Sutera e Campofranco, riciclare per fare opere d'arte
I giornali letti sono sempre un fastidio, ingombrano e producono quintali di rifiuti.
Ma c'è anche chi ha pensato di utilizzarne i comunissimi fogli, quelli scadenti dei quotidiani, non patinati, grigi, con poche fotografie a colori, per trasformarli in eleganti borsette, robusti canestri, cappellini colorati, abatjour, portafotografie, oggetti natalizi.
Si tratta di Maria Lombardo, moglie di Totò Nugara, che da qualche tempo si è messa a trasformarli in lunghe bacchette che vogliono somigliare a quelle di ulivo, avvolgendole intorno ai ferretti, quelli che le donne ancora oggi usano per fare maglie, calze e camicette in lana o cotone. La tecnica è quella dei nostri contadini, quando si mettono ad intrecciare le bacchette di ulivo o salice piangente per costruire panari. Ma la lavorazione della carta risulta più semplice, perché si piega senza spezzarsi e le nuove bacchette si innestano a quelle usate per continuare nuovi intrecci. La tramatura di avvio dei lavori è antica, poi il lavoro si adatta a qualche forma di plastica per ricalcarne la forma e quando l'opera è finita, non ci vuole molto: si passa la colla vinavil per rendere l'oggetto più robusto. A qualcuno piace l'opera così com'è, pronta a mostrare senza vergogna la sua provenienza dai giornali, altri preferiscono ravvivarla con colori scuri simili al legno, usando il fondo, o "tuffu", del caffè o altri coloranti naturali. Insomma, un bell'effetto per l'occhi, anche pratico e robusto e,soprattutto, a costo zero.
Maria Lombardo è venuta a dare dimostrazione alla scuola di Sutera ed a quella di Campofranco, mostrandosi disponibile a ritornare più volte, finché i ragazzi si sono impadroniti delle tecniche di lavorazione. Gli effetti più riusciti sono le decorazioni poste sopra le scatole "da lavoro", contenitori di forbici ed altri attrezzi casalinghi, che imitano alla perfezione l'aglio o il pomodoro.
Mario Tona
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