Invito alla riflessione
Beati gli afflitti
perché saranno consolati
Chi sono gli afflitti?
I malati, gli orfani, le vedove, i poveri, i drogati, alcolizzati, gli anziani, le prostitute, i carcerati etc. Gli afflitti sono tutti coloro che vivono una certa situazione di dolore, tutti coloro che piangono per una sofferenza. L'uomo non è nato per soffrire, quindi cerca in tutti i modi di evitarla e di vivere invece nella perenne gioia; ma gioia e dolore sono come due fratelli siamesi, (voi sapete chi sono i fratelli siamesi, sono quei gemelli che sono uniti nel corpo ed a volte hanno anche un organo vitale in comune) l'uomo che cerca con tutti i mezzi di isolarle ma non è possibile perché nel corso della vita gioia e dolore si alternano continuamente come il sollevarsi dell'onda del mare che segue un avvallamento, poi un vuoto che risucchia il nuotatore indietro. Ciò che è importante capire però, è che il Signore non vuole la sofferenza dell'uomo ma la permette affinché veniamo purificati e raddrizziamo il sentiero della nostra vita per entrare in un cammino di conversione permanente.
Ma che significa conversione permanente?
La conversione è un cambiare vita dal peccato alla grazia, dal peccato alla luce deponendo ai piedi della croce tutti quei vizi, quelle abitudini, quei sentimenti che rendono la vita dipendente da giudizi, gelosie, invidie, compromessi, rivalità; da tutte quelle cose che portano divisione con il prossimo, quando prossimo può anche essere il mio stesso familiare.
La conversione permanente è invece di chi ha già incontrato il Signore, l'ha accolto nella sua vita cambiando il suo modo di vivere, facendosi trasformare e ammaestrare dallo Spirito Santo; quindi è già nella luce ma avanza ancora nel cammino, quindi passa dalla luce alla più luce, dal perdono al più perdono, dalla grazia alla più grazia.
Alla luce di quello che abbiamo finora detto, allora, chi sono gli afflitti oltre a coloro che stanno vivendo una situazione per cause naturali come vecchiaia o malattia? Sono quelli che vivono nel peccato della morte spirituale perché l'uomo che vive nel peccato è cieco, sordo, zoppo e vive la sua vita senza entusiasmo, senza ricerca di uno scopo.
Il Signore è attento ai bisogni dell'uomo e viene sempre in nostro aiuto perché sa che l'uomo ha dei limiti di sopportazione. In Matteo 11,28 leggiamo: "Voi tutti che siete affaticati e stanchi venite a Me ed Io vi ristorerò, vi darò riposo". In un altro brano, il Signore dice: "Chi ha sete venga a Me ed Io lo disseterò". Ma sete di che cosa? Sete di pace, riposo,di gioia.
Lo disseterò; disseterò è quel verbo che funge da mezzo, da strumento per ottenere la consolazione cioè lo Spirito Santo che è quell'acqua viva che scaturisce dal cuore di Cristo ed è consolazione che dona pace alle nostre stanchezze, riposo alle nostre membra stanche. Lo Spirito Santo non entra in un cuore che non gli fa spazio, lo Spirito Santo è quel vino che non entra in otri vecchi, è come quella pezza nuova che non si può mettere in un vestito vecchio (Mt.9,16-17). Saranno allora beati, gli afflitti che vivono nel Signore perché saranno consolati. A volte, noi diciamo; ma come, io che vado a messa, che prego, che faccio opere buone devo vivere tutte queste avversità, queste afflizioni, queste prove invece chi del Signore non ne vuole sapere vive nella pace, nella spensieratezza; ebbene, vi dico che nessuno è esente da avversità, il Signore stesso nella sua Parola non dice che se vieni con me non ti accadrà questo o quello, anzi, in Luca 9,23 dice: "Se qualcuno vuol venire dietro a Me, rinneghi se stesso (conversione) prenda la sua croce (situazione) ogni giorno e mi segua". Il Signore sarà il nostro cireneo, in lui ogni giogo sarà leggero; in Matteo infatti, il Signore ci dice: "Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero".
Ma sapete dove sta la differenza?
Se io sono innestata nel Signore troverò la forza per vivere quel momento, vedrò anche il passaggio di Dio nella mia vita attraverso quella situazione e troverò speranza; ma chi vive senza il Signore andrà incontro alla disperazione e la disperazione porta alla morte dell'anima, dello spirito e della coscienza.
Una volta un sacerdote mi disse:" il Signore non risolve i nostri problemi ma ci indica la via come risolverli, è come quando uno guida una macchina (e noi guidiamo la macchina della nostra vita) il Signore è seduto accanto a noi e ci indica la strada, ci dice gira a destra, ora a sinistra ma le mani sul volante ce l'abbiamo noi. Il Signore non guida al posto nostro ma ci guida come oggi fanno i navigatori satellitari; il Signore è il nostro navigatore satellitare ma poi la decisione finale è nostra.
Fino adesso abbiamo parlato dei due tipi di afflizione, ma esiste un'afflizione che è consapevolezza di un dono di comunione a cui si è chiamati che è la nostalgia di Dio e del suo volto, è lo zelo per la salvezza di ogni uomo, è l'afflizione di coloro che anelano stare con il Signore. Questa afflizione nasce da un cuore libero e aperto alla grazia di Dio, questo significa saper vedere la verità delle cose ed il senso profondo della vita, saper entrare nel cuore del fratello e leggerne la sua afflizione, il suo bisogno ed aiutarlo lì dove necessita, sia materiale che nello spirituale. In Romani 12,15 leggiamo: "Piangi con chi piange e gioisci con chi gioisce,e in Galati 6,2 portate i pesi gli uni degli altri". Così come Gesù stesso fa con noi, perché l'amore non è utopia, ma è concretezza di fatti, non posso dire ad un fratello che si trova nel bisogno materiale Gesù ti ama e passo avanti, ma devo chinarmi come fece il buon samaritano che lo prese, lo caricò sulle spalle, lo portò nella locanda e pagò perché si prendessero cura di lui (Luca 10,29-37).
Chiediamo l'aiuto al Signore affinché ci dia sempre la grazia di consolare gli afflitti e di riconoscerlo e amarlo in ogni uomo che soffre.
Allora, chi è BEATO?
Beato è
Chi è povero di fronte a Dio,
chi fa proprio il dolore altrui,
chi confida nel Signore e vive con la gioia, la pazienza e la bontà,
chi cerca la volontà di Dio,
chi vive con tenerezza l'amore e il dono di sé,
chi è onesto nel pensare e nell'agire e diffonde la pace intorno a sé,
chi sa porgere l'altra guancia e ricambia il male con il bene.
Beati voi pellegrini nella fede quando in umiltà vi consumate per l'unità
e come il seme nascosto nella terra, lievitate il cuore della chiesa e del mondo
per consacrarli al Padre per il Figlio nello Spirito.
Maria Grazia Diprima e Bettina Schillaci (Verso il Monte delle Beatitudini)
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