Una lapide in memoria dei suteresi non residenti

Approvato in Giunta il 22 ottobre 2009 su proposta del vicesindaco Nino Pardi e dal consiglio comunale il successivo 25 novembre, come modifica tecnica al regolamento di polizia mortuaria, è nato di fatto "Il muro del ricordo".
E' il comma 4bis del regolamento, secondo cui "in appositi spazi murali individuati dal Sindaco, a domanda di chiunque vi abbia interesse, sono collocabili lapidi a ricordo di defunti nativi di Sutera o i cui resti mortali sarebbero accoglibili nel cimitero a norma del presente regolamento, sepolti altrove, in Italia o in altri Stati. Le lapidi, di marmo travertino e di dimensione di cm. 50 di larghezza per cm. 40 di altezza, recano la fotografia del defunto, i suoi dati anagrafici ed il luogo ove è sepolto, scritti con caratteri in bronzo e sono ornabili con un vaso portafiori. I riquadri sono scelti dagli aventi diritto secondo ordine cronologico delle domande e nei limiti delle disponibilità. Si applicano, in quanto compatibili, tutte le norme previste a carico dei concessionari di sepolture private."
Praticamente - commenta il vicesindaco proponente Nino Pardi - viene data ai cittadini di Sutera e ai Suteresi nel mondo la possibilità di commemorare, a partire dal 2010, un proprio defunto sepolto in una altra città del mondo acquistando per 99 anni uno spazio per 250,00 euro all'interno di questo muro, chiamato appunto "Muro del Ricordo", posto all'interno del cimitero.
In questo spazio il cittadino può collocare una lapide ricordo di un proprio caro con inciso anche il luogo di sepoltura. E' un modo sicuramente non banale di poter stringere un legame tra le famiglie che hanno subito il dramma dell'emigrazione e che possono seppur idealmente mediante una lapide ricongiungersi alla propria terra natale
I posti sono limitati e le domande, secondo un modulo prestampato disponibile in Segreteria, dovranno essere presentate al Comune di Sutera rivolgendosi al dirigente responsabile Grizzanti Onofrio.
La delibera della Giunta muove dalle seguenti premesse:
"Considerato che il culto ed il rispetto dei morti, riguardati sotto il profilo della religiosità o della laicità, sono da sempre patrimonio dell'uomo che nel tempo l'ha espresso e manifestato mediante simboli, riflessioni filosofiche, artistiche ed opere materiali, sintetizzato nelle seguenti riflessioni:
"La morte tutto appareggia e il sonno dei morti non è men duro se la tomba è fastosa."
La morte è per l'uomo la fine di ogni forma di vita; ma la corrispondenza di amorosi sensi tra vivi e morti testimonia il perpetuarsi della tradizione che diviene, indifferentemente per convinzioni religiose o filosofiche, concezione di una immortalità acquietante.
Le tombe sono inutili ai morti, ma sono necessarie, sacre alla religione del ricordo, perché destano affetti virtuosi lasciati in eredità alle persone dabbene; solo i malvagi che si sentono immeritevoli di memoria, non la curano.
Atteso che il vigente regolamento di polizia mortuaria lega il ricordo alla "materia" della tomba; ma il passaggio al sonno eterno quasi mai recide gli affetti virtuosi lasciati in eredità a tutti i vivi e forse di più a quelli che fisicamente sono lontani dai sepolcri;
Considerato che in questa comunità, caratterizzata da un alto tasso di emigrazione, lo smembramento delle famiglie accentua il bisogno della "corrispondenza degli amorosi sensi" tra i vivi e morti, per effetto della materiale distanza dei viventi dal sepolcro che ben può essere testimoniata con l'apposizione di lapidi nel cimitero quando la sepoltura è in altro luogo;
Ritenuto di dovere permettere, ai viventi interessati, la rappresentazione del legame ideale con i loro affetti nel cimitero comunale anche nel caso in cui la sepoltura dei propri cari sia avvenuta in altri luoghi, dell'Italia o dell'estero"…. la decisione presa costituisce una risposta adeguata a queste aspirazioni.

Mario Tona



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