, è nato un agnellino, amorevolmente accudito e leccato dalla madre. Poi c'è tutto il ciclo del pane, il conzalemme e u canalaru, la tessitrice. Le postazioni sono le stesse dell'anno scorso, riordinate diversamente, ma identico è il percorso. L'unica novità è stata l'apertura di una scuola d'epoca su iniziativa del presidente della Kamicos Nicola Grizzanti e di sua moglie Maria Rita che l'hanno arredata di banchi, cartine degli anni Trenta, alfabetiere e pallottoliere, animali in gesso e cartapesta per lo studio delle scienze, tabelline di inizio Novecento. Molti visitatori si sono sottoposti alle prove di calligrafia e conseguito il diploma di seconda o quinta elementare secondo le modalità di esame e materie del 1907.
Altra novità è stata la distribuzione di uova sode e guasteddi di zucchero lungo il percorso, al posto dello sfincione.
L'edizione di quest'anno è stata dedicata alla lotta al diabete infantile, la cui giornata era l'otto dicembre. Per tutto il periodo del presepe, per ricordare l'iniziativa, il campanone di San Paolino è stato illuminato di azzurro. Ma speriamo soprattutto che possa essere ricordata per gli sforzi della amministrazione comunale, su proposta dell'assessore al turismo Nino Pardi, per ideare e lanciare un gruppo di prodotti tipici locali (formaggio, olio, mandorle, buccellati) messi in un cesto tipico: u panaru. In sole quattro ore sono stati venduti i 100 cesti preparati. La rapidità di vendita fa sperare in un successo della iniziativa. Per tutto l'anno possono essere intrecciati i cesti dai nostri contadini, abilissimi, a cui altri potrebbero affiancarsi, così da riempirli e venderli durante il presepe. Sperando che il marchio, una volta lanciato conosciuto ed apprezzato in questa occasione, abbia una forza pubblicitaria di traino per il resto dell'anno.

Mario Tona


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