Generazione drink
Gli effetti dell’alcol sulla guida
0.2 grammi/litro di sangue: i riflessi possono iniziare ad appannarsi e la percezione del rischio diminuire.
0.5 grammi/litro di sangue: il campo visivo si riduce e diminuisce la percezione degli stimoli,sonori, luminosi e uditivi.
0.9 grammi/litro di sangue: si modificano la valutazione degli ingombri e traiettorie e le percezioni visive simultanee (di due auto nel proprio campo visivo ne viene vista solo una.
1 grammo/litro di sangue: produce effetti di vera e propria ebbrezza e sonnolenza.
Da alcune ricerche nel settore, nonostante gli italiani consumino oggi 6.8 litri di alcol a testa ogni anno, contro gli 11 litri del 1985, il numero degli alcolisti è passato dai 29mila del 1996 ai 54mila del 2005.
Un paradosso, si potrebbe pensare.
In realtà, in base alla mia esperienza, si beve meno ma si beve peggio, soprattutto fuori pasto e nei fine settimana, tanto che parlerei di una sorta di “abbuffata” alcoolica di sei o più drink nella stessa serata.
Le statistiche e i sondaggi, oltre a tracciare un identikit del bevitore in questi casi possono fare ben poco sulla natura di un fenomeno estremamente complesso ed eterogeneo, che nasce da una profonda ferita nel corpo della società.
L’alcol è una sostanza che da modificazioni lente, ma se assunta secondo le modalità dell’abbuffata provoca alterazioni potenti e immediate. In tal senso il consumo di alcool comincia a somigliare pericolosamente a quello della droga.
L’alcol, però, è un ingrediente molto più accessibile e socialmente accettato, che si trova nelle nostre case e con il quale siamo continuamente a contatto.
Le prime assunzioni, infatti avvengono quasi sempre in famiglia, sia in occasione di feste che nella quotidianità, e spesso si connotano come veri e propri riti di passaggio ad un periodo della vita caratterizzato da maggiore libertà e indipendenza.
Il paradosso è che si diventa comunque dipendenti di qualcosa, che a noi sembra innocua.
L’alcol sembra essere un veicolo di crescita che consente l’ingresso nel mondo degli adulti.
Per alcuni il ricordo della prima bevuta è ambivalente. Sé da un lato è stata l’occasione per provare qualcosa di nuovo e di proibito, allo stesso tempo ne ha rivelato gli effetti negativi connessi ad assunzione esagerata o si è rivelata una delusione rispetto alle aspettative non è una novità sentire ragazzi che col tempo hanno capito il limite grazie alle bevute fatte in passato.
Si ritorna all’educazione primordiale, quando ai bambini si dice di non farlo perché fa male, ma il bambino curioso del proibito lo fa… e dopo che si è fatto male… capisce.
In genere gli eccessi nel consumo di alcool avvengono in compagnia degli amici, non solo durante feste o in luoghi come discoteche e pub, ma anche in occasione di vacanze e gite scolastiche.
Il consumo di bevande alcoliche sembra essere una di quelle trasgressioni attraverso le quali nell’adolescenza si conquistano identità e nuovi saperi e che come tale tende ad essere abbandonata una volta raggiunta l’età adulta. Questo tipo di eccessi, dunque può essere considerato sano e regolato, poiché si verifica in qualche occasione e si caratterizza per la presenza di una soglia. Può capitare che questa venga superata, ma in molti casi i ragazzi dichiarano di aver imparato proprio così a conoscere i propri limiti.
E’ quella particolare inclinazione dei giovani a sperimentare il proprio corpo, le sue reazioni, le sue potenzialità, fino al limite estremo. E’ opportuno quindi fare una distinzione tra un’esperienza riconducibile alla tipica tendenza adolescenziale a trasgredire, tipica a tutte le generazioni e il consumo abituale di bevande alcoliche che si sta diffondendo tra i giovani, rivelatore di situazioni problematiche.
La nostra è una società che vuole tutti perfetti e omologati, che annulla le differenze e schiaccia le diversità, in cui non è facile sopravvivere se non si hanno gli strumenti adeguati. Questi dovrebbero essere forniti dalla famiglia, che spesso provvede al benessere economico dei figli, ma trascura quello psichico e affettivo. Un bambino dovrebbe cogliere l’amore dei propri genitori, dai quali deve sentirsi desiderato e accettato, ricevere messaggi rassicuranti e imparare che ci sono dei valori saldi e sicuri nel mondo in cui vive; deve essere guidato nell’affrontare i cambiamenti ambientali e le difficoltà grandi e piccole della vita.
Se durante l’infanzia la famiglia non è stata una base sicura, nell’adolescenza possono nascere problemi difficili da risolvere.
Per molti giovani il contatto con la realtà è molto duro da reggere, la droga e l’alcool ne anestetizzano i colpi.
E’ importante che i genitori stimolino i propri figli a porsi degli obiettivi e a imparare a programmare il loro tempo libero, perché la mancanze di interesse e l’assenza di scopi nella vita porta alla noia e a un devastante senso di inutilità.
Bisognerebbe portare a conoscenza di tutti, che l’alcol è come la droga. Il suo abuso può portare alla dipendenza, e se fa più paura il termine tossicodipendente che alcolizzato, usare d’ora in avanti il termine tossico anche per gli alcolizzati.
Mino Aruanno
Ritorna alla Home Page